giovedì 31 luglio 2008

L'informazione e la politica locale

Riportiamo un commento analitico e appropriato di Akerfeldt che ancora una volta è riuscito a mettere ordine ad un confronto sterile e forse anche tendenzioso sui giornali locali e il rapporto con la politica.

A margine di questa discussione un po’ confusa ma stimolante, vorrei fare alcune considerazioni. La prima: capita a volte ai giornalisti di sbagliare. In sede di redazione, revisione o stampa dell’articolo possono avvenire errori del tutto fortuiti dovuti a distrazione o fretta. Ad esempio si può scrivere Catalano invece di Catapano o 70 feriti invece di 71. Sono errori di poco conto. Si può anche scrivere 30000 € invece di 3000, aggiungendo uno zero. La cosa però cambierebbe non poco. Sarebbe quindi meglio rettificare. Nel caso dell’errore commesso dal Corriere del Giorno tra tremila (3000) e trecentomilioni (300000000) di euro la differenza è abissale. Le cifre sono molto diverse. Il refuso non è spiegabile con un semplice errore di battitura. E’ un errore marchiano derivato forse da una mancata verifica della fonte. Ero presente al consiglio comunale dell’8 luglio e non mi sembra aver visto al momento della presentazione del rendiconto finanziario nessun cronista del Corriere. Qualcuno potrebbe essere giunto dopo, aver chiesto informazioni e, o perché vittima di malinteso o perché informato male, aver appreso e riportato la cifra spropositata. Questa, tuttavia, si poteva correggere per tempo, essendo la cronaca del consiglio uscita sul quotidiano tarantino il 14 o 15 luglio. Non so inoltre se sia avvenuta la rettifica, ma dato il caso, questa era altamente consigliabile.
La seconda: purtroppo la stampa locale è particolarmente dipendente dai centri politici (consigli, giunte, sezioni di partito) per tanta parte della materia prima. Può capitare che scorrettamente i fornitori di notizie diffondano dati falsi o imprecisi a inconsapevoli e ingenui cronisti. La regola per un buon giornalista dovrebbe essere quella di fare più domande possibili per smascherare eventuali giochi sporchi dei potenti e verificare i dati ricevuti. Nel caso dell’articolo (tra l’altro non si sa chi l’abbia scritto) del Corriere del Giorno vi è stata negligenza nel non accorgersi di quanto quel dato non potesse essere reale, sia stato esso frutto di un malinteso o di una cattiva informazione data (peraltro paragonabile solo a quella che potrebbe fornire il peggior galoppino di centrodestra). Non bisogna però criminalizzare il Corriere che, ultimamente, non è di certo stato tenero con l’amministrazione laertina. Quindi l’errore, anche se madornale, è, secondo me, stato commesso in buona fede. Non me la sentirei assolutamente di parlare del Corriere, o della stampa locale in genere, come un mero punto vendita delle bufale politiche.
Per ciò che concerne il discorso su Agorà, questo non mi è molto chiaro. Da quanto si evince dai commenti riportati, Agorà sarebbe il simbolo di un giornalismo che s’offre solo come cassa di risonanza (per quel che può risuonare) delle notizie di genesi politica, non preoccupandosi affatto di constatarne la veridicità e assumendo un atteggiamento alquanto prono verso i potenti. Ora, non che Agorà sia un campione del giornalismo d’inchiesta (cosa che in Italia riesce solo e in parte alle migliori testate nazionali), ma da qui a dire che sia un giornale che non abbia motivo d’esistere, perché semplice raccoglitore di comunicati e dichiarazioni politiche o perchè non interesserebbe a nessuno, ne passa. Cerca di fare cronaca locale attingendo per quanto possibile notizie di prima mano e conferendo loro un taglio valutativo, condivisibile o meno che esso sia.
Infine che il giornalismo italiano non goda di buona salute dal punto di vista commerciale e dal punto di vista qualitativo è indubitabile. Su quest’ultimo punto distinguo e opinabilità trascinerebbero in un discorso troppo ampio. Per quanto riguarda il primo punto cerco di sintetizzare alcuni elementi esplicativi. Le anemiche vendite dei quotidiani sono dovute tra l'altro a uno sviluppo della sfera pubblica italiana, nell’ottocento e nella prima metà del novecento, spiccatamente elitario. La costituzione de facto della nazione italiana, attraverso l’adozione di una lingua comune che sconfiggesse l’uso dei dialetti e la nascita di un vero sentimento nazional-popolare, si ha compiutamente solo con il dopoguerra e l’avvento della televisione negli anni cinquanta. I giornali avevano una diffusione limitata, non di massa, scontando la scarsa alfabetizzazione della popolazione italiana e l’asfissia del mercato pubblicitario, e riferendosi perciò alle intelligenthie italiane, da quelle fautrici dell’unità politico amministrativa dello Stivale fino, quanto meno, a quelle dell’immediato secondo dopoguerra. Ciò ha portato a rapporti sempre più stretti tra lobby di potere politico-economico e quotidiani e spiega anche l’endemica dipendenza da finanziamenti statali del mercato editoriale italiano. La situazione (anche se il numero dei lettori è ovviamente aumentato) si è sostanzialmente evoluta poco, dovendo ormai la stampa rincorrere una cultura di massa dall’impriting marcatamente televisivo difficile da sradicare. Essendosi affermata la televisione come principale consumo culturale di massa, i quotidiani e i periodici hanno tuttora un seguito relativamente basso.
Akerfeldt

mercoledì 30 luglio 2008

Perchè non cala il prezzo del pane?

La Federconsumatori Puglia fa ricorso ai Garanti e chiede di verificare perchè se il prezzo del grano continua a scendere non accade altrettanto per i prodotti al consumo. Secondo rilevazioni dell'Associazione, a Brindisi il prezzo di una pagnotta di grano duro è raddoppiato in un anno. Per non parlare della focaccia che a Bari può arrivare a costare 7 euro al chilo



La materia prima, il grano, in un anno è scesa quasi della metà ma il prezzo del pane resta ancora a prezzi elevati. Per questa grave anomalia la Federconsumatori Puglia, depositerà domani mattina ricorso a Mister Prezzi e all’Antitrust che ha già aperto, su richiesta dell’associazione, il procedimento sul cartello dei prezzi di pane e pasta quasi concluso. Ai Garanti si chiede una risposta semplice: perchè se il prezzo del grano alla produzione continua a scendere non accade altrettanto per i prodotti al consumo?
Questi i dati: il frumento tenero e duro nella settimana dal 21 al 27 luglio, venivano venduti all’ingrosso rispettivamente a 202,96 euro/t e a 316,84 euro/t facendo registrare, per la quarta settimana consecutiva, un andamento in discesa. Anche la farina di frumento tenero è diminuita in una settimana del 17,27% (da 392,25euro/t a 324,50euro/t) e quella di semola del 6,27% (da 415,30euro/t a 483,50euro/t). Di fatto i costi in un anno si sono quasi dimezzati ma il pane è rimasto ai prezzi altissimi di un anno fa, anzi è aumentato ancora. Da un’indagine dell’associazione in Puglia sui prodotti da forno (la tabella è in allegato e consultabile sul sito http://www.piazzaconsumatori.it/), un anno fa per una pagnotta di grano duro si spendeva 1,50 euro al chilo, oggi anche 3 euro a Brindisi se non addirittura 4 euro a Lecce. Per non parlare della focaccia che a Bari può arrivare a costare 7 euro al chilo e nel capoluogo salentino 8 euro. Per Federconsumatori, un altro aspetto da denunciare, è la totale assenza di concorrenza specie nei piccoli centri, dove le differenze di prezzo su uno stesso prodotto sono minime se non inesistenti. Nelle città più grandi invece come Bari, i prezzi anche molto diversi dimostrano quanto siano ingiustificabili quelli più elevati.


29/7/2008 - gazzetta del mezzogiorno

martedì 29 luglio 2008

Proposte, proposte e ancora proposte

Di seguito riportiamo l'email di un nostro amico che ci stimola sempre a fare di più. Vogliamo ringranziarlo pubblicamente con questo post e informare i nostri visitatori della sua preziosa presenza a Taranto.

Cari Amici,
Vi ringrazio per le notizie che mi trasmettete.
Non ho che da complimentarmi per il Vostro impegno e la Vostra generosità.
Non dimenticate mai, tuttavia, le problematiche della crescita della comunità locale. Proposte, proposte e ancora proposte, senza le quali si gioca solo di rimessa.
Il PD è nato per essere forza di governo, sempre e comunque, anche dall'opposizione.
Un caro saluto e tenete duro. Il primo agosto sono stato invitato a Taranto a discutere sul piano strategico. Vi andrò e dirò la mia.
Prof. Federico Pirro
docente di Storia dell’Industria - Università di Bari

