martedì 25 marzo 2008

Spirito di servizio

Chi l’ha detto che politica e società debbano esser lontani. Nel viaggio che sto compiendo in giro per l’Italia avverto il bisogno di realizzare una sintonia nuova tra il Paese e la politica. Una sintonia che chiede alla politica la ricerca di una sobrietà, di uno spirito di servizio.

Da qui anche la necessità della riduzione reale dei costi della politica che appaiono spesso come frutto di privilegi ingiustificati. È un tema vero, che è dentro il Dna del Partito democratico: noi abbiamo sempre parlato della necessità di una profonda riforma della politica che accompagni quella delle istituzioni.

Io parto da una semplice constatazione: abbiamo la possibilità e la necessità di riportare molti di questi costi sotto controllo. Come? Ad esempio riducendo drasticamente il numero dei parlamentari che possono esser sostanzialmente dimezzati.

La nostra proposta di riforma istituzionale parte dall’esigenza di dare efficienza e rapidità ai lavori dei legislatori, ma ha come effetto per nulla secondario anche quello di toccare costi che appaiono alla grande maggioranza dei cittadini come eccessivi. Così passando ad una Camera di 470 deputati e ad un Senato di 100 membri scendono i costi diretti e indiretti. Lo stesso vale per il dimagrimento secco del governo che ­ grazie ad una legge già approvata dal centrosinistra ­ dovrà essere composto da 12 ministri e da un numero totale che non supera le 60 persone.

A tutto questo ­ ho sostenuto nel mio contestatissimo intervento ­ va aggiunto anche un elemento “personale”: gli stipendi dei parlamentari italiani sono tra i più alti d’Europa, mentre salari e pensioni sono tra i più bassi del continente. Un equilibrio nuovo va trovato, così come il trattamento pensionistico dei parlamentari deve uniformarsi a quello di tutti i cittadini, passando dal sistema retributivo a quello contributivo. Potrei anche aggiungere il fatto che la limitazione del numero dei gruppi parlamentari (abbiamo proposto di modificare i regolamenti per impedire la frammentazione assurda cui si era arrivati in queste legislature) è un altro utile contributo a risparmiare.

A sentire i commenti di qualcuno staremmo parlando di piccole cose. Credo che non sia così. Anche se le misure di cui ho parlato sinora sono solo l’inizio. Esse contengono un messaggio politico rilevante che non è il cedimento all’antipolitica ma al contrario la prova che la Politica (stavolta con la P maiuscola) ha la capacità di riformarsi e di rispondere con autorevolezza alle domande dei cittadini.

Certo, poi ci sono altri capitoli su cui intervenire, come ad esempio certe norme sui rimborsi elettorali che sembrano scritte apposta per favorire i micro-partiti e che rischiano persino di essere all'origine di tanta frammentazione. Ma credo che esista un legame più radicale tra il tema dell’efficienza della politica e i suoi costi.

Nel programma che abbiamo presentato candidandoci alla guida del Paese abbiamo parlato di una “democrazia che decide”. È qui una delle grandi insidie e dei nodi profondi che riguardano la nostra democrazia perché è nella indeterminatezza delle responsabilità, nella farraginosità dei passaggi politico-amministrativi che si nasconde l’inefficienza.

La semplificazione è una delle chiavi per affrontare il problema. E semplificare significa anche eliminare uffici e strutture che pesano e costano e che insieme determinano inefficienza. Perché non eliminare quelle comunità montane a livello del mare? E che senso ha mantenere le provincie nelle aree metropolitane con una duplicazione di ruoli e di costi? Sono cose che vogliamo fare subito.

Ma credo ci sia anche un capitolo più largo che riguarda complessivamente il ruolo della politica rispetto alla cosa pubblica. Penso ad esempio alle società pubbliche dove vanno tagliati drasticamente i componenti degli organismi societari (e qui forse sarebbero da tagliare anche i gettoni di presenza), penso alla moltiplicazione sul territorio di organismi legati alla gestione dei servizi pubblici da semplificare e diminuire complessivamente.

Mettere insieme un pacchetto complessivo di misure come quelle che ho sinora sommariamente descritto significa produrre un risparmio percepibile che può essere trasformato invece in servizi migliori con un doppio effetto positivo: i cittadini vedrebbero con chiarezza lo sforzo della politica per eliminare eccessi, privilegi e sprechi e avrebbero in cambio qualcosa di immediatamente utile.

Una cosa deve essere certa per tutti: se vince il Pd il taglio ai costi della politica ci sarà davvero. Se vince la destra siamo avvertiti: al di là delle speculazioni politiche non farà nulla.
Walter Veltroni

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