venerdì 31 ottobre 2008

Ilva, Vendola: «basta con le menzogne»

All'Ilva di Taranto materiale radioattivo?
TARANTO - Nei camini dell'Ilva di Taranto potrebbe esserci materiale radioattivo. E’ quanto paventa l’Associazione italiana leucemie (Ail), e PeaceLink, che hanno inviato una lettera al ministro dell’ Ambiente e al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per chiedere loro di verificare se anche nel capoluogo jonico esista questo pericolo.



Ilva, Vendola: «basta con le menzogne»
Il sindaco di Taranto ha chiesto al ministero dell'Ambiente lo stato delle procedure sugli interventi a tutela dell’ambiente da parte dell’Ilva . Oggi ascoltati in commissione regionale due dirigenti Ilva sulle emissioni inquinanti, in particolare la diossina

Ilva, la Regione studia una legge anti-diossina

La Regione prepara la legge anti diossina. E l´Ilva risponde: il presidente della società, Emilio Riva, ha inviato una lettera al Governatore Vendola, al ministero e a tutti gli enti locali, chiedendo loro di accelerare le autorizzazioni necessarie a realizzare l´impianto che permetterebbe di limitare le emissioni inquinanti
Leggi l'articolo

• Il ministro Prestigiacomo: l'Ilva emetteva diossina anche con Prodi...
• La risposta del presidente Vendola: «La realtà è ben diversa»
• Arpa Puglia smentisce il ministro

Taranto, 13 settimane di Cigper oltre duemila operai Ilva
La decisione è stata assunta dal gruppo Riva in quanto la siderurgia sta attraversando un grave periodo di crisi e si stima che almeno la metà della produzione resti invenduta

Conferenza Stampa Aperta

Il Partito Democratico, sezione di Laterza, La invita a partecipare alla conferenza stampa sul tema:

"Il PD per Laterza"

presso la nostra sezione in Via Porta Pia, 12 a Laterza il giorno 31 Ottobre alle ore 20

Durante la conferenza stampa saranno presentate un piano di iniziative di approfondimento su sanita', sviluppo economico, tutela ambientale e scuola.

Il Pd di Laterza inoltre informerà la stampa sugli ultimi sviluppi in merito a: medico del 118, Progeva, Scuola e iniziative consiliari.

giovedì 30 ottobre 2008

GISELLA E LA SCUOLA

Dotato di una fede fanatica nel cosiddetto "successo", evangelista di se stesso e del proprio verbo ("Lo voglio bene al mio Paese”, “Ho fatto”, sono le sue sciocche parole ricorrenti nei suoi discorsi sconnessi), Gisella KRISTALLIN rappresenta il simbolo del mutamento culturale e antropologico avvenuto nell’ ultimo ventennio, fatto del nulla, della sopraffazione, forte con i deboli, debole con i forti.

Può sembrare un’affermazione forte nei confronti di Gis, perché in fondo in fondo, ma proprio in fondo, è un buontempone, un “compagnone” si direbbe: basta che non va di mezzo la sua poltrona.

Dotato di grande cultura, fine dicitore, a Urbino dove era ospite di amici universitari ha primeggiato nelle discussioni con il suo silenzio e i suoi rutti e, ahimè, avendo ricevuto dallo psiconano di Arcore la missione di diffondere cazzate in tutto il Paese, compito non facile, ieri si è recato, insieme all’onorevole PAI, al liceo scientifico per spiegare agli studenti tutte le inesattezze che i comunisti dicono sulla riforma del duo GEROLMINI-TRITAMONTI.

Accolto da canti e applausi, ha incominciato la predica scagliandosi prima contro l’autoritarismo del dirigente scolastico che impedisce ai ragazzi di andare a scuola con i grembiulini e di inculcare loro i germi della protesta nei confronti di Nostro Signore dei Tranelli che sta ad Arcore; poi ha contestato con i fatti e non con le chiacchiere la tesi dei comunisti che insinuano tagli alla scuola.

Da mago sublime qual'è, ha tirato fuori dal pantalone di PAI che sta a Roma ma vive a Castellaneta, la legge di riforma scolastica e ha dimostrato che non c’è nessun taglio.

Si tratta solo di stornare dei soldi da un capitolo all’altro, dal capitolo scuola pubblica a capitolo scuola privato; il resto sono solo falsità, menzogne che il Po(l)lo delle libertà di chi? sta scongiurando con la missione di "chiarezza e verità".

Sono i comunisti che barano, sono loro che mistificano la verità, sono loro che non capiscono i principi fondamentali della matematica per cui invertendo l’ordine degli addendi il risultato non cambia.

A fine discorso l'evangelista Gisella KRISTALLIN che "Lo voglio bene al mio Paese" è stato letteralmente circondato, in modo affettuoso, dai ragazzi, che hanno strappato brandelli del vestito, qualche ciocca di capelli, in ricordo dell’avvenimento e, mentre andava via ha fatto loro il dono della piazza per manifestare sostegno e affetto in onore dell'unto del Signore.

Legge Gelmini conferma tagli a sostegno per disabili gravi

Presidenza Osservatorio sulla legalità e sui diritti

Petizione al Capo dello Stato per affermare i principi costituzionaliCon l'approvazione del Senato, il ddl Gelmini è legge. Purtroppo essa non rimedia alla piena attuazione, già decisa da questo governo, della disciplina relativa alla determinazione dei posti di sostegno per gli alunni disabili di cui alla legge finanziaria 2008, cioè alla finanziaria varata dal precedente governo, che prevedeva il rapporto 1:2 fra docente di sostegno e alunni disabili a prescindere dalla gravità.Con il ridimensionamento del sostegno, l'Italia si muove in controtendenza non solo rispetto alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, secondo cui "Gli Stati garantiranno la parità di accesso all'istruzione primaria e secondaria, alla formazione professionale, la formazione degli adulti e la formazione continua... Agli allievi che lo richiedono deve essere fornito un sostegno educativo", ma anche rispetto ad altri Paesi UE, dove ci si sta concretamente adoperando per la piena integrazione scolastica dei ragazzi con handicap.L'approvazione della legge rende dunque ancora più importante e urgente sottoscrivere la petizione dell'Osservatorio sulla legalità e sui diritti per il ripristino del rapporto 1:1 per il sostegno agli allievi con certificazione di gravità, al fine di sottoporre al presidente della Repubblica - che deve firmare la legge ed è garante della Costituzione - la conseguente violazione dei diritti costituzionali allo studio e allo sviluppo della personalità nonchè al diritto all'integrazione sancito dalla legge 104.La petizione - già sottoscritta da giuristi, medici, psicologi e da centinaia di cittadini - può essere firmata su



Firmare non è una scelta di contrapposizione ideologica, ma di civiltà.