Solo tre comunità montane in Puglia e senza comuni al livello del mare

Comunità montane: ridurre la spesa, riorganizzare il sistema, associare in tre soli enti tutti i comuni montani e semimontani della Puglia. Questi, nelle parole dell'assessore regionale Guglielmo Minervini, gli obiettivi del disegno di legge di riordino, all'esame di tre commissioni congiunte del Consiglio regionale: enti regionali, sviluppo economico, affari istituzionali."La seduta è stata dedicata alla relazione introduttiva del rappresentante del governo regionale. Abbiamo incardinato l'argomento - ha dichiarato il presidente della seconda, - e contiamo di esaminare nel merito e licenziare il ddl dopo la pausa estiva, in modo da consentire al Consiglio regionale di approvarlo come legge entro la scadenza di fine settembre".
La Finanziaria 2008 ha fissato norme di riduzione della spesa, chiedendo alle Regioni di legiferare nelle aterie indicate e prevedendo sanzioni in caso di inosservanza. Nel caso pugliese si giungerebbe "all'automatica riduzione alla sola comunità montana del Subappennino - ha spiegato l'assessore - ma la Giunta regionale ha deciso di definire l' iniziativa legislativa. Altre cinque lo hanno già fatto". Due le ragioni della scelta, che punta a conservare i 4 milioni e mezzo di euro di risorse nazionali assegnati annualmente per interventi delle comunità montane pugliesi sul territorio."Da un lato - ha fatto presente Minervini - vogliamo operare una sensibile, massiccia riduzione dei costi di gestione delle comunità, che ora finiscono per assorbire quasi totalmente le risorse pubbliche trasferite. Puntiamo sul forte snellimento dell'impianto gestionale e calcoliamo di far scendere al 30% la percentuale dei finanziamenti (ora tocca l'80%) assorbita dalle spese di funzionamento delle comunità. Il 70% delle risorse sarebbe effettivamente al servizio nelle zone disagiate".Il secondo degli obiettivi è conservare le risorse qualificandone la spesa. Si dovrebbe ottenere riducendo a tre le comunità (Appennino Dauno, Gargano e Murge), ridisegnando e snellendo l'articolazione territoriale, tagliando drasticamente i costi.
Viene del tutto eliminata la "chiacchierata" terza categoria: quella dei comuni svantaggiati (anche a livello del mare). Il criterio resta oggettivo: comuni geograficamente situati sui rilievi."Ci sembra una buona mediazione, una legge va adottata se vogliamo conservare le rimesse statali - ha concluso l'assessore Minervini - ma se a livello nazionale dovesse emergere l'orientamento a cancellare le comunità montane, il governo regionale non avrebbe difficoltà ad adeguarsi. Il punto è non perdere i 4,5 milioni di euro ed è quello che avverrebbe, allo stato attuale, in mancanza di indicazioni statali, sostituendo alle comunità le unioni di comuni montani, come richiesto dall'Anci. Di fatto, però, le comunità montane da noi ridisegnate ricalcano proprio queste unioni".

La differenziata è sotto la media regionale

Sul sito della Regione Puglia (www.rifiutiebonifica.puglia.it) è possibile verificare i dati della raccolta dei rifiuti urbani dei comuni pugliesi. Laterza, dopo il falso boom, continua ad arrancare sulla raccolta differenziata. Siamo in attesa che alcuni provvedimenti, citati per iscritto nella risposta alla nostra interpellanza, si attuino (ecocentro - porta porta per l'umido - sostituzione raccoglitori per la plastica). Nel frattempo notiamo che la percentuale di raccolta differenziata è sotto la media regionale ed inferiore ai comuni di Castellaneta, Palagianello e Mottola (superiamo la media di Palagiano).
PD Laterza

Tagli alla sanità, si paga per Papilloma ed epidurale


Fanno discutere i tagli alla Sanità previsti dalla manovra triennale del governo.

Il provvedimento, che prima di essere approvato deve fare l’ultimo passaggio al Senato, se rimanesse così ritirerebbe il decreto sui Lea approvato ad aprile. E così i Livelli essenziali di assistenza sanitaria, ovvero le prestazioni che il Ssn è tenuto a garantire a tutti i cittadini senza affidarle alla discrezionalità delle Regioni, verrebbero meno per carenze di copertura economica. Niente vaccino contro il Papilloma virus per prevenire il tumore alla cervice uterina, stop alle cure odontoiatriche per gli indigenti e all’anestesia epidurale per il parto indolore, alt alle esenzioni per 109 malattie rare. Ma il decreto approvato dal governo Prodi garantiva anche una maggiore assistenza ai malati cronici, a cominciare da chi soffre di Alzheimer, e forniva gli apparecchi acustici e quelli per parlare a chi è affetto da disturbi dell’udito e della parola.Le prestazioni garantite dal decreto di aprile sono raggruppate in tre aree: assistenza ospedaliera, assistenza distrettuale e assistenza collettiva di prevenzione. Vediamo nel dettaglio cosa prevedeva il decreto per ciascuna di queste aree di intervento e cosa quindi, a manovra approvata, potrebbe non essere più garantito ai cittadini.Area assistenza ospedaliera. Incentivare l’uso dell’epidurale durante il travaglio della partoriente, diagnosi neonatale di sordità e di cataratta congenita. Oltre a queste novità in ambito ospedaliero i Lea prevedevano anche l’ampliamento degli interventi in regime di day ospital (da 43 a 108). Ampliata anche l’assistenza per chi soffre di malattie rare e croniche, l’esenzione dalle spese sanitarie viene estesa a un elenco di 109 malattie rare e sei patologie gravi (BPCO, Rene policistico autosomico dominante, Osteomielite cronica, Sarcoidosi grave, Malattie renali croniche, Sindrome da talidomide). Tra le croniche invece era stata inserita anche la celiachia, data l’alta prevalenza dei casi in Italia. In questo settore verrebbero meno i fondi per l’epidurale per il parto indolore, la diagnosi neonatale di sordità congenita, l’assistenza ai portatori di malattie rare e croniche.Assistenza collettiva di prevenzione. In questo livello sono comprese le prestazioni che riguardano la profilassi delle malattie infettive, inclusi i programmi vaccinali, la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, negli ambienti aperti, nella sanità animale e nell’igiene urbana. Inoltre prevede programmi per arginare la diffusione dell’alcool e del fumo tra i giovani, e quindi la promozione di stili di vita sani e gli interventi di prevenzione nutrizionale e i programmi di screening. In questa area il decreto prevedeva l’introduzione della vaccinazione anti Papillomavirus Umano (HPV) per tutte le ragazze tra l’undicesimo e il dodicesimo anno di età (circa 280 mila ogni anno). In Italia ogni anno muoiono per colpa di questo carcinoma 1000 donne, mentre 3500 si ammalano. Secondo gli esperti vaccinare una donna prima che questa abbia avuto rapporti sessuali oltre a ridurre la possibilità di contrarre la malattia, nel giro di vent’anni potrebbe debellarla.I tagli riguarderebebro la vaccinazione anti-papilloma virus e i centri di dipendenza da alcol e fumo.Area dell’assistenza distrettuale. È un settore che prevede diversi livelli di assistenza: medicina di base, assistenza farmaceutica, specialistica e diagnostica, fornitura protesi, servizi domiciliari e territoriali. Tra le novità del decreto dello scorso aprile, la fornitura gratuita di prodotti aproteici (a basso contenuto di proteine) alle persone affette da nefropatia cronica. Cambiamenti anche nelle terapie specialistiche; un esempio è costituito dalla "terapia fotodinamica laser per il trattamento di lesioni retiniche con Verteporfina" riservata a coloro che sono affetti da lesioni retiniche legate all’età. In pratica è una moderna terapia che consente di poter intervenire senza arrecare danni ai tessuti sani. Nell’ambito delle prestazioni di laboratorio sono state introdotte pratiche per la diagnosi o il monitoraggio di malattie rare (ad esempio, per le malattie metaboliche, il dosaggio degli enzimi mitocondriali e il dosaggio di acidi organici urinari con metodi gas cromatografici). Un’ulteriore novità era rappresentata dalla “enteroscopia con microcamera ingeribile”, ovvero dall’uso di una video capsula monouso per individuare i casi in cui è difficile espolare l’intestino. E ancora, la "sedazione cosciente" per i pazienti sottoposti a endoscopie e biopsie in corso di endoscopie per garantire esami indolori e più accettabili in termini di confort. Grande attenzione verso i portatori di gravi disabilità grazie all’introduzione di nuovi ausili informatici di comunicazione e di controllo ambientale. Per quanto riguarda invece l’assistenza domiciliare e territoriale sono state riservate particolari cure ai malati in fase terminale. Per ora sono stati annullati i fondi per la diagnosi delle malattie rare, la fornitura di farmaci per nefropatia cronica, terapia laser per lesioni retiniche, l’analisi per mobilità personale per chi non può parlare e per i sordi e l’assistenza per i malati terminali e le cure odontoiatriche per indigenti.


Amen

I numeri al lotto

In attesa di aprire una sartoria l'assessore Minei continua a dare i numeri. Infatti dopo aver fatto ridere mezza provincia con i 300milioni di euro di avanzo di bilancio e illuso qualche sprovveduto laertino (che sul nostro blog iniziava a vantare crediti dal bilancio comunale) hanno pensato bene, prima di andare in ferie, di regalarci altri giochi di prestigio contabile.
Non è la prima volta e nemmeno l'ultima che mio malgrado sono costretto ad intervenire sulle vicende del bilancio comunale. Ritengo perciò doveroso chiarire alcune questioni tecniche e veritiere.
Per il 2008 Laterza non ha diritto a partecipare all'incremento del gettito sulla compartecipazione comunale dell'Irpef come potete verificare direttamente sul sito del ministero degli interni al seguente indirizzo:
www.finanzalocale.interno.it/ser/compartecipazione/2008/tabreg.html
Noterete che Laterza è uno dei 50 comuni pugliesi (su un totale di 258 comuni) che nel 2006 non ha rispettato il patto di stabilità e pertanto non ha potuto partecipare alla suddivisione dei fondi (51milioni di euro) destinati alla Puglia e riferiti all'IRPEF del 2006. Mentre gli altri comuni per esempio: MASSAFRA: euro 69.639,65; GINOSA: euro 45.988,28; CASTELLANETA: euro 23.350,37; PALAGIANO: euro 36.168,06 hanno partecipato alla ripartizione.

