Ma a Roma le cose non sono andate per il verso giusto anche se, alla fine, il Pd ionico può aspirare ad eleggerne comunque due di tutto rilievo e contare su altri sei candidati che tutto pensano tranne che sentirsi border line. E la squadra Donato Pentassuglia l’ha presentata ieri mattina, nela Salone degli Stemmi della Provincia, insieme al segretario cittadino Teresa Chiatante e al vicesegretario regionale Michele Mazzarano.
Alla Camera il Pd presenta, dunque, l’unico uscente, Ludovico Vico, e i debuttanti Rosanna Tinella, Chiaramaria Anastasia, Dilva De Simei, Romano Del Gaudio e Luigi Conte. Al Senato, invece, Taranto sarà rappresentata da Anna Cammalleri e Lino De Guido. Ma se Vico può già considerarsi a Montecitorio e il provveditore Cammalleri con mezzo piede al Senato, guai a dire agli altri sei che sono lì soltanto per far numero perché la determinazione è tale che l’impegno non verrà meno perchè a vincere deve essere il cambiamento che si incarna nel Partito democratico.
Quel cambiamento che è già in atto, ha fatto notare Pentassuglia, «col patto generazionale che abbiamo saputo stringere tra novità (basti pensare, ad esempio, che Rosanna Tinella ha appena 26 anni, ndr) ed esperienza». Un patto generazionale che riguarderà anche la costruzione dell’esecutivo che a breve dovrà affiancare il segretario Pentassuglia. «Insieme a Teresa Chiatante, al vicesegretario Luciano Santoro e al coordinatore della costituente del Ps, Ennio Pascarella, abbiamo già avviato incontri con i circoli del partito proprio per tentare di costruire un esecutivo che tenga dentro tutte le componenti». insomma, ha ribadito Pentassuglia, il Pd «non è un progetto pro elezioni» ma è un partito, ha aggiunto il vicesegretario regionale Mazzarano, che «ha scelto la strada della libertà più che della solitudine» e che rappresenterà «l’unica vera opzione meridionalista. Non solo perchè il Pdl, lasciando l’Udc e facendo l’accordo con
Per cui il Pd corre da solo, ma non in solitudine, «per poter dire chiaramente cosa è più strategico tra il rigassificatore e il raddoppio dell’Eni» e per offrire risposte «all’opzione deteriore che si sta offrendo a questa città e che risponde ad una logica leghista e separatista con la candidatura di Mario Cito nel Movimento per le autonomie».
Poi l’invito a comparare le liste del Pd con quelle del Pdl in modo da potersi accorgere «che quelle del Partito democratico sono in continuità con il messaggio di cambiamento e di innovazione della politica», ha concluso Mazzarano, senza tralasciare il fatto che le candidature tarantine, ha invece fatto notare Teresa Chiatante, «vedono in campo quattro donne» in linea con il programma del Pd che «con l’impegno delle donne» punta «ad intercettare il mondo delle donne in modo da presentare loro la politica di parità tra i due sessi in campo lavorativo e offrire alle donne gli strumenti idonei ad inserirsi senza preoccupazioni nel mondo del lavoro».
A dopo le elezioni è rinviata l’operazione riunificazione del centrosinistra al Comune di Taranto anche perchè c’è da capire bene quelle che sono le reali intenzioni del sindaco Stefàno.
Pierpaolo D’Auria
Corriere del Giorno
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