Rita Guma,presidente


Osservatorio sulla legalità e sui diritti ONLUS http://www.italiopoli.it/www.aaalegalitadiritti.it
SEGNALAZIONI:

mercoledì 29 ottobre 2008

Ambiente, sì allo studio epidemiologico.

Si faccia il più presto possibile uno studio epidemiologico per indagare e scoprire, con metodo scientifico, le reali correlazioni tra impatto ambientale e insorgenza delle patologie che interessano i cittadini della nostra provincia. Per quanto ci riguarda, abbiamo già manifestato la disponibilità, che confermiamo, a sostenerne i costi”. Inizia così l’intervento dell’assessore provinciale all’Ambiente, Michele Conserva che fa il punto della situazione.
“Abbiamo scritto al ministero dell’Ambiente – aggiunge Conserva – per confermare il nostro impegno. Di questo studio, com’è noto, si parla da tanto tempo, noi siamo pronti a finanziarlo, insieme ad altri enti, mettendo a disposizione 100mila euro. Il Ministero dell’Ambiente, assumendo la documentazione dell’Ispesl e dell’Asl di Taranto, nonché le osservazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, ha già informato i diversi soggetti interessati di voler effettuare nuove indagini per l’individuazione delle criticità presenti in materia di salute pubblica. Secondo il ministero guidato da Stefania Prestigiacomo, anche le imprese, interessate al rilascio delle autorizzazioni, dovrebbero contribuire al finanziamento del progetto. Ed ecco perché riteniamo di straordinaria importanza il percorso pubblico attivato l’11 aprile scorso dall’Accordo di Programma per l’area industriale di Taranto e Statte. Peraltro, con l’annunciata nuova nomina dei componenti ministeriali della Commissione tecnica incaricata, ci auguriamo che possano trovare il giusto completamento le istruttorie già attivate per realizzare rapidamente la necessaria e tassativa valutazione di insieme relativa all’Impatto Ambientale delle realtà industriali ioniche. Noi stiamo offrendo il nostro contributo anche in questa senso, con la partecipazione dell’assessorato all’Ambiente della Provincia di Taranto nella persona dell’ingegner Domenico Lovascio.
Stiamo insomma procedendo con serietà – conclude Michele Conserva – per ottenere nel più breve tempo possibile i risultati sperati. Conoscere per intervenire con rapidità ed efficacia, quindi, nell’interesse della comunità ionica e per tutelare la salute dei cittadini. Siamo dell’avviso che su questi temi il dibattito ideologico serve a poco, molto più importante è la discussione di merito supportata dati certi e scientificamente rilevanti”.
Counicato Stampa- Assessore ambiente prov.le

SEGNALAZIONI:

Terra consumata, nel 2030 ce ne serve un'altra
CRONACHE L'allarme del Living Planet Report 2008 presentato a Londra di Stefano Rodi

Scheda 1234«La società dei consumi non è più sostenibile» di G.Bologna

Scandalo Diossina

Non è uno scandalo la rimozione dei tecnici dell’A.I.A. che avrebbero deciso l’autorizzazione a proseguire l’attività al gruppo Riva e la nomina di un gruppo di tecnici di fiducia del governo.
Era una decisione annunciata.
Forse, anzi, probabile, con tale decisione la bella ministra Prestigiacomo vuole demolire il prezioso lavoro svolto dall’ARPA e accontentare il ronzino della politica forza-italiata jonica, tale onorevole Pietro FRANZOSO, futuro candidato del pol(l)o delle libertà a Presidente della Provincia, il quale avendo interessi forti all’interno del gruppo RIVA (più grosso appaltatore), già in estate era intervenuto sulla querelle diossina affermando che sarebbe un errore fare rispettare all’Ilva le norme europee.
I dati che emergono dal monitoraggio dell`ARPA Puglia sulle diossine rilevate nell`ILVA di Taranto sono estremamente preoccupanti. Dal camino dell`impianto di agglomerazione l’ARPA ha rilevato la fuoriuscita media di 11,1 nanogrammi a metro cubo di diossina, mentre il limite europeo è di 0,4 nanogrammi a metro cubo.
Se il camino dell`impianto di agglomerazione fosse situato in Friuli Venezia Giulia l`impianto di agglomerazione sarebbe già stato fermato.
Lì infatti la Regione ha adottato il limite europeo di 0,4 nanogrammi a metro cubo per evitare che la diossina possa provocare cancro e malformazioni fra i nascituri.
Poiché la legislazione italiana non ha recepito il limite europeo, estremamente permissiva per l’emissione di diossine, può essere la Regione Puglia ad adeguare la propria normativa al limite europeo di 0,4 nanogrammi, così come ha fatto la Regione Friuli Venezia Giulia, pertanto si invitano i consiglieri regionali tarantini, i comuni, la provincia (silente) a farsi promotori della proposta.