Nel 2007 la maggioranza di centrodestra decise, per rientrare nel patto di stabilità, di aumentare iniquamente le tasse dei laertini (Tarsu e addizionale Irpef), in particolare aumentò al massimo l'addizionale IRPEF dal 2 al 8 per mille. Laterza divenne perciò uno dei comuni più tassati della provincia di Taranto e della Puglia (in Italia solo 460 comuni su 8.101 aumentarono l'Irpef al massimo).
Naturalmente in sede di approvazione del bilancio 2007 non mancarono le promesse per aiutare le fasce deboli (ricordate la famosa NonnoCard?) e rivedere l'addizionale dal 2008. Niente di tutto ciò l'aliquota è rimasta invariata continuando a penalizzare quei poveri fessi (dipendenti e pensionati) che pagano le tasse a Laterza.

I dati trionfalistici (di Minei e del sindaco) si riferiscono ad uno studio e delle proiezioni che riguardano la manovra finanziaria 2008 ed i bilanci di previsione comunali per il 2009. Naturalmente le proiezioni non tengono conto di quello che potrà accadere con la prossima finanziaria (ridimensionamento dell'ICI e blocco delle aliquote) e "la variabile Tremonti" così come si evince leggendo il rapporto. Inoltre i 77.000 euro di premialità, citati nelle note stampe, sono strettamente legati al gettito dell'Irpef (ovvero rischiamo di prendere di più perchè già paghiamo di più).
Il resto è propaganda, tra l'altro di bassa "lega".
Franco Catapano - Pd Laterza

Lettera di una fannullona al ministro Brunetta

Gentile Ministro,
perdoni se ho l’ardire di rivolgermi a Lei in questo momento così impegnativo per il governo in preda ad un parossismo decisionale che possa consegnarlo alla storia come merita, Le chiedo solo di leggere questa lettera che non sottrarrà più di cinque minuti al Suo indice di produttività. Le racconto in breve la mia storia: sono una dipendente di un istituto di previdenza da più di dieci anni in servizio effettivo, mamma di due bambine e vivo in una città del profondo Sud. Appartengo anch’io a quella schiera di impiegati da Lei etichettati “fannulloni” non perché intendesse offenderci, questo lo capisco bene, ma semplicemente per fare capire in maniera immediata quale era il problema (un po’ come dire se io ripetessi in questa sede quel che di Berlusconi ha detto Di Pietro, anche in quel caso non per offendere, questo è ovvio, ma per far capire dove sta il problema). Signor Ministro le scrivo per raccontarle, attraverso la mia vicenda, quella di milioni di altre mamme-impiegate affinché Lei, che per altri versi è così sensibile ai problemi della gente si renda conto della realtà in cui viviamo noi “fannulloni” (perdoni l’abuso del termine, il fine è sempre quello della comprensione). Io, come altre mie colleghe, da brava fannullona, mi alzo ogni mattina alla ore 6 a.m. e dopo aver fatto colazione e aver preparato le mie bambine di 4 e 6 anni esco di casa con le suddette bambine entro le 7.00, perché vede, io abito fuori città e per arrivare al lavoro devo uscire di casa molto presto. Dopo aver timbrato, solitamente alle 7.30, comincio la mia giornata lavorativa: il mio lavoro è ripetitivo ma l’utilità sociale che è insita nel predisporre le pensioni per chi (beato lui) ha maturato i requisiti e fare in modo che ne possa godere senza ritardi, pensi lei mi fa sentire utile. Da brava fannullona sforno decreti di pensione a tutto spiano affinché non debba sentire nessuno venir da me a dire “e iu comu mangiu”, affinché a fine mese possa percepire il mio stipendio pensando di essermelo più che guadagnato. Negli anni la sede in cui lavoro si è svuotata di personale che è andato in pensione e non è stato sostituito da nessuno, pertanto più e più volte ho visto il mio carico di lavoro aumentare, ma a fronte dell’acquisizione di nuove e complesse competenze mi si continua a dire che siamo in esubero, che bisogna ridurre l’organico e lavorare di più: ma com’è possibile? Me lo chiedo ma nessuno mi risponde. Intanto l’arretrato avanza e quando qualcuno di noi comunica che presto andrà in pensione tutti ci guardiamo in faccia e ci chiediamo di quanto la redistribuzione del lavoro che consegue a ciascun pensionamento inciderà sul nostro carico di lavoro. E poi nessuno si spiega perché mai ci sia tanto arretrato, sarà che la matematica è un’opinione. Malgrado tutte le suddette difficoltà continuo a lavorare con quel senso del dovere che mi ha trasmesso mio padre e dal quale non posso prescindere. Pensi lei, signor Ministro, ogni giorno mi illudo di aver lavorato bene, e nel mio piccolo, di essere stata utile a qualcuno compiendo il mio dovere con la serietà e la professionalità che negli anni ho acquisito. Questo mi consente di guardarmi allo specchio ogni mattina e di non vergognarmi di essere un impiegato pubblico, come lei ha di recente sostenuto che molti di noi fanno, ma anzi di essere orgogliosa. Ma ultimamente qualcosa è cambiato, sa Signor Ministro, comincio a sentirmi demotivata: a che serve che io lavori così tanto se poi comunque di me si dirà sempre che appartengo alla schiera dei “fannulloni”?: la tentazione di incrociare la braccia è forte, molto forte. L’opinione pubblica, adeguatamente manipolata da una campagna mediatica diffamatoria e parziale, non è con me, ma contro di me, e non è facile far capire alla gente. Quel che è facile, invece, è cavalcare l’onda del malcontento della gente e indirizzare la folla a puntare contro il “mostro” di turno, pubblico impiegato o rom o sinti che sia. Puntare sul malcontento porta sempre tanto consenso, questa non è una novità, è facile, infatti, dire che le cose non funzionano, su questo siamo tutti d’accordo e pronti a battere le mani, ma, ahimè, non è riducendo i salari che si rende più efficiente la PA (altrimenti lo avrebbero già fatto da tempo), né privatizzando quelli che oggi sono dei servizi che nascono da diritti per i quali si è a lungo lottato, così come non è riducendo la retribuzione di chi si ammala (non occorre che io Lei ricordi, con gli adeguati scongiuri, quanto sia diffuso il cancro) che disincentiviamo l’assenteismo ma è piuttosto intensificando i controlli che facilmente si distinguerà il “falso” malato da quello vero, perché purtroppo, nessuno sceglie di ammalarsi e non è giusto accanirsi con chi già non ha abbastanza soldi per curarsi. Tutto questo lede la dignità del malato, del pubblico impiegato, attualmente indicato a “dito”, ma soprattutto lede la dignità della persona in quanto tale. Le dirò signor Ministro, anziché carnefice come impiegato pubblico e vittima come cittadino, oggi mi sento più volte vittima: come cittadina, come lavoratrice, come mamma, come italiana. Però, quel che è giusto è giusto, bisogna riconoscere che questo governo ha alleggerito la pressione fiscale, si, infatti, sappiamo tutti cosa ha fatto: ha tolto l’ICI. Certo, nel mio caso, sarebbe stato meglio che anziché togliere l’ICI avesse evitato di toccare il mio salario. Infatti, io di ICI, io, che non ho una villa ma solo una casa di prima abitazione in un comune in periferia (con il mio stipendio, infatti, non potrò mai permettermi una casa in centro: è già tanto se mi riesce di finire di pagare questa) e dunque ho sempre usufruito di sgravi, non ho mai pagato più di € 60 euro all’anno. Grazie signor Ministro: quest’anno sul mio bilancio, a fronte di sessanta euro di risparmio fiscale avrò qualcosa come 5.000 euro di meno sull’importo di stipendio annuo. Non Le dico come sono contenta! Adesso Lei si chiederà perché non sono contenta, e perché mai sulla mia fronte si sia disegnata quella ruga, mah non so, sarà che i fannulloni di oggi sono un po’ più complicati di quelli del passato. L’autunno si preannuncia caldo ma pieno di nembi all’orizzonte, la lotta sarà dura ma, Le dirò, Signor Ministro, non demorderò facilmente se non altro perché mia figlia, interrogata sulla professione della madre, non abbia da vergognarsi a dire che è un’impiegata pubblica e non si debba vergognare una seconda volta a dire che in famiglia non si arriva alla fine del mese anche perché, in previsione del futuro, sto cercando di spiegarle che povertà non è vergogna ma, invece, corruzione, tangenti, peculato, immoralità (tutti termini che la classe politica ben conosce) queste sì che sono vergogne.
Fannullona INPDAP - 26 luglio 2008, in Diario

lunedì 28 luglio 2008

Negozi aperti di giovedì e mercato serale per l'estate

LATERZA - Negozi aperti di giovedì, e per massimo 13 ore al giorno, e mercati settimanali di pomeriggio. Anche gli orari delle attività commerciali si adeguano ai ritmi dell'estate e, per rispondere alle esigenze dei clienti e dei turisti, si allungano.
A stabilirlo una ordinanza dell'assessore alle Attività produttive, Agostino Perrone, che modifica in parte la precedente disposizione del 28 gennaio scorso, con alcune deroghe permesse dalla legge regionale n.5 del 7 maggio scorso.
Pertanto, i negozi possono rimanere aperti dalle 7 di mattina massimo fino alle dieci di sera, con orario libero e comunque non superiore alle 13 ore giornaliere.
Tutti i giovedì del mese di luglio e agosto è concessa una deroga alla chiusura imposta dalla precedente ordinanza di gennaio, quindi, ogni commerciante potrà scegliere se aprire o meno, così come viene anche permessa l'apertura per due domeniche estive: 27 luglio e 17 agosto (oltre al 12 ottobre).
Infine, l'assessore stabilisce che i mercati settimanali del lunedì, nei giorni 28 luglio, 4 e 11 agosto, siano effettuati di pomeriggio dalle 17 alle 22. Una scelta già adottata nell'estate scorsa, che rende sicuramente più piacevole la passeggiata tra le bancarelle del mercato, rispetto alla calura della mattina.
Insomma, non saranno la stessa cosa di ombrelloni e spiagge, né tantomeno l'equivalente dei famosi mercatini di alcune città del Nord Europa, ma sicuramente trovare un negozio aperto di giovedì o in orari più flessibili del consueto, così come poter fare la spesa al mercato con il fresco della sera fanno "più" estate. Anche in collina.

