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Così Walter Veltroni si rivolge a un gruppo di imprenditori, sindacalisti, amministratori di Caltanissetta. Le sue parole, pur pronunciate davanti ad una platea locale nell'ambito del "Giro dell'Italia nuova", hanno una valenza nazionale.
Ad aprire Marco Venturi, della Confindustria locale e presidente della Camera di Commercio, che espone l'impegno contro la mafia: "Sono tre anni che l'imprenditoria forte e sana è in prima linea contro la mafia. L'11 settebre abbiamo chiesto di espellere gli imprenditori che non pagavano stipendi dignitosi. Non si può fare la cresta su stipendi di 1.000 euro, né lucrare sui dipendenti e sui fornitori".
E rinforza: "Il 95% delle nostre aziende ha meno di 10 dipendenti, hanno bisogno di un sistema bancario efficiente, non di finanziamenti a pioggia. In Sicilia ci sono troppi enti inutili, un consorzio autostrade completamente inutile mentre non riusciamo neanche a portare l'acqua nelle province di Messina e Caltanissetta. Vorremmo avere le nuove tecnologie ma anche l'acqua dai rubinetti, le sorgenti ci sono, diamo l'acqua a i cittadini e alle imprese".
Venturi ha scatenato gli applausi ribadendo che "non abbiamo bisogno del ponte ma dell'alta velocità per merci e persone. Perchè non possiamo essere gli svizzeri del sud? I nostri porti sono quelli del dopoguerra".
Poi è stata la volta dell'ing. Manduca, presidente dei giovani con un accorato inno alla legalità: "Giriamo nelle scuole con i magistrati e il binomio è quello giusto. Non legalità e sviluppo ma legalità è sviluppo, spostiamo l'accento. Quel che manca è la certezza di cosa si può fare e cosa no. Dateci legalità e speranza".
Michele Italiano è stato uno dei primi imprenditori agricoli della provincia a rifiutare di pagare il pizzo: "Dirigo l'antiracket ma ci tengo ad amministrare la mia cooperativa. Siamo stati vessati dal racket, poi i politici ci hanno appoggiato. Oggi c'è maturità tra gli imprenditori e le forze dell'ordine che ci ha permesso di venirne fuori. Gela si sta ribellando ma serve un incoraggiamento per chi ancora non denuncia la mafia.
E incoraggia: "Ogni nuova denuncia è simbolo di libertà, quella libertà che permetterà alla nostra regione, che produce il 40%d ei carciofi italiani di essere competitivi, ma ogni modifica che vogliamo fare siamo bloccati da lacci e lacciuoli. Basta pensare che in Olanda i produttori pagano il gasolio 21 cent e noi 60. La Sicilia vuole cambiare".
Veltroni, esprimendo la soddisfazione mista alla rabbia che prova ogni qual volta visita la Sicilia, risponde con queste parole: "Penso che si può fare qui, dove le denunce sono un gesto coraggioso e responsabile anche se questo è un incubo per chi vive sotto la pressione del rack. C'è una Sicilia vera, grande, impotante, coraggiosia, che ha voglia di cambiare, che sta sotto la pelle di una Sicilia che se ne frega".
E continua con un elogio alla terra siciliana. "Qui, dove sono successe cose importanti, le parole di Venturi, Italiano, Lobello sarebbero state difficili da ascoltare dieci anni fa. Libero Grassi era solo nella sua categoria, espellere chi paga è una scelta coraggiosa".
Secondo Veltroni quello che non va in Sicilia "è la politica nei momenti di vischiosità, dove i poteri si scambiano, il voto di scambio è fatto di coincidenze: se tengo la società imbrigliata apro a te, mafia, un'autostrada verso il potere di ciontrolo".
Quindi, secondo il segretario del PD, "è questa la pratica che va rotta ed è la mia ossessione per liberare le potenzialità del Paese. Se oggi i soldi finiscono in mille rivoli, senza programmazione e semplificazione la società smette di essere vitale, è per questo che il gap tra Sicilia e il resto d'Itialia ha numeri allucinanti come il 9% in più di povertà dal 2002 a oggi".
Qui, aggiunge il candidato premier "si può fare una rivoluzione ambientale, la Sicilia può essere il prototipo dell'invenzione di forme di energia ecocompatibile, utilizzando il sole in grado di generare costi minori e maggior competitività. Non esiste sviluppo possibile senza combattere la mafia e viceversa. Il popolo siciliano è onesto, produttivo, deve combattere questo grumo che si è seduto sulle sue gambe e gli impedisce di agire. Facciamo della lotta per la leglòità una questiona nazionale, non regionale. Il merito e la capacità esistono dove esistono le opportunità, la mafia e i concorsi truccati seguono la stessa logia: negare i principi di legalità e trtaspareza e indicare altre vie".
Conclude Veltroni: "Qualcuno dei nostri avversari ha detto: 'Non dobbiamo trasmettere solo le caratteristiche negative della nostra terra come quando si è intitolato l'aeroporto di Palermo (Falcone e Borsellino, ndr)'. Non posso che una persona ragionevole abbbia detto queste cose.La sfida da vincere è quella di un patto tra produttori senza conflitti per tirare tutti dall stessa parte, quella dello Stato. E poi la Sicilia e l'Italia saranno libere".