Riforma Gelmini, protesta in piazza a Laterza

LATERZA - Girotondi, balli di gruppo, striscioni, palloncini colorati, slogan. E il sole della domenica: piazza centrale in festa, l’altroieri, a Laterza. E’ il “no Gelmini day” e, sotto sotto, è festa a denti stretti. In attesa di improbabili buone nuove da Roma. «Giù le mani dalla scuola pubblica», la sintesi. Sparsi nel rettangolo di piazza affiancato al monumento ai caduti, le ragioni, silenti e rumorose insieme, della protesta.
«Centotrentamila licenziamenti, complimenti» si legge sulla striscia di tela bianca stesa tra un fragno e l’altro: cifra approssimata per difetto, ma è un dettaglio nel festival dei numeri «sottratti» in nome della qualità. «Supertagli» per la scuola primaria, ma qui è il maestro unico a tenere, ovviamente non da solo, la scena. «Decreto Gelmini, diamoci un taglio» si legge sotto «Le zucche vuote» disegnate più in alto, quasi a dare «sfondo» alla mattinata laertina. Non mancano certo le figure retoriche alla scuola che funziona. Quella che c’è. L’altoparlante alterna musica a parole. Si parla di ricerca, di università, di turn over sbilanciato. Tagli mascherati, e neanche tanto. Non solo tagli, comunque. Anche «barba, capelli e shampo» riporta, tra riduzioni (orario, laboratori, materie, corsi serali), anni «ballerini» e privatizzazioni, il cartellone dedicato alla scuola superiore. Intanto un gruppo di bambini, pennarelli in mano, colorano la domenica. Altri, davvero tanti, girano in tondo, mano nella mano a genitori, studenti già adulti (nutrita la rappresentanza liceale), maestre (in team). Più in là c’è la fila, al tavolo delle firme: duecento in due ore, e si scrive ancora. Girano anche gli occhi dei curiosi, inseguendo gli striscioni che fanno da perimetro alla piazza che si apre sempre di più. «No allo smantellamento della scuola pubblica» si legge altrove, a rafforzare il concetto. Si continua a giocare con le parole. Si fa ossimoro con il «tempo pieno svuotato», e il sabato leopardiano si colora di «nero» con Maria Stella «che vien dalla campagna in sul calar di agosto» con il suo «mazzo di tagli tremontiani». Sorrisi strappati. Verso dopo verso, la parodia incalza: «A scempiare ella si appresta la scuola in tutta fretta». Difficile arrivi fino alla capitale. E da lì invece fanno sapere: «Approveremo il decreto così com’è». Tutta un’altra poesia.

Francesco Romano
La Gazzetta del Mezzogiorno
28 ottobre 2008

Sotto il grembiule, niente.

“L’approvazione del decreto Gelmini è un colpo durissimo per la qualità del sistema Italia e pone una inaccettabile ipoteca sul futuro dei giovani. Si è trattato di un atto di arrogante autosufficienza che snatura il corretto funzionamento democratico del Parlamento e separa sempre più l’esecutivo dalla società italiana. Per ragioni di propaganda il governo Berlusconi ha tolto l’Ici ai più abbienti usando le risorse per la Scuola, per l’Università e la ricerca. Peggiore servizio al Paese non poteva essere fatto. Mentre in tutto il mondo si investe in formazione, un settore strategico, in Italia Berlusconi, Tremonti e la Gelmini fanno esattamente il contrario deprimendo quello che dovrebbe essere il più importante motore della crescita e dello sviluppo del Paese. Ancora una volta questo Governo ha scambiato la forma con la sostanza. E’ proprio il caso di dire: sotto il grembiule, niente”.

IL DECALOGO DEI “NO” E DEI “PER” DEL PD NEI CONFRONTI DELLA SCUOLA

Per la scuola il PD è contro queste scelte del Governo Berlusconi perchè indicano percorsi e un’idea di scuola totalmente contraddittori rispetto alla scuola che vogliamo e di cui oggi il Paese ha estremamente bisogno: una scuola pubblica, di qualità, inclusiva, radicata nel territorio, che valorizzi il merito e non lasci indietro nessuno.

NO:

  • Ai tagli di 7,8 miliardi di euro in 3 anni sull’istruzione.
  • Al taglio di 87.400 docenti e 44.500 non di ruolo (precari).
  • Alla chiusura delle autonomie scolastiche con meno di 500 alunni e degli edifici scolastici con meno di 50 alunni.
  • Ad un insegnante unico nella scuola dell’infanzia e al ritorno all’anticipo per i bambini di due anni e mezzo.
  • Al maestro unico e alla riduzione dell’orario settimanale a 24 ore.
  • Alla riduzione del tempo scuola nell’infanzia, nelle elementari e nelle medie.
  • A ridurre di 2 anni il percorso di istruzione obbligatoria, ritornando all’obbligo a 14 anni.
  • Alle “classi di inserimento” per i bambini stranieri.
  • All’indebolimento dell’istruzione tecnica e professionale, con la riduzione delle ore di laboratorio e degli insegnanti tecnico-pratici.

Per la scuola il PD vuole e si impegna PER:


  • L’innovazione della scuola, perchè conosce i limiti, oltre alle straordinarie qualità, della scuola che c’è. Il PD propone norme e indirizzi per sostenere insegnanti e dirigenti nell’azione del cambiamento.
  • Realizzare una scuola più seria e rigorosa, che valorizzi maggiormente il merito e conduca tutti i ragazzi - tutti e non uno di meno - ai livelli di sapere e di competenze essenziali per affrontare la vita e il lavoro. Per questo l’obbligo di istruzione deve essere riportato a 16 anni e devono essere reintrodotti gli obiettivi di apprendimento nelle aree fondamentali che i ragazzi devono conseguire dopo 10 anni di istruzione obbligatoria.
  • Aumentare i posti negli asili nido, per avvicinarsi all’obiettivo europeo del 30% rispetto ai bambini 0-3 anni.
  • Diffondere l’esperienza delle “sezioni primavera” per i bambini dai 2 ai 3 anni, in alternativa all’anticipo e per diffondere l’offerta educativa anche in quelle realtà dove non c’è il nido.
  • Generalizzare la scuola dell’infanzia a tempo pieno, con due insegnanti.
  • Diffondere il tempo pieno alla scuola elementare e il tempo prolungato nella scuola media.
  • Applicare le nuove indicazioni nazionali per il primo ciclo(scuola dell’infanzia, elementare e media) e per i due anni dell’istruzione superiore obbligatoria.
  • Potenziare il diritto allo studio (borse di studio, libri di testo anche nella scuola superiore dell’obbligo).
  • Valorizzare la cultura tecnica e scientifica con adeguate modifiche dei piani di studio della scuola superiore.
  • Rafforzare l’istruzione tecnica e professionale, anche con l’ampliamento dei laboratori e delle esperienze di stages e di alternanza scuola-lavoro.
  • Portare tutti i ragazzi - tutti e non uno di meno - ad una qualifica professionale e almeno l’85% a un diploma di scuola superiore. Ciò significa ridurre decisamente la dispersione scolastica che ancora oggi è intorno al 22%.
  • Garantire l’apprendimento per tutto l’arco della vita, come diritto di ogni cittadino.
  • Supportare i processi di integrazione degli alunni stranieri e dei disabili.
  • Realizzare una scuola più sicura e di qualità.
  • Valorizzare la professionalità dei docenti.
  • Valorizzare le autonomie scolastiche.
  • Innovare gli organi di governo delle autonomie scolastiche e la partecipazione degli studenti e l’attuazione del “patto educativo” tra scuola, studenti e famiglie.
  • Attivare un sistema di valutazione, gestito da una “autorità esterna”, relativo al funzionamento delle autonomie scolastiche e ai risultati di apprendimento, in termini di crescita relativa, conseguiti dai ragazzi; la valutazione deve, inoltre, riguardare docenti e dirigenti scolastici.
  • Sì al miglior utilizzo delle risorse. No ai tagli indiscriminati.

