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“Parliamo del Paese, parliamo delle sue esigenze, dell'ambiente e del fatto che mi piacerebbe che si contestassero le discariche più che i termovalorizzatori”, ha detto Veltroni, facendo notare che “in tutti i Paesi europei ci sono circa 388 termovalorizzatori e che qui c’è da 30 anni”.
Il segretario del Pd ha anche spiegato di essersi informato circa le valutazioni sulle conseguenze sulla salute dei cittadini, e ha chiarito qual è la sua idea: “I rifiuti sono un problema perché non si è avuta la capacità da parte di nessuno nel corso di questi anni di prendere una decisione. La linea non può che essere: raccolta differenziata e ciclo moderno di smaltimento dei rifiuti”.
“Qui arrivano rifiuti con cui si produce energia elettrica che potrebbe illuminare una città come Verona”, ha proseguito il candidato premier del Pd, osservando che “non si capisce perché non lo si debba fare. Dopo di che sono assolutamente d’accordo sul fatto di avere, come si sta facendo, tutti i livelli di controllo, di verifica da tutti i punti di vista delle emissioni che vengono fatte. Se ne sono stati fatti 388 in tutta Europa – ha fatto notare – immagino che questo avvenga perché ormai questi livelli di tecnologia riescono a ridurre le emissioni entro i livelli che sono compatibili”.
Dei veri ambientalisti, ha chiosato infine Veltroni "preferiscono avere dei rifiuti che producono energia, piuttosto che avere discariche che sono quelle ecologicamente più pericolose”.
L’intervento del candidato premier al termovalorizzatore del Frullo si innesta perfettamente in quella che è l’idea di ambientalismo del Pd. Idea che è stata tradotta efficacemente con lo slogan “l’ambientalismo del fare”, opposto alle politiche del “no” e dei veti, che tutto hanno fatto fuorché produrre risultati apprezzabili in termini di ecosostenibilità e di sviluppo di fonti alternative di energia.
Il capitolo de “l’ambientalismo del fare”, specie in un momento delicato come questo dal punto di vista sia globale – caratterizzato da forti cambiamenti climatici e dal crescente inquinamento ambientale – sia locale – con l’emergenza legata all’accumulo di rifiuti nelle strade della Campania – ricopre un’importanza decisivo nel programma di governo del Partito democratico.
In uno dei dodici punti basilari del progetto di cambiamento del Paese del Pd, si mette in chiaro che l’obiettivo che si pone il Pd in materia è quello di “rottamare il petrolio” e mettere in atto un piano che in dieci anni realizzi la trasformazione delle fonti principali di riscaldamento degli edifici pubblici e privati.
In campo energetico l’auspicio è che si faccia maggiore ricorso al mercato e ai prezzi, mentre proprio per quanto riguarda lo smaltimento di rifiuti, si punta ad un incremento della raccolta differenziata e degli impianti di rigassificazione. In sostanza, basta con l’ambiebntalismo del no: proporre nuove infrastrutture, valutare coinvolgendo tutti, ma quando si è deciso, realizzarle.
Il segretario del Pd ha anche spiegato di essersi informato circa le valutazioni sulle conseguenze sulla salute dei cittadini, e ha chiarito qual è la sua idea: “I rifiuti sono un problema perché non si è avuta la capacità da parte di nessuno nel corso di questi anni di prendere una decisione. La linea non può che essere: raccolta differenziata e ciclo moderno di smaltimento dei rifiuti”.
“Qui arrivano rifiuti con cui si produce energia elettrica che potrebbe illuminare una città come Verona”, ha proseguito il candidato premier del Pd, osservando che “non si capisce perché non lo si debba fare. Dopo di che sono assolutamente d’accordo sul fatto di avere, come si sta facendo, tutti i livelli di controllo, di verifica da tutti i punti di vista delle emissioni che vengono fatte. Se ne sono stati fatti 388 in tutta Europa – ha fatto notare – immagino che questo avvenga perché ormai questi livelli di tecnologia riescono a ridurre le emissioni entro i livelli che sono compatibili”.
Dei veri ambientalisti, ha chiosato infine Veltroni "preferiscono avere dei rifiuti che producono energia, piuttosto che avere discariche che sono quelle ecologicamente più pericolose”.
L’intervento del candidato premier al termovalorizzatore del Frullo si innesta perfettamente in quella che è l’idea di ambientalismo del Pd. Idea che è stata tradotta efficacemente con lo slogan “l’ambientalismo del fare”, opposto alle politiche del “no” e dei veti, che tutto hanno fatto fuorché produrre risultati apprezzabili in termini di ecosostenibilità e di sviluppo di fonti alternative di energia.