Laterza tra i comuni virtuosi

LATERZA. « L'abito che ci avevano detto di indossare ci sta a pennello, siamo in perfetta linea, e adesso prepariamoci ad assaporare il nostro spicchio di torta»: Vito Minei, assessore alla Programmazione economica al Comune di Laterza mostra le pagelle elaborate per l'Anci da Ifel (Istituto per la Finanza e l'economia locale) e sorride.
Patto di stabilità rispettato, saldo di competenza misto positivo (somma algebrica del saldo di parte corrente di competenza e del saldo in conto capitale di cassa): virtuoso e premiato, il Comune di Laterza potrà disporre nel prossimo bilancio di 77mila euro in più, pari al 20% del saldo di competenza misto di cui si parla, che risulta di 385mila euro: 5,12 euro per ogni laertino. Una buona fetta di torta, appunto, rafforza l'assessore forzista. Soprattutto se rapportata alla drastica cura dimagrante a cui saranno sottoposti i comuni virtuosi a metà (patto rispettato, saldo di competenza mista negativo: dovranno migliorarlo del 54%), e, di più, quelli non virtuosi (patto sforato: il saldo va migliorato del 60%).
«Ho sempre detto che il patto di stabilità è, grosso modo, la taglia giusta che l'ente è chiamato a vestire: noi ci stiamo dentro, e anche comodamente» spiega Minei. La ricetta: «Abbiamo saputo coniugare sviluppo e rigore: una virtuosità non di poco conto, considerando i trasferimenti sempre più stringati e il periodo di crisi che si vive» aggiunge l'assessore. Che snocciola altri dati: dei 2070 comuni con più di cinquemila abitanti soggetti a patto, i "virtuosi" sono circa 1400. «Laterza è a metà classifica, e non è davvero poco» precisa Vito Minei.
Andando oltre: «Ad ogni dato in più che si aggiunge in questo vitale e delicato settore - osserva - abbiamo conferma della sana gestione, dell'oculatezza e della grande attenzione da noi riservata all'esercizio di bilancio». Insomma: «Non procediamo con gli occhi bendati - chiarisce Minei -, dipendiamo in misura sempre minore dagli avvicendamenti dei governi nazionali, a conferma dell'oculata attività istituzionale a cui si accennava prima».
Due anni finanziari fa, il "patto" fu sforato di circa trecentomila euro? «E' una prova in più a sostegno del fatto che non operiamo a occhi chiusi - spiega Minei -; allora il patto non fu rispettato per scelta, anche perché non erano previste sanzioni: diciamo che abbiamo saputo sfruttare un'opportunità, e molti fra i comuni che non l'hanno fatto, magari rispettando il patto, si trovano oggi nell'elenco dei non virtuosi, con le conseguenze che sappiamo ». Una riflessione, questa, che sta facendo discutere, anche animatamente, in merito alla "linearità" dei criteri di virtuosità stabiliti dalla Finanziaria 2009. Manovra da molti sindaci ritenuta, sull'argomento in questione, «contraddittoria e vessatoria, due volte ingiusta». L'assessore Minei si tiene comunque stretta la sua pagella virtuosa. E la fetta di torta: «Due anni fa era fittizia, oggi è reale» pregusta. Mentre il sindaco Giuseppe Cristella, di passaggio nella sala del gonfalone, commenta: «Competenza e trasparenza, il resto lasciamolo ai bar».
Francesco Romano - Gazzetta del mezzogiorno

NOI SIAMO QUI

Norma anti-precari, il governo si divideScontro sulle malattie degli statali
Sacconi e Brunetta prendono le distanze dal testo sui rapporti di lavoro.

Sindacati in rivolta (audio).

Bonanni: "Gioco mediatico" (audio).



Un governo in emergenza

Settimana horribilis del Berlusconi IVGiorno dopo giorno, governo e maggioranza in stato confusionale. Dal dito di Bossi alla telenovela Alitalia, dal Lodo al pasticcio sicurezza, dalla manovra allo stato d'emergenza. E scoppia il caso precari...

IngiustiziaE' una misura politicamente e socialmente inaccettabile, oltre che a rischio di costituzionalità rafforza l'ingiustizia di questo Paese e aumenta la precarietà. Chiedo al governo di ritirarla immediatamente o contrasteremo questo provvedimento in Parlamento con tutte le nostre forze. Walter VeltroniUn governo in emergenza

Vince Ferrero, Prc spaccato a metàVeltroni: "Sconfitte posizioni attente e dialoganti"

Basta ingiurie contro i simboli dello StatoNapolitano chiude lo spazio a polemiche sterili e senza giustificazione.

Un garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenzaLa proposta del PD (Leggi il testo integrale).

INTERNAZIONALE

Rotto il tabù di piazza Tienammen Pubblicata per la prima volta una foto del massacro.

Iran, 29 impiccagioni in un solo giorno E' la seconda nazione al mondo per numero di esecuzioni.

MAGAZINE

Uno schiaffo alla 'ndrangheta Il PD lo ha fatto, ora tocca a tutti gli altri.

Quando Robin Hood colpisce i più poveridi Maite Bulgari.RASSEGNA STAMPA

Un federalismo che rompe l'unità nazionaledi Stefano Fassina, l'Unità.

Una credibile alternativa di governo Veltroni a Il Foglio: "Occorrono innovazioni coraggiose”.

DEMOCRATICA TV "La precarietà è il primo problema dell'Italia"

Conferenza stampa sul precariato. Intervento di Walter Veltroni.

domenica 27 luglio 2008

Il punto sulla situazione sicurezza

"I tagli alla sicurezza ci sono, eccome, e superano i 3,5 miliardi di euro rispetto quanto assegnato dalla finanziaria del governo Prodi. Quelle cifre, giudicate a suo tempo con parole durissime perche' insufficienti, subiscono oggi tagli drammatici da chi a suo tempo le criticava.

E io, come cittadino prima ancora che parlamentare, ne sono fortemente preoccupato".

"Queste scelte non resteranno senza conseguenze, e le ripercussioni si avranno - per essere chiari - anche sul numero di volanti e di uomini nelle nostre città, sulla loro operatività".
"Siamo in presenza di una politica veramente incoerente e piena di proclami sulla sicurezza nelle città, che poi si concretizza in tagli ai ministeri e in norme che penalizzano retribuzioni e status giuridico di poliziotti, militari e vigili del fuoco".
"Dove sta tutta questa preoccupazione per la sicurezza dei cittadini sbandierata in campagna elettorale dalla destra quando si tagliano le volanti e gli organici?"
Con il voto di fiducia al Decreto Legge 112, votato alla Camera dal centrodestra Lunedì scorso, il Governo ha operato un taglio al Ministero degli Interni senza precedenti.
Il bilancio del Ministero degli Interni avrà una riduzione di 413.727 migliaia di euro nel 2009, 462.231 migliaia di euro nel 2010 e 798.914 migliaia nel 2011.
Alla missione “ordine pubblico e sicurezza” si opera un taglio che ammonta a più di un miliardo così suddiviso: 263.497.000 euro nel 2009, 283.089.000 euro nel 2010 e 492.727.000 euro nel 2011.
La “missione ordine pubblico” subisce riduzioni radicali anche nei Ministeri Economia, infrastrutture e politiche agricole.
Altro capitolo dolente riguarda il Ministero della Difesa e le forze armate.
Le riduzioni previste sono di 503.735.000 euro nel 2009, 478.099.000 euro nel 2010 e 834.508.000 euro nel 2011.
La “missione ordine pubblico” subisce riduzioni radicali anche nei Ministeri Economia, infrastrutture e politiche agricole.
"Lo stesso Capo di Stato maggiore, il generale Camporini in sede di Audizione alla Commissione Difesa, ha tracciato un quadro drammatico rispetto ai tagli lineari subiti dal ministero della Difesa per 1.815 milioni di euro. Il generale ha affermato che questi tagli provocheranno un rapido decadimento operativo delle forze armate, con rischi di insolvenza anche a livello internazionale, con capacità operative sotto gli standard Nato. Con questa manovra economica avremo settemila reclutamenti in meno nel 2009 e dal 2010 al 2015 non ci saranno più reclutamenti. Potremmo chiudere dal 2010 tutte le scuole delle Forze armate perché non ci sarà più nessuno da addestrare e vi sarà un invecchiamento di tutte le nostre Forze armate".
"Io penso che quando un governo, uno Stato, toglie senza criterio alcuno, gli strumenti necessari per consentire di fare bene il proprio lavoro alle forze di polizia, alla forze armate e ai vigili del fuoco, allora siamo veramente messi male. Mi auguro che, quanto prima, questo governo riveda queste scelte che non fanno che aumentare la sfiducia e la rabbia dei cittadini nei confronti della politica".

Nei giorni scorsi i sindacati delle forze dell’ordine e armate, che abbiamo incontrato durante la loro protesta, ci hanno segnalato che questi tagli impediranno l’acquisto di autovetture, mezzi, strumenti utili per svolgere “la sicurezza” ai cittadini e al paese. Diminuiranno le risorse per le attività addestrative, per i corsi di formazione, per l’acquisto di munizioni, delle divise e delle infrastrutture. Ci hanno altresì aggiunto che la riduzione complessiva nel triennio dell’organico delle forze di polizia e delle forze armate subirà una riduzione di 40 mila operatori dovuta al mancato turnover del personale e alla “nefasta” previsione di sospensione volontaria dal servizio con collocamento coatto in pensione per anzianità contributiva.
Di conseguenza saranno migliaia le pattuglie e gli operatori in meno sul territorio con conseguente riduzione dei servizi e dei controlli sul territorio.