E' essenziale che ogni risorsa per l’istruzione venga utilizzata al meglio, perchè i bisogni e le necessità di qualificazione sono tante e le risorse ad essi destinate non sono adeguate. Crediamo che l’obiettivo del Governo non è migliorare la scuola, ma impoverirla e destrutturarla con tagli insostenibili!

Perche' a Laterza non succede?

Gioia del colle, bimbi record nel riciclo della carta

GIOIA DEL COLLE (BARI) - «Per fare una tonnellata di carta bisogna abbattere 203 alberi alti 20 metri e noi a Gioia, grazie ai ragazzi, abbiamo virtualmente già salvato 1800 alberi». Lo afferma in una nota il sindaco di Gioia del Colle, Piero Longo, in riferimento è all’iniziativa “incarta la carta” nata dall’idea del primo cittadino di regalare, all’inizio dell’anno scolastico, quaderni di carta riciclata a bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, per sensibilizzarli al problema difesa-ambiente e per invitarli a raccogliere carta, in cambio di un premio simbolico.

Su invito del sindaco, domenica scorsa, 175 studenti di elementari e medie (accompagnati dai genitori) hanno consegnato alla Società gioiese per la raccolta rifiuti 8.865 chili di carta, tutti rigorosamente pesati e controllati. La media è di 50,6 kg. a testa, recuperati da settembre ad oggi, con risultati individuali dei primi tre classificati del mese rispettivamente di 396, 280 e 197 kg. raccolti. Sono i record di Giorgia Buttiglione (classe 4/d della scuola elementare San Filippo Neri) prima classificata ed oggi “maglia rosa” in questa gara a tappe che porterà alla vincita finale di una bicicletta, Patrizia Castellaneta (3/g Scuola Media Losapio) arrivata seconda, e Giuseppe Gisotti (4/d S. Filippo Neri) terzo.

da http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

martedì 28 ottobre 2008

"La scuola non si taglia"

LATERZA - Fare il girotondo in piazza per difendere la Scuola, in una tranquilla domenica d'ottobre, vale come un rito apotropaico. Si prova a scacciare il malocchio, perchè in fondo si cerca di evitare che finisca come nella filastrocca: «Gira il mondo, gira la terra, tutti giù per terra...».

Genitori, docenti e alunni (da sei a 18 anni) si sono ritrovati insieme, ieri mattina, nello slargo di piazza Vittorio Emanuele. Di là il Monumento ai Caduti, di qua il palchetto e gli slogan di quelli che, di “cadere”, non ne vogliono sapere.

In mezzo un banchetto per raccogliere firme a sostegno del neonato «Comitato Scuola»: valgono come una testimonianza (corposa: quasi 200 in un paio d'ore), visto che il decreto Gelmini va avanti per la sua strada.

E' previsto per mercoledì, infatti, l'ultimo passaggio parlamentare (al Senato) per la trasformazione in legge dello Stato.

Intanto, però, il dissenso prende sempre più corpo, ma senza eccessi. Anche in una periferia del Paese come è Laterza, dove però la la triade diritti-lavoro-istruzione resta un nervo scoperto. E allora la piazza dello struscio domenicale si trasforma in luogo di dibattito, forgia opinioni e rafforza convincimenti. Oltre gli schemi classici. Per cui non si vedono bandiere di partito e si può osservare una dirigente scolastica di lungo corso affrontare, superandola, la prova del girotondo con i suoi piccoli alunni.

Semmai i “colori” sono quelli usati dai bambini per dar forma e contenuto ai loro cartelloni. Non lo sanno ma è un po' come quando, quarant'anni fa, si spediva la fantasia al potere. Altri tempi e altre vicende.

A due passi, comunque, genitori e prof fanno i conti del decreto tanto contestato: 89.900 docenti e 44.500 Ata (bidelli e assistenti amministrativi) in meno in tre anni. «Un taglio - spiega un docente appena entrato in ruolo - che inciderà sui precari, che resteranno fuori dalla scuola. E i prossimi siamo noi, sempre più precarizzati».

Ma la vicenda è un po' più complessa: «Il grembiule e ilcinque in condotta - dice un altro “piazzaiolo” - sono interventi di facciata, non certo una riforma. La sostanza sta nel maestro unico, che assottiglia il corpo docente, e negli orari ridotti».

Una rapida indagine, chiarisce il concetto: nella scuola dell'infanzia si scende da 40 a 25 ore (il tempo ridotto che

diventa “nor male”), nella primaria il maestro unico ci starà solo 24 ore a settimana; nelle medie e nei licei è previsto un calo da 33 a rispettivamente 29 e 30 ore settimanali. Si scenderà da 34 a 32, invece, per gli istituti professionali e tecnici.

Meno ore, uguale meno insegnanti: non è un'opinione, ma matematica applicata nel decreto Brunetta sul contenimento della spesa nel pubblico impiego, Scuola compresa. Ovvio temere che ne derivi anche una minore qualità dell'istruzione: «Prendete il turn-over bloccato nell'Università – approfondisce il prof “inter rogato”-: vuol dire che per ogni cinque docenti che vanno in

pensione entrerà un solo ricercatore ». E per la materna, specie al Sud, sarà anche peggio: «Il calo da 40 a 25 ore - racconta un insegnante genitore - comporta l'intervento dei Comuni se si vuol coprire comunque quell'orario: e con quali soldi lo faranno? Forse se lo possono permettere al Nord, ma nonda noi...».