Il capitolo de “l’ambientalismo del fare”, specie in un momento delicato come questo dal punto di vista sia globale – caratterizzato da forti cambiamenti climatici e dal crescente inquinamento ambientale – sia locale – con l’emergenza legata all’accumulo di rifiuti nelle strade della Campania – ricopre un’importanza decisivo nel programma di governo del Partito democratico.
In uno dei dodici punti basilari del progetto di cambiamento del Paese del Pd, si mette in chiaro che l’obiettivo che si pone il Pd in materia è quello di “rottamare il petrolio” e mettere in atto un piano che in dieci anni realizzi la trasformazione delle fonti principali di riscaldamento degli edifici pubblici e privati.
In campo energetico l’auspicio è che si faccia maggiore ricorso al mercato e ai prezzi, mentre proprio per quanto riguarda lo smaltimento di rifiuti, si punta ad un incremento della raccolta differenziata e degli impianti di rigassificazione. In sostanza, basta con l’ambiebntalismo del no: proporre nuove infrastrutture, valutare coinvolgendo tutti, ma quando si è deciso, realizzarle.
3 commenti:
Completamente in disaccordo con dichiarazioni di Veltroni. Gli inceneritori rendono se bruciano molto.
Se si fa la raccolta differenziata come si deve gli inceneritori non hanno un bel niente da bruciare se non la piccola parte di rifiuto indifferenziabile. Sarebbe antieconomico far funzionare un inceneritore solo con la parte indifferenziabile dei rifiuti.
Se ci pensate, in una raccolta differenziata fatta bene quasi tutto è differenziabile.
Allo stato dell'arte attuale, sono pochissimi i rifiuti che gli impianti di riciclaggio non trattano: CERAMICA, PIATTI E BICCHIERI DI PLASTICA, CARTA ACCOPPIATA CON ALTRI MATERIALI...poi ci sono PILE E FARMACI...che comunque non possono essere inceneriti. Come vedete, c'è ben poco da dare in pasto all'inceneritore. Fino a poco tempo fa c'era interesse nella costruzione e nella gestione degli inceneritori da parte delle aziende grazie ai finanziamenti CIP 6, inizialmente destinati alla produzione di energia da FONTI RINNoVABILI. Quando qualcuno ha fatto giustamente notare che i rifiuti non sono una fonte rinnovabile, lo stato ha smesso di erogare i finanziamenti ai gestori degli inceneritori...e di conseguenza i lavori di costruzione dell'inceneritore di acerra si fermarono (per l'impregilo non sarebbe più stato una fonte di guadagno)...poi con una circolare Prodi ripristinò i fondi cip6 per la produzione di energia elettrica dai rifiuti...che di rinnovabile NON HANNO NIENTE!!!
Claudio
Completamente in disaccordo con dichiarazioni di Veltroni. Gli inceneritori rendono se bruciano molto.
Se si fa la raccolta differenziata come si deve gli inceneritori non hanno un bel niente da bruciare se non la piccola parte di rifiuto indifferenziabile. Sarebbe antieconomico far funzionare un inceneritore solo con la parte indifferenziabile dei rifiuti.
Se ci pensate, in una raccolta differenziata fatta bene quasi tutto è differenziabile.
Allo stato dell'arte attuale, sono pochissimi i rifiuti che gli impianti di riciclaggio non trattano: CERAMICA, PIATTI E BICCHIERI DI PLASTICA, CARTA ACCOPPIATA CON ALTRI MATERIALI...poi ci sono PILE E FARMACI...che comunque non possono essere inceneriti. Come vedete, c'è ben poco da dare in pasto all'inceneritore. Fino a poco tempo fa c'era interesse nella costruzione e nella gestione degli inceneritori da parte delle aziende grazie ai finanziamenti CIP 6, inizialmente destinati alla produzione di energia da FONTI RINNoVABILI. Quando qualcuno ha fatto giustamente notare che i rifiuti non sono una fonte rinnovabile, lo stato ha smesso di erogare i finanziamenti ai gestori degli inceneritori...e di conseguenza i lavori di costruzione dell'inceneritore di acerra si fermarono (per l'impregilo non sarebbe più stato una fonte di guadagno)...poi con una circolare Prodi ripristinò i fondi cip6 per la produzione di energia elettrica dai rifiuti...che di rinnovabile NON HANNO NIENTE!!!
Claudio
pardon...ho postato 2 volte...problemi con l'account.
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