venerdì 7 marzo 2008

Prodotti tipici quanta confusione ...

“Carne alla brace e vino”, un binomio che «non può essere messo in discussione neanche dalla massima assise cittadina. Birra, cola e aranciata non fanno parte della tradizione tipica locale dei Fornelli Pronti di Laterza». La pensa così la locale Confcommercio che non ha mandato giù il via libera dato dal Consiglio comunale ad un provvedimento che rischia di allargare le maglie della “tipicità”.
«La tutela dei valori e delle tradizioni del territorio passa anche per le produzioni tipiche locali, ed è in quest’ottica che la Confcommercio – afferma il presidente Luigi Traetta - ha sempre svolto una forte azione a sostegno delle culture gastronomiche della provincia di Taranto. Questo il senso del progetto di Promozione dei Prodotti Tipici Locali di Confcommercio ed ASL, che nel passato, ha visto nell’Amministrazione comunale di Laterza una sponda sensibile e attenta, pronta a captare la originalità e la particolarità delle macellerie locali - attrezzate con i barbecue per il consumo al tavolo delle carni cotte al fornello - sino a farne oggetto, nel 2003, di una delibera di Consiglio comunale che ne disciplinava l’attività di somministrazione».
Una delibera che, «aggirando il limiti tecnici delle rigorosa normativa che regola le attività di ristorazione, estendeva alle macellerie locali la possibilità di cucinare e somministrare carni cotte al fornello, pane, focacce, formaggi – tutti rigorosamente locali - vino ed acqua». L’obiettivo era di valorizzare le produzioni locali e la tradizione dei fornelli pronti, molto forte proprio a Laterza, offrendo un paniere di prodotti tipici locali in un contesto ambientale insolito, forse un po’ adattato ma non banale. Una proposta gastronomica che negli anni ha dovuto il suo successo alla originalità della formula, assolutamente diversa da quella classica della ristorazione o da quella più moderna della pizzeria e del fast food. Pertanto, è importante che continui a mantenere intatti i valori e gli elementi che l’hanno sin qui caratterizzata».
«La possibilità di somministrare – come deliberato in Consiglio comunale non senza qualche vistosa forzatura (la mancanza della maggioranza ed il ricorso ad un voto dell’opposizione, il ‘no’ di due consiglieri Stano e Catapano che hanno proposto un rinvio anche in presenza di una analoga comunicazione del presidente della Commissione Commercio, D’Anversa) - bibite diverse dal vino e dall’acqua, snatura – evidenzia Traetta - il concetto di tipicità che contraddice lo stile dei fornelli pronti. L’obiettivo è invece di offrire attraverso i fornelli pronti un’alternativa gastronomica tipica, in grado di arricchire l’offerta turistica del territorio e di attirare anche dalle aree limitrofe una tipologia di consumatori che a tavola ricerca elementi di autenticità e che non ama le contaminazioni gastronomiche».
Le macellerie di Laterza intanto fanno parte della tradizione gastronomica locale e rappresentano un notevole elemento di richiamo turistico perché propongono un prodotto introvabile altrove basato sulla vendita delle carni abbinata alla cottura; nel momento in cui questa tipologia di locali - insiste Confcommercio - «perde quegli elementi di semplicità, genuinità, tipicità, immediatezza che in parte giustificano qualche disservizio, non ha più ragione di esistere e allora tanto vale che si trasformi e segua la regole della ristorazione e che si attenga alle disposizioni in materia di igiene, sicurezza, qualità del servizio».
«La differenza – conclude il presidente Traetta - a nostro parere, è sostanziale e non formale. Ci sarebbe piaciuto aprire, come avevamo richiesto in una lettera inviata al sindaco ai primi di febbraio, un tavolo di confronto con l’Amministrazione comunale. Per ora ci limitiamo ad evidenziare i limiti culturali e di marketing del territorio di una scelta che non può essere condivisa, su altri tavoli andremo a discutere della liceità del provvedimento amministrativo».
» Fonte: Corriere del Giorno
» Autore: Corriere del Giorno

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