Un altro giro, tra uno striscione che parla di «zucche vuote» e uno che intima «no ai tagli alla scuola», ed un'altra fermata. Allora, più bidelli che carabinieri? «E' vero, ma nessuno dice che in Italia ci sono 42 mila istituzioni scolastiche e 5mila caserme...». Basterebbe fare una semplice proporzione, pare di capire. Il problema, cioè, è serio perchè tocca da vicino gente vera, non grafici, statistiche o sondaggi. «Solo a Taranto e provincia - fa notare un attivista della Cgil Scuola - rischiano di saltare 700 docenti e 200 Ata. E poi c'è il taglio delle piccole scuole sotto i 50 alunni, così come dei corsi serali e l'accorpamento degli istituti sotto i 500 alunni: ce ne sono una ventina che rischiano. Per questo il 30 ottobre saremo a Roma per lo sciopero generale con i sindacati schierati al completo, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda».

Anche da qui partiranno diversi pullman, uno pieno di liceali (solo over 18) del Vico.

In piazza c'è fermento, c'è chi discute e chi sorride. Soprattutto chi riflette. «Ho incontrato un precario – racconta uno di questi - che da 10 anni aveva la supplenza annuale e quest'anno non l'ha avuta: viene da piangere. Ma chi approva questi decreti in maniera ragionieristica sa che gioca con il futuro delle persone?». In fondo, per capire, bisogna esserci dentro. E qui, mentre gira il mondo, ci stanno fino al collo.


Massimo D'Onofrio

Da Leggere

CRONACHE Miracolo a Palermo di Cinzia Sciuto

In lotta per esistere e partecipare di Andrea Bagni

BLOG Una goccia nell'Onda

DOSSIER Legge 133

INTERVISTE Maria Zerbino insegnante / Gaia Benzi studentessa / Edoardo Ferrario docente universitario

APPELLO L’onda anomala non si fermerà!

COMMENTI Pellizzetti Si scrive Gelmini, si legge Tremonti

Giulietti Travolti da un'onda necessaria / Pardi Il diritto al futuro / Vattimo Istruzione, disastro bipartisan Tranfaglia Se l'istruzione è solo una spesa / G. Parisi Con i tagli alla ricerca a rischio il futuro del Paese Cremaschi Nel mirino chi rivendica diritti

Atenei in rivolta / Uniriot / I siti della protesta


Bari, Vendola in corteo con gli studenti
Il presidente della Regione Puglia si è messo alla testa di un corteo spontaneo di studenti contro il decreto Gelmini. Con lui anche il sindaco di Bari, Michele Emiliano e il presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella. E dal corteo grida entusiaste: «Nichi sei uno di noi»

• Emiliano: il 30 a Roma ci sarà anche il gonfalone di Bari

domenica 26 ottobre 2008

Laterza: in piazza per difendere la scuola pubblica

Riceviamo e pubblichiamo le foto dell'iniziativa pubblica del Comitato per la Scuola svoltasi questa mattina, 26 ottobre, in Piazza Vittorio Emanuele.

Nel corso dell'iniziativa, che ha visto la numerosa partecipazione di insegnanti, genitori e cittadini, ha avuto inizio la raccolta delle firme per chiedere al Governo di fare un passo indietro e di ritirare il cosiddetto Decreto Gelmini.


Approfondimenti :

Riforma Gelmini: testo integrale del piano programmatico
Schema di Piano Programmatico del Ministero dell' Istruzione, dell'Università e della Ricerca di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze




Nell'ultima riga leggiamo: la riduzione di 700 istituzioni scolastiche, comporterà conseguentemente la riduzione del personale scolastico (collaboratori scolastici, personale amministrativo, ecc) per un totale di 44.500 unità in tre anni. A questi vanno aggiunti i dirigenti scolastici delle sedi eliminate.

sabato 25 ottobre 2008

Salva la Scuola

Domani domenica 26 ottobre nel piazzale antistante la chiesa di Santa Croce in via Roma e in Piazza Vittorio Emanuele, raccolta firme per il ritiro del decreto Gelmini organizzata dal comitato genitori - insegnanti.

Non ci potrà essere futuro per questa società senza una scuola pubblica di qualità.

Aderite!