E ancora: vengono emanati nuovi provvedimenti (Pacchetto Sicurezza) legislativi che attribuiscono nuove incombenze alle forze dell’ordine e alle forze armate e contemporaneamente si adottano “tagli di spesa”. In questi tagli è prevista la riduzione del 50% all’anno di stanziamenti per le indennità connesse all’operatività (servizi in strada, controllo del territorio, sicurezza interna ed internazionale del paese), avendo già escluso le forze dell’ordine e armate dalla detassazione del lavoro straordinario.
Infine è prevista la riduzione del 40% della retribuzione accessoria in caso di malattia, anche per infortuni sul lavoro.

Chiudo con due annotazioni:
il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi l’8 marzo scorso- prima del voto del 14 aprile – rilasciò la seguente dichiarazione ”daremo a polizia e forze dell’ordine, che sono state maltrattate dalla sinistra per motivi ideologici, maggiori fondi”;
un sindacato insospettabile di antipatia nei confronti dell’attuale maggioranza, cioè UGL ha dichiarato: “il 61% degli agenti di polizia vive con meno di 1.200 euro al mese”.

26 luglio 2008 on. Ludovico Vico


ecco un esempio di taglio

venerdì 25 luglio 2008

Io: americano, pugliese, pubblicitario e indignato.

New York, 22 luglio 2008

Io: americano, pugliese, pubblicitario e indignato.
Ecco perché non parteciperò mai più a dei bandi pubblici italiani per la comunicazione.



I fatti sono questi: il giorno 14 dicembre 2007 la Regione Puglia pubblica un bando per la comunicazione e la promozione del suo territorio in Italia e nel mondo. I soldi in gioco non sono pochi: 7 milioni di euro! E, trattandosi di soldi della Comunità Europea, sono tutti da spendere, come è ben chiarito nel bando, nel biennio 2007-2008.
E già qui, io che sono americano, forse ingenuo e forse idealista, ravviso la prima anomalia. Dalle mie parti, se qualcuno riceve dei finanziamenti pubblici e gli dicono che deve spenderli in un certo modo, lo fa.
Sarebbe come se il mio medico mi dicesse che per guarire dalla mia malattia devo prendere una certa medicina per due anni; e io decido di prendere le medicine solo il secondo anno, ma due alla volta.
Io ho un’agenzia di pubblicità a New York e una in Italia e tante agenzie appartenenti al nostro gruppo nei principali Paesi d’Europa. Sono cittadino americano e residente italiano. La mia famiglia è di origine pugliese, conosco, rispetto e amo la Puglia. Come avrei potuto non partecipare a questo bando? Così, insieme ai miei soci e alle agenzie del nostro system internazionale, ci siamo messi al lavoro: strategia, creatività, numeri, idee e carte. Tante carte, centinaia di carte, milioni di carte! Il giorno 11 febbraio 2008 si chiude il bando e 7 agenzie, oltre a noi, presentano la loro proposta. Che vinca il migliore, penso.
E qui, la seconda anomalia: scopro che in gara non ci sono solo agenzie di pubblicità e comunicazione, ma anche gruppi di editori ed emittenti televisive pugliesi. Strano, no? Dalle nostre parti, la comunicazione la fanno le agenzie di comunicazione. È come se per promuovere la vendita dei miei gelati nei bar di tutto il mondo, io chiedessi al bar sotto casa mia di farmi la campagna.
Ma arriviamo alla terza anomalia. È febbraio, l’estate si avvicina e le proposte dormono nei cassetti della Regione, sotto una calda coltre di polvere. Passano i mesi e la mia meraviglia cresce: come è possibile, chiedo da NY ai miei colleghi in Italia. Hanno perso la scorsa stagione, non vorranno perdere anche questa? Sì, vogliono perdere anche questa. Oggi, 20 di luglio del 2008, l’appalto per promuovere la Puglia nel biennio 2007-2008 non è ancora stato assegnato. Dopo l’apertura delle ultime buste, la classifica suscita qualche perplessità e strane ombre macchiano la certezza dell'assegnazione. E indovinate chi c’è in prima posizione? "Il bar sotto casa". Per dire, senza offesa, proprio l'impresa locale.
Non so se e quando verrà ufficializzata l’assegnazione del budget, ma so che spendere sette milioni di euro in spot televisivi, annunci stampa, spot radiofonici, volantini e brochure, tutto in una manciata di settimane di fine anno, è un affronto al buon senso. E per che cosa, poi? Per attirare in Puglia gli sciatori e gli amanti degli sport invernali di tutto il mondo?
Ecco le mie conclusioni: ho partecipato sapendo di poter vincere. Ma mettendo anche in conto di perdere. Non abbiamo perso, peggio: siamo stati esclusi per un vizio di forma. Stavamo per fare ricorso perché il nostro avvocato dice che i motivi della nostra esclusione non esistono. Ho fermato tutto e ho scelto di scrivere questa lettera. Non mi interessa essere complice di questo spreco di soldi. Mi interessa denunciarlo. Lo faccio da pubblicitario americano indignato, da residente italiano orgoglioso, da pugliese ferito. E mi chiedo: perché nessuno fa sentire la sua voce? La Comunità Europea non ha niente da dire vedendo come vengono usati i suoi soldi? E le associazioni dei pubblicitari italiani non sentono di dover difendere la loro professionalità?
So che quando aprirò i giornali americani vedrò le pubblicità delle altre regioni italiane. E so anche che quando atterrerò la prossima volta a Roma-Fiumicino vedrò grandi cartelli pubblicitari della Sicilia, della Toscana, ecc. E riderò quando arriverò a Bari Palese e, come sempre, ci saranno i cartelloni che promuovono il turismo in Puglia. Come al solito i soldi saranno spesi bene!

Ecco, detto fatto. Mi assumo le conseguenze del mio gesto. E auguro buon lavoro alle emittenti televisive e alle case editrici che, unite insieme in Associazione temporanea d’Imprese, vedranno aggiudicarsi il bando. Ad aspettarle, ci sono una manciata di settimane di duro lavoro! A produrre la campagna e a mandarla in onda sulle loro emittenti. Così almeno i Pugliesi sceglieranno l’anno prossimo di andare in vacanza in Puglia.


Paul CappelliFounder and President The Ad Store International

lunedì 21 luglio 2008

Discobus parte da Laterza

Una nuova corsa da Laterza e Ginosa, il cambio di fermata a Crispiano: Discobus, il servizio voluto dalla Provincia per accompagnare i giovani in discoteca, mette in cantiere delle variazioni già nella fase di start-up (ieri sera l'avvio). Partiamo della nuova corsa. «Abbiamo ascoltato le richieste dei tanti giovani della provincia - dice il presidente del Ctp, Giovanni D\'Auria - e siamo andati incontro alle loro esigenze, istituendo una nuova linea che partirà da Laterza (alle ore 0.15 dalla fermata di via Dante) e passerà da Ginosa (ore 0.30 in piazza Nusco), da Ginosa Marina (ore 1.00 viale Trieste) dove effettuerà la prima sosta alla discoteca Dna per poi proseguire verso Castellaneta Marina (ore 01.15) per raggiungere la discoteca Nafoura».
La variazione di fermata riguarda invece Crispiano. «Per venire incontro alle esigenze dei ragazzi abbiamo spostato l'orario di partenza e il luogo del raduno, prediligendo la più comoda via Gramsci a piazza Libertà dove è più difficoltoso trovare parcheggio - dice D'Auria -. Il Ctp entra dunque in contatto con l'utenza giovanile accogliendo anche consigli e suggerimenti».
«Gli esercizi pubblici e i bar svolgono un importante servizio di catalizzazione delle informazioni, fanno da collante, e in ogni cittadina dove il servizio sta partendo la collaborazione con queste realtà imprenditoriali, come il bar di Via Gramsci appunto, si è dimostrata di grande importanza» conclude D'Auria.