Ad aprire Marco Venturi, della Confindustria locale e presidente della Camera di Commercio, che espone l'impegno contro la mafia: "Sono tre anni che l'imprenditoria forte e sana è in prima linea contro la mafia. L'11 settebre abbiamo chiesto di espellere gli imprenditori che non pagavano stipendi dignitosi. Non si può fare la cresta su stipendi di 1.000 euro, né lucrare sui dipendenti e sui fornitori".
E rinforza: "Il 95% delle nostre aziende ha meno di 10 dipendenti, hanno bisogno di un sistema bancario efficiente, non di finanziamenti a pioggia. In Sicilia ci sono troppi enti inutili, un consorzio autostrade completamente inutile mentre non riusciamo neanche a portare l'acqua nelle province di Messina e Caltanissetta. Vorremmo avere le nuove tecnologie ma anche l'acqua dai rubinetti, le sorgenti ci sono, diamo l'acqua a i cittadini e alle imprese".
Venturi ha scatenato gli applausi ribadendo che "non abbiamo bisogno del ponte ma dell'alta velocità per merci e persone. Perchè non possiamo essere gli svizzeri del sud? I nostri porti sono quelli del dopoguerra".
Poi è stata la volta dell'ing. Manduca, presidente dei giovani con un accorato inno alla legalità: "Giriamo nelle scuole con i magistrati e il binomio è quello giusto. Non legalità e sviluppo ma legalità è sviluppo, spostiamo l'accento. Quel che manca è la certezza di cosa si può fare e cosa no. Dateci legalità e speranza".
Michele Italiano è stato uno dei primi imprenditori agricoli della provincia a rifiutare di pagare il pizzo: "Dirigo l'antiracket ma ci tengo ad amministrare la mia cooperativa. Siamo stati vessati dal racket, poi i politici ci hanno appoggiato. Oggi c'è maturità tra gli imprenditori e le forze dell'ordine che ci ha permesso di venirne fuori. Gela si sta ribellando ma serve un incoraggiamento per chi ancora non denuncia la mafia.
E incoraggia: "Ogni nuova denuncia è simbolo di libertà, quella libertà che permetterà alla nostra regione, che produce il 40%d ei carciofi italiani di essere competitivi, ma ogni modifica che vogliamo fare siamo bloccati da lacci e lacciuoli. Basta pensare che in Olanda i produttori pagano il gasolio 21 cent e noi 60. La Sicilia vuole cambiare".
Veltroni, esprimendo la soddisfazione mista alla rabbia che prova ogni qual volta visita la Sicilia, risponde con queste parole: "Penso che si può fare qui, dove le denunce sono un gesto coraggioso e responsabile anche se questo è un incubo per chi vive sotto la pressione del rack. C'è una Sicilia vera, grande, impotante, coraggiosia, che ha voglia di cambiare, che sta sotto la pelle di una Sicilia che se ne frega".
E continua con un elogio alla terra siciliana. "Qui, dove sono successe cose importanti, le parole di Venturi, Italiano, Lobello sarebbero state difficili da ascoltare dieci anni fa. Libero Grassi era solo nella sua categoria, espellere chi paga è una scelta coraggiosa".
Secondo Veltroni quello che non va in Sicilia "è la politica nei momenti di vischiosità, dove i poteri si scambiano, il voto di scambio è fatto di coincidenze: se tengo la società imbrigliata apro a te, mafia, un'autostrada verso il potere di ciontrolo".
Quindi, secondo il segretario del PD, "è questa la pratica che va rotta ed è la mia ossessione per liberare le potenzialità del Paese. Se oggi i soldi finiscono in mille rivoli, senza programmazione e semplificazione la società smette di essere vitale, è per questo che il gap tra Sicilia e il resto d'Itialia ha numeri allucinanti come il 9% in più di povertà dal 2002 a oggi".
Qui, aggiunge il candidato premier "si può fare una rivoluzione ambientale, la Sicilia può essere il prototipo dell'invenzione di forme di energia ecocompatibile, utilizzando il sole in grado di generare costi minori e maggior competitività. Non esiste sviluppo possibile senza combattere la mafia e viceversa. Il popolo siciliano è onesto, produttivo, deve combattere questo grumo che si è seduto sulle sue gambe e gli impedisce di agire. Facciamo della lotta per la leglòità una questiona nazionale, non regionale. Il merito e la capacità esistono dove esistono le opportunità, la mafia e i concorsi truccati seguono la stessa logia: negare i principi di legalità e trtaspareza e indicare altre vie".
Conclude Veltroni: "Qualcuno dei nostri avversari ha detto: 'Non dobbiamo trasmettere solo le caratteristiche negative della nostra terra come quando si è intitolato l'aeroporto di Palermo (Falcone e Borsellino, ndr)'. Non posso che una persona ragionevole abbbia detto queste cose.La sfida da vincere è quella di un patto tra produttori senza conflitti per tirare tutti dall stessa parte, quella dello Stato. E poi la Sicilia e l'Italia saranno libere".
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