Ridare centralità alla scuola

Sono tempi difficili questi per tutti noi, docenti e famiglie, corresponsabili nell'educazione e nella formazione delle nuove generazioni.
Tempi difficili perchè si apre davanti a noi uno scenario che mai si sarebbe potuto immaginare, da qualsiasi parte politica provenisse.
Siamo di fronte ad un cambiamento radicale del sistema scolastico che certo non può dirsi inaudito dal momento che ricalca modelli superati da decenni, ma soprattutto che non offre una visione complessiva e un orizzonte culturale, un benchè "minimo progetto di uomo e di società" che giustifichi i provvedimenti intrapresi dal Governo.
Per sgombrare il campo da ogni possibile strumentalizzazione politica inviterei a non classificare a destra o sinistra quanto si afferma, non è possibile avere una visione sempre bipolare delle cose; almeno noi genitori ed insegnanti lasciamo da parte le appartenenze politiche per entrare nel metodo e nel merito di un provvedimento fondamentale per il futuro nostro e dei nostri figli. Almeno discutiamone, confrontiamoci, senza rassegnarci ad un passivo atteggiamento del "così è se vi pare". Se poi qualcuno vuole collocare a tutti i costi, lo faccia pure, ma non è questo il caso. Parlando del metodo della riforma.
Un decreto, intuito ma giunto quasi improvviso, mirato a ridurre drasticamente la spesa per la scuola, determinato unicamente da calcoli finanziari, senza un benchè minimo dibattito parlamentare, senza il coinvolgimento di coloro che sono i destinatari di tale provvedimento, cioè gli operatori scolastici e le famiglie, senza una plausibile e fondata motivazione che non sia economica, anzi che brucia in pochi e scarni articoli decenni di studi, di elaborazione e di sperimentazione pedagogica e didattica. Un decreto d'urgenza, quasi fosse la scuola la causa della crisi economica. E quando c'è da tagliare si sa, è il sociale a farne le spese: sanità, istruzione, sostegno alla famiglia.
I disastri causati invece dalle grandi aziende e dalle banche quelli bisogna sanarli, con i nostri soldi. Ma la scuola no, lì si può tagliare, lì si deve tagliare e subito, bypassanndo un dibattito che richiede tempi adeguati e coinvolgimenti generali, visto che non si parla di una infrastruttura, ma di persone. Se aggiungiamo il fatto che ad ogni cambio di governo la scuola deve quasi riposizionarsi, rimettere in discussione i percorsi avviati, con tanto di spese già sostenute, senza avere un quadro complessivo e lungimirante, che dia serenità e certezza in chi opera e in chi usufruisce di un servizio così delicato, allora comprendiamo come in Italia la scuola sia in una crisi profonda che non ha bisogno di indicatori economici, se pur legittimi, come criteri primi, ma di una visione condivisa dell'idea di persona e di società che vogliamo.
Parlando del merito, gli sconvolgimenti più drastici riguardano il primo ciclo della scuola italiana che, a detta degli osservatori internazionali, è il più valido e all'avanguardia. E sono vari gli aspetti che si intrecciano.Ci sono motivazioni che riguardano la complessità del sapere, ben diverso rispetto agli anni della nostra scuola elementare, che non possono essere semplificati e ridotti ad uno sguardo unico quale può essere quello di un solo insegnante, per quanto bravo possa essere. Il bambino che oggi arriva a scuola con un background di conoscenze e di abilità ha bisogno di ritrovare una unità del sapere, non una riduzione; e questo è quello che si può fare con una sinergia di insegnanti che riescono a programmare e a condividere (anche se a fatica) il percorso formativo, rispetto all'insegnamento di un unico docente "tuttologo" che, salvo casi eccezionali, difficilmente potrà essere esperto in ogni ambito e capace di utilizzare una pluralità di linguaggi comunicativi.
Se si aggiunge la riduzione del tempo scuola e l'aumento degli alunni per classe, allora tutto diventa irreale e ancor più irreale sarà la cura di un insegnamento personalizzato, attento soprattutto a quanti partono da livelli di svantaggio socio culturale.
C'è poi un aspetto di tipo relazionale, nella formazione del bambino, che richiede una pluralità di approcci già dall'ambito familiare (papà e mamma); per cui una pluralità di insegnanti, oltre che garantire una ricchezza di conoscenze e di competenze, significa anche garantire una diversità di relazioni e di approccio emotivo che può colmare e riequilibrare eventuali vuoti. "Una scuola nella quale si riducono contitolarità, collegialità, corresponsabilità nella progettazione, nelle attività didattiche, nella valutazione degli apprendimenti e nel recupero del gap maturato, difficilmente sarà rispettosa dei tempi e delle possibilità di ciascuno, quasi necessariamente lascerà alcuni indietro, abbasserà per loro gli obiettivi (bambini stranieri, in handicap, socialmente e culturalmentesvantaggiati)" (documento MIEAC).
A questo punto potremmo parlare di aspetti sindacali e occupazionali, ripulendo il discorso da generiche e screditanti sugli insegnanti che "avrebbero scelto la scuola perchè sempre meglio che lavorare". Ma questo è un altro grosso capitolo.
Per queste ragioni, brevemente esposte e per niente esaustive, che vogliamo trovare spazi di discussione senza precomprensioni e senza una insipida neutralità di posizioni. L'Azione Cattolica diocesana, associazione di laici che ha come finalità prioritaria la formazione delle coscienze secondo una visione cristiana della società, promuove la serata del 24 ottobre, rivolta essenzialmente ai Genitori, quali primi responsabili della formazione dei figli.

Luigi Sparapano - Domenico Savino


venerdì 24 ottobre 2008

FIRMA L'APPELLO

FIRMA L'APPELLO

Emissioni diossina a Taranto dell’ILVA S.p.A(rilevazioni Arpa Puglia)

12 Giugno '07 - 2,4 nanogrammi per metro cubo d’aria
14 Giugno '07 - 4,3 nanogrammi per metro cubo d’aria
16 Giugno '07 - 4,9 nanogrammi per metro cubo d’aria
Febbraio 2008 - 7 nanogrammi per metro cubo d’aria

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro dell’Ambiente
A tutti i rappresentanti italiani presso le Istituzioni Europee
A tutti i Parlamentari e i Senatori ItalianiAl Governatore della Regione PugliaAl Prefetto di TarantoAl Presidente della Provincia di TarantoAl Sindaco di Taranto
CHIEDIAMO
1. Predisposizione a brevissimo termine di un monitoraggio 24 ore su 24, ad opera dell’ARPA PUGLIA, delle emissioni inquinanti degli impianti: ILVA S.p.A, dell’ENI S.p.A., della centrale EDISON, dell’ENI POWER, della CEMENTIR.
2. Riduzione, in applicazione della normativa comunitaria (Decisione del Consiglio 2004/259/CE), del limite di emissione di diossina a 0.4 ng TE/m3 -0.4 nanogrammi per metro cubo normalizzato (valore espresso in tossicità equivalente), attraverso la modifica del Dlgs 152/2006 o attraverso la stipula di specifici accordi d'intesa tra lo Stato, la Regione Puglia, la Provincia di Taranto, il Comune di Taranto, e i gestori degli impianti industriali (art.5 co. 20 del D.L.vo 59/2005).
3. Potenziamento del registro Tumori della Provincia Jonica, al fine di avere a disposizione dei dati di incidenza e mortalità per neoplasie “scientificamente rilevanti”.
4. NON RILASCIO DELL' Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) all’ILVA S.p.A se non dopo l’indicazione (produzioni di dati e documenti) da parte della società: 1) delle tecnologie utilizzate per prevenire o ridurre le emissioni inquinanti (in particolare, benzene, PCDD-PCDF (diossine), polveri metalliche e IPA); 2) delle misure previste per controllare tali emissioni; 3) delle migliori tecniche disponibili utilizzate per prevenire o ridurre tali emissioni.

D I F F O N D E R E

Il diritto alla saluteè l’unico inalienabile e non comprimibile! Lo Stato italiano e gli Enti localinon possono restare inerti dinanzi a questo scempio!
Non lasciate che i cittadini di Tarantomuoiano di cancro!