Fonte: Gazzetta del mezzogiorno

Laterza Estate 2008

LATERZA - Un'estate in piazza. E non solo per i turisti. Presentato ieri mattina il cartellone degli eventi estivi "Laterzestate 2008": una ventina gli appuntamenti tra sport, musica e natura, dal 20 luglio al 13 settembre, programmati dall'Assessorato al Turismo, in collaborazione con Pro Loco, Lipu e associazione Solevante.
Location prediletta la centrale piazza Vittorio Emanuele: "Sulla base dell'esperienza dell'anno scorso - ha spiegato in conferenza stampa l'assessora al ramo, Licia Catucci - abbiamo preferito la piazza come luogo degli spettacoli perché è il fulcro della vita cittadina, dove la gente si concentra di sera e dove vuole l'evento".
Due le finalità della rassegna: attirare i turisti, senza dimenticare i cittadini: "In questo momento estivo - ha detto la dott.ssa Catucci - Laterza può attirare turisti che possono venire e trascorrere una piacevole serata coniugando l'offerta dei prodotti tipici con quella degli spettacoli, ma noi vogliamo anche curare la crescita culturale dei nostri concittadini, dai quali ci aspettiamo una più attenta partecipazione agli spettacoli".
Circa 30mila euro la somma preventivata per l'intero cartellone: "Stiamo cercando di dare continuità a delle iniziative già avviate lo scorso anno, - ha puntualizzato l'assessora - il calendario è stato realizzato con risorse ristrette, perché la nostra Amministrazione si sta sforzando di distribuire l'offerta culturale durante tutto il corso dell'anno non solo d'estate".
Allora, fino ai primi di settembre ce c'è per tutti i gusti. Si parte con lo sport: 20 luglio, trofeo appulo lucano "Giro di Puglia Giovanissmi" in pineta e per le vie cittadine, e III Memorial Carmenio Casarola, all'oratorio don Tonino Bello; 27 luglio, II edizione della Cronopineta.
Sul versante musicale, tre gli eventi organizzati dall'associazione "Solevante": 1 agosto, ore 22, corteo ritmico e concerto del gruppo "La Bandita", in concomitanza con la Cuccagna; 22 agosto, ore 21, in vico Balbo, "Danze e suoni della tradizione popolare" con il gruppo folk "La Jura"; 28 agosto, ore 21, concerto jazz "Angeli negli angoli", in piazza Plebiscito. Ancora musica, poi, il 2 agosto con il gruppo folk colombiano e il Concorso canoro nazionale "Una voce per Sanremo" , e il 9 agosto, ore 21 con l'esibizione di gruppi locali del "Music live day".
Diverse le altre proposte: 24 luglio, ore 20.30, alla Cittadella della cultura, rappresentazione conclusiva del laboratorio di ceramica del Centro diurno; 28 luglio, ore 21, in corso Vittorio Emanuele, selezione provinciale di Miss Italia; 3 agosto, Sagra del pane e dell'arrosto, ospiti i comici di Zelig (Bruschetta, Antonio e Michele, Diego Parassole) e dal programma "La sai l'ultima?" Laura Leo; 10 agosto, notte di san Lorenzo alla Lipu, con degustazione di prodotti tipici ed esibizione del gruppo musicale "Li ciucci arripizati"; 16 agosto, Perrini day, degustazione di prodotti alla masseria Carabella.
Torna per la seconda edizione, il 24 agosto, il corteo storico "D'Azzia sposi a palazzo", che a partire dalle 18 porterà in giro per il paese i figuranti e sbandieratori (tra cui quelli di Fasano e Barletta) e, nei panni del marchese e della sua dama, Fabio Salvatore e Ilaria Turi. L'evento in costume, che ricorda l'ingresso a Laterza del giovane marchese Giuseppe D'Azzia nel 1610, ha coinvolto anche numerosi sponsor privati tra cui la filiale laertina della Banca di Credito Cooperativo di Santeramo, che ospiterà anche uno degli abiti storici riprodotti dagli affreschi della Cantina spagnola, fino al giorno del corteo.
La programmazione vede gli ultimi due appuntamenti nel mese di settembre, entrambi in piazza Plebiscito: il 7 settembre, ore 19, mostra fotografica "Ninos y maiores de la calle de Mexico"; il 13 settembre, ore 19, saggio rappresentativo "Le mani in pasta 2" a cura degli alunni dell'Istituto d'arte.
Anna Lisa Carrera - Corriere del giorno

domenica 20 luglio 2008

Risposta semplice ad accuse incomprensibili

«Si vuole contezza dell’attività dei consiglieri comunali Pd? Basta sfogliare qualche pagina del nostro blog». Lo scrive, via web, Davide Filippo Bellini, coordinatore del Partito democratico cittadino, in risposta indiretta ai tre socialisti autonomisti del direttivo sezionale del suo partito, Franco Bruno, Franco D’Anzi e Antonio Losito, che, nei giorni scorsi, avevano pubblicamente espresso critiche anche pesanti sull'azione di opposizione svolta in consiglio dal Pd laertino. Un’opposizione «non ancora entrata nel gioco politico», un’opposizione «senza responsabilità» che «non amministra e non controlla».Occhio al blog, dunque: «Ci sono le interpellanze dettagliate e commentate, ci sono le proposte portate in Provincia, è spiegato e ampiamente discusso il consiglio intercomunale sulla Sanità nella zona occidentale, che aveva lo scopo di migliorare la qualità del servizio sanitario nelle nostra comunità» elenca Bellini. E c'è altro: «Il Pd di Laterza si è sempre aperto alla comunità, non solo in campagna elettorale, per affrontare temi di interesse comune, vedi l’incontro con Florido, o per diffondere e pubblicizzare iniziative utili ai cittadini, vedi Bollenti Spiriti e Principi Attivi, o per denunciare situazione strane, vedi l’incontro su Energia e Parco delle Gravine».
Fatti, insomma. Per chiunque voglia toccare con mano. «E non dobbiamo dimenticare - ricorda Bellini, con riferimento agli afrori di tramontana della Progeva - che solo i consiglieri del Pd erano presenti alla manifestazione pubblica sulla famosa puzza». Concludendo: «Da un punto di vista puramente matematico è facile conteggiare il lavoro svolto», ma se si vuole passare alla «qualità» non è poi così difficile, ribadisce il coordinatore Bellini, «apprezzare l’attività svolta dai nostri consiglieri e dal coordinamento del Pd».


Intanto sul dubbio sollevato, nello stesso comunicato stampa, dai socialisti autonomisti del Pd in merito alla «costituzionalità» del massimo consesso laertino, dove la maggioranza di centrodestra «toglie la libertà di confronto politico e civile» e, appunto, «non riesce a trasformare in “costituzionale” l’opposizione», si registra un intervento dell’avvocato Nicola Saccomanni, assessore e consigliere di Forza Italia. «Ci spieghino Bruno, D’Anzi e Losito - dice Saccomanni alla Gazzetta - che cosa loro intendano per “costituzionale”, per dare a noi la possibilità di capire di più e, magari, di tornare a scuola, a riscrivere il diritto». E poi: «Ma di che cosa stanno parlando?».
Franco Romano - Gazzetta del Mezzogiorno

sabato 19 luglio 2008

I MILLE, I MILLE

di Gianluca Galletto*

Io sono un Invisibile cari amici e compagni di spedizione.

Io sono un Invisibile perché sono un italiano d’altrove, un carbonaro che vive in America e guarda l’Italia finire in polvere.
Io sono un Invisibile perché ho 20 anni di esperienza politica e nessuna possibilità di dare voce alle ragioni dello sconforto e alla forza della speranza.
Sono un Invisibile, cari dei Mille, perché vengo dalla più straordinaria esperienza di partecipazione popolare che la storia moderna Americana ricordi, ho fatto il porta a porta per Barak Obama ed ho capito perché resto ancora un invisibile per la politica italiana..
Ho fatto esperienze nel partito democratico americano con alcuni dei suoi leader piu importanti. Mi sono trovato fra le elite politiche ed economiche più importanti del pianeta. Ma è solo l’esperienza del grassroots, della politica dal basso, nel territorio, come si suol dire, che mi ha arricchito di più. Ed e’ su questo punto che ho visto l’abisso che separa il nostro PD dal loro. Migliaia di volontari da tutti gli angoli d’America a lavorare, stato per stato, città per città, nelle centinaia di comitati elettorali. Solo per una causa. Organizzati in maniera professionale. In Ohio, per esempio, a bussare alle porte con me a -10, c’era la maestra d’asilo e l’avvocato d’affari di Goldman Sachs che guadagna mezzo milione all’anno.
Ho fatto gli ultimi giorni di campagna elettorale in Puglia lo scorso aprile e nei comitati elettorali c’era qualche volontario sonnecchiante a girarsi i pollici, nell’illusione che il leader nazionale e un po’ di presenza nei media fosse sufficiente. Il porta a porta poi, il dialogo con le persone, il saper ascoltare, sembra dimenticato nella notte dei tempi. Nella politica dei vecchi partiti, che almeno questo lo sapevano fare.
Ora ho bisogno di 5 minuti per rendere visibile la mia rabbia per la condizione in cui versa l’opposizione italiana in questo momento di emergenza democratica e di precarietà esistenziale prima che politica…
Non mi rappresenta Veltroni quando dalle reti Mediaset liquida una piazza indignata e boccaccesca ma reale nelle istanze dimostrando una certa assenza di sensibilità verso la pancia di una parte del paese. Per non parlare della pancia del resto del paese. Soprattutto di quella che vota PDL e Lega.
Mi rendo visibile per seguire il consiglio del mio conterraneo e grande scrittore Gianrico Carofiglio che da Senatore dice che al Pd manca un vocabolario.
Sono d’accordo…alla lettera P per me c’è solo una parola: primarie vere e sempre per tutte le cariche elettive. Io le primarie le vorrei istituzionalizzate. E gestite dall’amministrazione pubblica come qualsiasi elezione. Quelle sono primarie vere. Così si fa nel paese in cui risiedo e al quale si è deciso di ispirarsi. E invece di quel paese si prende solo la superficie, nonostante sento riempirsi la bocca di nomi in inglese, di leader storici come Kennedy e King, quando poi, a parte poche eccezioni, non si sa neanche declinare il verbo essere al presente. In inglese.
Badate, io non penso affatto che le primarie siano sempre utili. Sono però un criterio trasparente e “fair” per selezionare i candidati. So bene che nel resto d’Europa non si fanno. Il problema è che noi non abbiamo scelto la socialdemocrazia europea come modello, ma i Democratici americani. Inoltre, cosa più importante, noi non siamo un paese normale. Da noi servono. Siamo pieni di rendite di posizione e di giardinetti recintati in economia e nella società in generale. Ma lo siamo anche molto nella politica. Vorrei che la politica fosse liberalizzata. Non solo l’economia. Solo così possiamo sbloccare le tante energie che servono al paese. Mi si dice: sono i partiti che devono saper formare e selezionare la classe dirigente istituzionale. Bene, ma da noi non sono in grado da almeno vent’anni di assolvere a questo compito e meno lo saranno in futuro, anche perché non ci sono più soldi per farlo.
Alla lettera D io però metto la demagogia, la demagogia del marketing che mi ha reso un invisibile incazzato e che mi fa dire che non mi rappresenta Marianna Madia a 27 anni, non mi rappresenta Umberto Veronesi a 83, stavano meglio dove stavano, al centro studi e in ospedale. Il loro talento serve li’. Al loro posto, quelli sì mi avrebbero rappresentato, uomini e donne tra i 35 e i 50 che da almeno 15 anni si occupano di amministrazione pubblica, assistenza sociale, funzione normativa, gente che viene dall’economia e dall’impresa, gente che si sporca le mani con quel che resta del Pil di uno Stato bancarottiere. Non la crema della società civile, ma quello che sta sotto e la regge.
Non mi importa che scrivano libri. Vorrei solo che sapessero come far passare leggi migliori. Vorrei che sapessero amministrare bene il Paese in una fase storica in cui sono in atto cambiamenti epocali enormi che ci passano sopra la testa. Vorrei che un minimo li capissero i grandi cambiamenti in corso. Vorrei che capissero che l’Italia è ormai solo un giardino in una foresta amazzonica. Vorrei, soprattutto, che fossero in grado di incidere, almeno per quel che appunto si può quando si è in un giardino dentro una foresta enorme.
Non sono rappresentato da questo pensiero politicamente debole che rinuncia ai diritti civili per costruirsi una morale spuria e ambigua.
E soprattutto, non accetto più il ricatto del “se non voti noi arriva Berlusconi, arriva Alemanno”. E allora? Se mi continui a dare la stessa sbobba invece di una benedetta minestra decente, magari dicendomi pure che è un piatto da gourmet, io non ti voto e mi prendo la minestra del vicino. Che sara’ amara, ma certamente non mi fa vomitare! E ancora: “Come si fa a dire a questo o quello che non deve ricandidarsi?”. Come si fa? E’ semplice: “trovati un lavoro vero e non rompere i coglioni”. E allora, visto che non è carino, e in più chi lo deve dire spesso e’ nella stessa situazione, lasciamo decidere al popolo.
Siccome non sono rappresentato dai figli di qualcuno che c’era già stato, da chi porta cognomi senza un qualche imbarazzo, dai capicosca di clan intellettuali così minuscoli che non hanno più bisogno di salotti, bastano gli sgabuzzini a riunirli, ed è per questo che se vogliamo davvero uccidere i padri ecco alcune armi:

Aprire il Partito tramite le Primarie.

Chiedere all’attuale gruppo dirigente di fare silenzio! Fare silenzio perché altrimenti siamo costretti a dire che sono una classe dirigente sempre perdente, sopravvissuta trent’anni grazie a rotture e mutilazioni, è ora di ascoltare le ragioni, le idee e le proposte di una nuova generazione prima che si bruci del tutto.
Forse bisogna ricordare la grande lezione di Tony Blair che al momento di farsi da parte disse che il potere, almeno ogni tanto, occorre lasciarlo e che i politici sono come i pannolini, bisogna cambiarli spesso e sempre per lo stesso motivo. E lui una rivoluzione l’aveva fatta!
Parliamoci chiaro, questo gruppo dirigente non ha prodotto quasi nulla di ricordabile negli ultimi 15 anni, a parte l’Euro (e pure su quello ci sarebbe da ridire nella parte relativa alla gestione del changeover). Le tante buone cose che anche si potevano fare, e alcune avevamo cominciato a fare, come le riforme di Bersani, una lotta finalmente incisiva all’evasione, per citare qualche esempio, non si sono comunque portate avanti perche al governo ci siamo stati pochissimo. Per cui e’ come non averle fatte. E cari amici, quando abbiamo vinto, abiamo vinto solo con Prodi.
Non penso sia un problema di questo o quel leader. Di molti di questi ho grande stima e ammirazione. Tanti hanno avuto molto coraggio, soprattuto nella scelta di fondare il PD. Ma è una generazione e un gruppo di dirigenti che si sono formati politicamente - e non solo - in un’epoca in cui l’Italia era chiusa. Il mondo era diverso e non attraversato dalle correnti della globalizzazione che sono potentissime. L’Italia è un piccolo paese. Una piccola nave abituata a navigare nelle quiete acque del Mediterraneo si trova ora in mezzo all’oceano che in questa fase particolare e’ anche in piena tempesta. Al timone servono persone che nell’oceano ci hanno un minimo navigato. Le grandi tempeste, per lo meno le hanno viste in faccia.
E’ possibile che questo gruppo dirigente possa fare un atto d’amore e preparare il suo superamento? Non immediato, anche graduale. Ma che entro un anno lo si faccia. Sarebbe un atto d’amore verso il paese, verso il partito e verso se stessi.
E allora vorrei che esso, a cominciare da Veltroni lanciasse una grande audit su scala nazionale in cui tutte le forze migliori che hanno a cuore le sorti di questo Paese vengano chiamate ad esprimersi sul futuro del Partito e sui meccanismi di selezione della classe dirigente.
Fatelo per il Paese!

Chi non conosce la storia è destinato a riviverla. Non permettete che si uccidano ancora nell’animo e non con la violenza altri Piero Gobetti, di cui l’Italia sembra ormai piena.


*Gianluca Galletto, 38 anni, è pugliese di Grottaglie. Risiede a New York da due lustri ed è dirigente di un importante fondo di investimenti. La Puglia se la porta dentro fin dalla laurea in Economia alla Bocconi ed ha cominciato a sentirla a ancora più lontana negli anni di Bruxelles e del suo lavoro alla Commissione Europea. Ha deciso di trasferirsi negli USA nel '96 per proseguire gli studi a Yale. Esperto di mercati finanziari, collabora con testate giornalistiche e televisive (Il Sole 24 Ore, l’Unita, Bloomberg Investimenti, RAI TV) e con riviste specialistiche come quelle del centro studi NENS diretto da Bersani e con la Fondazione Italianieuropei. Da sempre appassionato di politica ha dato voce alle istanze degli italiani all’estero della vecchia e della nuova generazione col sogno di contribuire alla crescita morale e civile del suo Paese. Con tenacia e dedizione ha contribuito a fondare nel 2003 l’Ulivo USA per il quale ha coordinato varie di attività di promozione del centrosinistra negli USA in appuntamenti quali le primarie 2005, la campagna dell’Unione 2006, le primarie 2007, la campagna del PD nel 2008 in Nord America e in Puglia. La passione per il nuovo che avanza lo ha travolto al punto da congelarsi le membra bussando alle porte come volontario durante la campagna elettorale in Ohio di Barak Obama.

venerdì 18 luglio 2008

Brunetta e l'assenteismo dei parlamentari

I dipendenti pubblici hanno una cattiva fama. Su di loro si dice di tutto. Assenteisti, con il doppio lavoro, raccomandati dai politici, scortesi con i cittadini. Il ministro della Funzione Pubblica Brunetta ha deciso di dare un giro di vite all’assenteismo. La visita del medico fiscale sarà sempre obbligatoria anche nelle ipotesi di prognosi di un solo giorno. Nessuno potrà più sgarrare. Brunetta chiarisce che il medico potrà piombare a casa del dipendente pubblico a qualsiasi ora “al fine di agevolare i controlli”. Ad ogni malattia si applica la decurtazione di “ogni indennità o emolumento, aventi carattere fisso e continuativo e trattamento economico accessorio” quantificabili nel 25-30% della retribuzione.Brunetta mi piace, è uno tosto, che sa farsi rispettare, come Napoleone di cui ha la stessa statura. Le sue direttive, ne sono sicuro, colpiranno come la folgore anche i dipendenti pubblici per eccellenza, i parlamentari.Da una elaborazione de Il Sole 24 Ore, con riferimento ai dati Camera e Senato a fine 2007, si può scoprire chi sono gli assenti alle votazioni parlamentari. Brunetta mandi subito un medico fiscale ad Arcore. Silvio Berlusconi è infatti il primo assoluto con il 98,5% di assenze alla Camera. Se non è primo non è mai contento. L’attuale portavoce del PDL, Capezzone, ha totalizzato il 67,6%. Nei primi 10 c’è Sandro Bondi, in settima posizione, con l’87,5% e in quinta l’ex piduista Cicchitto con l’89,9%. Tutti pidilellini in fuga dal lavoro. Brunetta li faccia pedinare, vorremmo tutti sapere dove vanno, cosa fanno, se incontrano Veltroni.Al Senato per il PDL le cose non migliorano. La posizione numero uno è di Marcello Dell’Utri, 41,1% di assenze. Secondo assoluto il doppiolavorista Ghedini con il 38,7%. Un avvocato pagato dai cittadini con lo stipendio da parlamentare per difendere Berlusconi in tutti i tribunali d’Italia. Il re del doppiolavoro, un mito. Una soffiata per Brunetta: mandi subito un medico al tribunale di Milano, coglierà il Ghedini sul fatto mentre difende lo psiconano al processo Mills.Se i dipendenti pubblici avessero le percentuali da desaparecidos dei parlamentari potremmo chiudere i ministeri e nessuno se ne accorgerebbe. Ma il Parlamento esiste veramente? Se un parlamentare non va a lavorare per un solo giorno Brunetta mandi il medico fiscale. Nel caso sia un condannato, un prescritto, un inquisito (quindi spesso) faccia accompagnare il medico dai Carabinieri (per proteggerlo).

da
http://www.beppegrillo.it/

Piano di gestione “Area delle Gravine”