I Comuni ricicloni della Puglia

Melpignano, comune salentino di circa 2.300 abitanti, è il Comune Riciclone Puglia 2008 con una percentuale di 39,1%. Al secondo posto della Top Ten si piazza Carpignano Salentino, 29,7%, anch'esso piccolo comune del Salento, seguito da Locorotondo (Ba) col 27%.
Questi i primi tre classificati della prima edizione regionale di Comuni Ricicloni la storica iniziativa di Legambiente, patrocinata a livello nazionale dal Ministero per l'Ambiente, che premia le comunità locali, amministratori e cittadini, che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti: raccolte differenziate avviate a riciclaggio, ma anche acquisti di beni, opere e servizi, che abbiano valorizzato i materiali recuperati da raccolta differenziata con una percentuale di riferimento uguale o maggiore del 32%.
Tre i Comuni a cui viene assegnato il riconoscimento di seconda Categoria: Diso (LE), Monteparano (TA) e San Paolo di Civitate (FG) che nei primi otto mesi del 2008 hanno raggiunto la soglia del 32% di RD. Alle due categorie di premi si è aggiunta una menzione speciale, che non costituisce un vero è proprio premio, a quei Comuni che rispondendo al questionario hanno dichiarato di effettuare acquisti verdi con criteri ecologici. Nella menzione speciale rientrano: Candela (FG), Caprarica di Lecce (LE), Cassano Murge (BA), Castro (LE), Locorotondo (BA), Melendugno (LE), Monopoli (LE), Ostuni (BR), Patù (LE), Putignano (BA), Sannicandro di Bari (BA), Turi (BA).
Dall’analisi dei dati emerge che nella Top Ten entrano solo i Comuni al di sotto dei 15.000 abitanti e quindi meritano la “palma d'oro” i Comuni più piccoli. Diverso è il giudizio nei confronti dei capoluoghi di Provincia e dei grandi Comuni a cui sono dedicate due distinte classifiche. Nessun capoluogo di Provincia è Riciclone, solo Brindisi supera la soglia del 20% seguita da Barletta con il 18%. Bari, seppur si conferma la prima in termini assoluti, nonostante gli sforzi, almeno per ora non riesce a raggiungere un risultato soddisfacente fermandosi, nel dato complessivo al 14,7%. Per quanto, riguarda i grandi Comuni, solo due superano il 20%, Gioia del Colle (BA) e Molfetta (BA), mentre tutti gli altri vanno sotto al 16,5% fatto registrare da Corato (BA) che si piazza così al 3° posto in questa categoria. Tuttavia, una buona notizia viene dal dato tendenziale per il 2008 che per molti di questi Comuni fa registrare un incremento.
Per i Comuni di media dimensione ottima la performance di Locorotondo che con il 27% guida questa classifica caratterizzata ancora una volta dai Comuni leccesi che occupano ben otto posizioni su dieci lasciando, oltre alla testa della classifica, anche la coda a San Paolo di Civitate.
La sintesi di questa prima edizione si ricava dalla lettura della classifica delle ATO. Infatti, il Salento si conferma il territorio più virtuoso in tema di RD piazzando nelle prime due posizioni due delle tre ATO Salentine, LE3 e LE2, con LE1 che si piazza subito dopo il podio al 4° anticipato dal buon risultato dell'ATO BA1 che con il suo 12,7% si piazza terzo. Inoltre, la tendenza dei primi otto mesi di 2008 ci dimostra comunque un dato in aumento in tutto il territorio regionale con solo due ATO, il FG4 ed il BR2, che non fanno registrare un incremento attestandosi agli stessi livelli registrati nel 2007.

giovedì 23 ottobre 2008

LA CAMORRA NEL GOVERNO

di
Emiliano Fittipaldi e Gianluca Di Feo

"Era a disposizione dei casalesi".
Così un pentito accusa Nicola Cosentino. E' il quinto collaboratore di giustizia a puntare il dito contro il sottosegretario all'economia. Che continua a rimanere al suo posto. Di' la tuaIn edicola da venerdì


LEGGI: Cosentino è bene che si dimetta. Colloquio con Walter Veltroni

DALL'ARCHIVIO: Sistema Cosentino
GUARDA: Video Foto
SPECIALE: Casalesi, l'ultima mafia
DA REPUBBLICA.IT: Saviano, 'Grazie a chi resisteUNA FIRMA PER SAVIANO L'appello dei Nobel
ARCHIVIO: Casalesi, parla il pm Io Saviano, condannato a morte

mercoledì 22 ottobre 2008

Non e' un Paese per Vecchi

“Pur di fare cassa il governo comprime il diritto allo studio”.


Lo rende noto la capogruppo del Pd nella Commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni commentando i dati contenuti nella manovra finanziaria del Governo. “Il diritto allo studio - continua Ghizzoni - subisce un taglio di ben 65 milioni di euro sui 152 previsti (cioè il 26% rispetto al bilancio 2008, l’ultimo approvato dal Governo Prodi), di cui 40 sottratti al fondo per la concessione di prestiti d’onore e l’erogazione delle borse di studio e 12 proprio per gli alloggi e le residenze universitarie. Purtroppo la musica non cambia per il fondo destinato al sostegno dei giovani e per favorire la mobilità degli studenti: 9 milioni 700 mila euro in meno”.
“In sintesi: le risorse per il diritto allo studio e gli alloggi universitari messe a disposizione dell’ultima finanziaria Prodi sono state tutte pesantemente decurtate dall’attuale Esecutivo, con conseguenze gravi per gli studenti e in particolare per quelli “meritevoli e privi di mezzi”, che la Costituzione tutela specificatamente. Ma in questi mesi abbiamo - conclude - avuto già prova che i giovani, la valorizzazione del loro talento, la loro istruzione e formazione non costituiscono le priorità del Governo, deprivando il nostro Paese di un futuro e di una opportunità di sviluppo”.



Il Governo aiuta le Banche e abbandona risparmiatori e piccole imprese. La Banca d'Italia vigili.
Un decreto così non si può votare.