Nell’ambito del POR PUGLIA 2000/2006 (misura 1.6.Linea d’intervento 1/c) la Provincia di Taranto è risultata beneficiaria di un finanziamento da parte della Regione Puglia finalizzato alla realizzazione del Piano di gestione del SIC-ZPS “Area delle Gravine”.
Lunedì prossimo, 21 luglio, alle ore 10, nel salone di Rappresentanza di Palazzo del governo si terrà un incontro per l’illustrazione del lavoro in corso di realizzazione con l’obiettivo di garantire la massima partecipazione e condivisione del progetto.
Il Piano di gestione dell’area SIC-ZPS (Siti di Interesse Comunitario – Zona di Protezione Speciale) ha la finalità di regolamentare l’uso del territorio in modo da assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat naturali e seminaturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario. Il Piano di gestione ha l’obiettivo di salvaguardare l’efficienza e la funzionalità ecologica degli habitat e/o specie per i quali il sito è stato individuato contribuendo così a scala locale a realizzare le finalità generali della Direttiva CEE di riferimento.
I contenuti del Piano di gestione sono disciplinati dal decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio del 3 settembre 2002 ed è stato elaborato, nell’ambito dell’Assessorato alle Aree Protette guidato da Pietro Giacovelli, dal gruppo di lavoro appositamente costituito di cui fanno parte Antonio Ruggieri, Paolo Caramia, Beatrice Bernardini, Lea Tenore, Filippo Bellini, Roberta Serini, Pierfrancesco Semerari, Alfonso Matarrese, Enrico Perrino e Salvatore Adamo.

giovedì 17 luglio 2008

Vivere senza paura

Si è complicato tutto. Intorno a me vedo gente che ha paura, una sorta di minaccia incombente di perdere tutto. Non è la solita sfiducia o lamentazione degli italiani, c’è qualcosa in più che sta accadendo e che genera preoccupazione. La società, questa volta, rischia di condizionare una politica debole e squalificata.
La stessa speranza nel nascente Partito Democratico, dopo la sconfitta elettorale, si è arenata di fronte alla crescita di correnti, girotondi, manifestazioni che alimentano un calderone mediatico e politico dove non si sa più bene di che cosa si parla.
Oggi, a distanza di diversi mesi dalle primarie del 14 ottobre, faccio fatica a tenere bene in mente i motivi che mi hanno spinto ad impegnarmi con entusiasmo per la nascita del “partito nuovo”: ricambio generazionale e pari opportunità tra i generi, apertura alla cittadinanza attraverso le primarie, un partito popolare capace di farsi carico delle istanze dei cittadini in grado di dialogare con il mondo associazionistico, valorizzando le decisioni sul territorio e il più vicino possibile ai cittadini.
Malgrado ciò rimango convinto del ruolo e dell’importanza della politica e dei partiti. La politica, per essere tale, può e deve aiutare i cittadini a vivere senza paura. Una politica che deve costruire una società solidale capace di contrastare i modelli attualmente in voga come il binomio “ricchezza/povertà” che genera disuguaglianze e poi l’insicurezza (il tema più devastante della società occidentale intesa come paura dell’altro).
Questa non è retorica ma sono i punti cardini di un Partito Democratico che deve abbandonare la sua autoreferenzialità e deve ritornare a funzionare per “il bene dell’Italia”. Per questo saluto con piacere l'avvio del primo tesseramento Pd (2008/2009) che dovrebbe garantire e costruire un senso di appartenenza tale da garantirgli la solidità di cui ha bisogno. Non condivido le correnti e le diverse associazioni, che in questi mesi sono nate, in quanto indeboliscono e dividono il partito senza portare contributi utili al suo radicamento e rafforzamento. Continuo invece a condividere la linea politica e l’operato di Veltroni che, a mio avviso, rappresenta il leader adatto per innovare la politica italiana e ridare fiducia ad un paese che ha smesso di sognare.
Franco Catapano

IL PARTITO DEMOCRATICO PER IL RILANCIO DELL'AGRICOLTURA JONICA

L'europarlamentare Enzo Lavarra, l'on. Ludovico Vico, il Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido e Francesco Passeri della Confederazione Italiana Agricoltori nonché il segretario del PD di Palagianello Egidio Pastore hanno il piacere di invitarVi all'incontro pubblico che si terrà sabato19 Luglio 2008 alle ore 18:00 presso l'Aula Consiliare del Comune di Palagianello sita in Via Massimo D'Azeglio, 1 sul seguente tema:

IL PARTITO DEMOCRATICO
PER IL RILANCIO DELL'AGRICOLTURA JONICA

Nulla è perfetto, ma tutto è perfettibile.

Non e' difficile quantizzare l'attivita' dei consiglieri del PD, basta sfogliare qualche pagina del nostro blog.
Ci sono le interpellanze dettagliate e commentate, ci sono le proposte portate in Provincia, e' spiegato e ampiamente discusso il consiglio intercomunale sulla Sanita' nella zona occidentale, che aveva lo scopo di migliorare la qualita' del servizio sanitario nelle nostra comunita;.
Peraltro il PD di Laterza si e' sempre aperto alla comunita', non solo in campagna elettorale, per affrontare temi di interesse comune, vedi l'incontro con Florido, o per diffondere e pubblicizzare iniziative utili ai cittadini, vedi Bollenti Spiriti e Principi Attivi, o per denunciare situazione strane,vedi l'incontro sul Parco delle Gravine.
Non dobbiamo dimenticare che solo i consiglieri del PD erano presenti alla manifestazione pubblica sulla famosa "PUZZA".
Da un punto di vista puramente matematico e' facile conteggiare il lavoro svolto, ma se vogliamo valutare il lavoro svolto anche da un punto di vista qualitativo, non credo che sia difficile apprezzare l'attivita' svolta dai nostri consiglieri e dal coordinamento del PD.

Davide Bellini - coordinatore cittadino Pd Laterza

Federalismo SI, Federalismo NO

Il tema non è dei più balneari, tuttavia è durante l’estate che i Governi in genere fanno cose poco raccomandabili. Quindi attenzione al federalismo, lo dico ai tanti italiani che da questo si attendono, in buona fede, più responsabilità e meno sprechi. Io diffido e temo sia il secondo modo, dopo l’Unità d’Italia, per lasciare il Sud al palo, il quale beninteso ha contribuito non poco per restarci.
Innanzitutto lancio un appello ai vari studiosi per capire se la storiella delle sacco alle finanze del Regno delle Due Sicilie per finanziare la industrializzazione del Nord sia vera o solo una balla per nostalgici.
Chiarito questo vedo preoccupanti similitudini con quello che avvenne dopo l’Unità d’Italia, con tassa sul macinato, leva obbligatoria e compagnia bella. Ora la spartizione dei pochi pani e pochi pesci rimasti in saccoccia allo Stato Italiano dopo quasi 150 di Unità. Cioè unirsi quando conviene e dividersi quando non conviene più, con un decisore unico, il Nord.
Inauscultata pars, il solito Sud. La mia Regione, la Puglia a quanto pare quest’anno riceverà circa 400 mln di euro in meno per la Sanità. Mentre una clinica privata milanese, faceva operazioni chirurgiche non strettamente necessarie. Credo che alcuni settori come difesa, ordine pubblico, giustizia, sanità, istruzione siano poco privatizzabili. E quello che lo è meno di tutti è sicuramente la forma statuale.
L’Italia è già così piccola e insignificante nel vasto mondo. Ha senso dividerla ? Il federalismo è già nei fatti. Nord e Sud non potrebbero essere più diversi da come sono. I fondi ordinari statali per il Nord sono pari a quelli straordinari per il Sud. Il legislatore oltre alla realtà nuda e cruda ha già anticipato la pseudo-rivoluzione leghista. Quella che riporta al comando chi c’era già. Seconda questione : è vera la storia raccontata tempo fa da un quotidiano circa ordinari, massicci finanziamenti alla Lega da parte di una multinazionale della birra ? Sarebbe bene che un pò di giornalismo sollevasse un pò di polvere, a destra e sinistra per liberarci di un pò di zavorra.
E’ singolare penso, che il Governatore della Sicilia si chiami Lombardo. Nomen omen, dicevano i nostri illustri predecessori con cui tranne le antiche vestigia non abbiamo assolutamente più nulla da spartire. Tuttavia devo dire che la Sicilia vista con gli occhi di un pugliese appare più snella negli iter autorizzativi. Anche se fonti autorevoli mi confermano che non è la stretta legalità che anima queste corsie preferenziali. Si tratti di energie rinnovabili o altro.
Più veloce inoltre la Sicilia nell’erogare la carità europea (leggi fondi P.o.r.) i quali non hanno equiparato un bel nulla. Più accurata in alcuni settori, come quello della formazione. Tuttavia sfido io nel 2013 a considerare indifferente lavorare ed abitare a Palermo piuttosto che a Milano, fatto salvo naturalmente il clima. Ma alcuni, oramai ritengono anche questa troppo compromessa.
Di poche settimane fa, il trasferimento di due bancarie dalla città della Madunnina a Lugano, considerata la prima troppo ingrata. Ma comprensibilmente nel 2008 la ricetta non può essere ancora e sempre emigrare. O no ?

di Nicola Natale - da http://www.girodivite.it/
Segnalazioni :
Manovra, verso la fiducia. Opposizione contesta. Il ministro: ridurre il deficit senza alzare le tasse. E punta sul federalismo. Berlusconi sulla protesta degli agenti: "Nessun taglio".
Annunciati 400 milioni. Veltroni in piazza. Casini: "Le riduzioni ci sono".
Governo a colpi di fiducia di CLAUDIA FUSANI
Iva, bocciato il condono '98-'01Corte Europea: "Favorite le frodi"L'organismo di giustizia condanna l'Italia: "Provocata la rinuncia generale e indiscriminata all'accertamento delle operazioni imponibili". Il provvedimento era nella Finanziaria 2003 (Berlusconi, Tremonti). Poste, chiesta la restituzione degli aiuti 2005