Le Banche che hanno venduto obbligazioni tossiche ai risparmiatori sono salvate, con i propri manager, dal Governo, ma nelle stesse ore chiedono a migliaia di piccoli commercianti e di piccole imprese i rientri dalle esposizioni bancarie. É preoccupante e al tempo stesso vergognoso quello che sta accadendo in queste ore. Appena i riflettori si spengono, emerge la dura realtà di chi è senza voce: risparmiatori e piccole imprese. Vogliamo la certezza che le migliaia di sottoscrittori, non operatori qualificati, di obbligazioni Lehman (molte delle quali vendute a risparmiatori inconsapevoli anche da Banco Posta) siano garantiti dalle Banche. Ci aspettiamo un immediato intervento ispettivo della Banca d'Italia sulle Banche che in queste ore, pur di recuperare liquidità, stanno restringendo i cordoni del credito chiedendo rientri immediati a migliaia di piccoli imprenditori che non hanno voce. Il Decreto Tremonti, non risponde a questi problemi, gli unici che riguardano l'interesse collettivo. Risponde invece, come sempre accade quando la propaganda finisce, alle richieste dei conti economici delle Banche e alla voglia di una parte politica di mettere le mani su un pezzo del sistema bancario italiano. Alla Banca d'Italia, mai come in questo momento, chiediamo di esercitare una rigorosissima attività di vigilanza sulle dinamiche che regolano gli impieghi delle principali banche coinvolte nella crisi finanziaria, verso le piccole imprese.

Per evitare che l’Italia scivoli irrimediabilmente verso un inarrestabile declino culturale, sociale ed economico, invitiamo il Ministro Tremonti ed il Governo a rivedere drasticamente gli articoli del D. L. 112/08 che riguardano l’università, introducendo allo stesso tempo strumenti di valutazione affidabili e internazionalmente riconosciuti per intraprendere un vero risanamento del sistema italiano dell’università e della ricerca.firmate su :
http://www.petitiononline.com/ricerca1/petition.html

martedì 21 ottobre 2008

A 13 anni ha il tumore da fumo. «E' la diossina»

La storia Le nuove cifre dell'Ines: qui si produce il 92% del «veleno» italiano.
Gli ambientalisti contro l'Ilva che si difende: siamo in regola

Il medico: mai visto un caso così. Industrie, Taranto città più inquinata dell'Europa occidentale.Tre mamme con il latte contaminato, cinque adulti con il livello più alto del mondo, 1.200 pecore da abbattere


Tre anni fa, S. aveva 10 anni. E senza aver mai fumato una sigaretta in vita sua era già conciato come un fumatore incallito. Un caso simile, Patrizio Mazza, primario di ematologia all'ospedale «Moscati» di Taranto, non l'aveva mai visto. E nemmeno la letteratura medica internazionale lo contempla. Anche a cercare su Internet, la risposta è negativa: « No items found ». Per questo, Mazza temeva di avere sbagliato diagnosi. Invece no. Quel bimbo aveva proprio un cancro da fumatore: adenocarcinoma del rinofaringe. Come tanti altri tarantini, specie quelli del Tamburi, «il quartiere dei morti viventi».
A Bruxelles forse ancora non lo sanno, ma Taranto è la città più inquinata d'Italia e dell'Europa occidentale per i veleni delle industrie. L'inquinamento di Taranto, infatti, è di fonte civile solo per il 7%. Tutto il resto, il 93%, è di origine industriale. A Taranto, ognuno dei duecentomila abitanti, ogni anno, respira 2,7 tonnellate di ossido di carbonio e 57,7 tonnellate di anidride carbonica. Gli ultimi dati stimati dall'Ines (Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti) sono spietati. Taranto è come la cinese Linfen, chiamata «Toxic Linfen», e la romena Copša Miça, le più inquinate del mondo per le emissioni industriali.
Ma a Taranto c'è qualcosa di più subdolo. A Taranto c'è la diossina. Qui si produce il 92% della diossina italiana e l'8,8% di quella europea. «In dieci anni — dice Mazza — leucemie, mielomi e linfomi sono aumentati del 30-40%. La diossina danneggia il Dna e un caso come quello di S. è un codice rosso sicuramente collegato alla presenza di diossina. Se nei genitori c'è un danno genotossico non è in loro che quel danno emerge, ma nei figli».
Tre mamme il cui latte risulta contaminato dalla diossina, cinque adulti che scoprono di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo, 1.200 pecore e capre di cui la Regione Puglia ordina l'abbattimento, forti sospetti di contaminazione nel raggio di 10 chilometri dal polo industriale (con i monitoraggi sospesi perché sempre «positivi ») sono, più che un allarme, una emergenza nazionale. La diossina si accumula nel tempo e a Taranto ce n'è per 9 chili, il triplo di Seveso (la città contaminata nel 1976). Ma sono sette le sostanze cancerogene e teratogene che, con la diossina, colpiscono Taranto come sette piaghe bibliche.
Mentre però a Bruxelles e a Roma (e a Bari, sede della Regione) si discute, Taranto viene espugnata dalla diossina. Basta dare un'occhiata, oltre che ai dati Ines, ai limiti di emissione, il cuore del problema. Il limite europeo è di 0,4 nanogrammi per metro cubo. Quello italiano, di 100 nanogrammi. «Un vestito su misura per l'Ilva di Emilio Riva», dicono le associazioni ambientaliste. «Siamo in regola e abbiamo anche investito 450 milioni di euro per migliorare gli impianti», replica l'Ilva, che l'anno scorso ha realizzato utili per 878 milioni, 182 milioni in più dell'anno prima e il doppio del 2005.
L'Europa però è dal 1996 che ha fissato il limite di 0,4 nanogrammi. L'Inghilterra, per esempio, si è adeguata. E la Germania ha fatto ancora meglio: 0,1 nanogrammi, lo stesso limite previsto per gli inceneritori.
Nel 2006, Ilva e Regione Puglia hanno anche firmato un protocollo d'intesa, ma con scarsi risultati. La «campagna di ambientalizzazione» procede a rilento e sembra che l'Ilva intenda concluderla nel 2014, proprio quando scadrà il Protocollo di Aarhus, recepito anche dall'Italia, che impone ai Paesi membri di adottare le migliori tecnologie per portare le emissioni a 0,4-0,2 nanogrammi.
Eppure a Servola, Trieste, acciaierie «Lucchini», per risolvere il problema è bastato un decreto del dirigente regionale Ambiente e Lavori pubblici, che ha imposto al siderurgico, pena la chiusura, di rispettare i limiti europei. In due anni, grazie anche alle pressioni della confinante Austria, il miracolo: dalla maglia nera, in tandem con Taranto, Servola è diventata un centro di eccellenza, con la diossina abbattuta fino al teutonico limite di 0,1 nanogrammi.
Certo, con una legge regionale, o con un decreto come quello friulano, si eviterebbe anche il referendum sull'Ilva, giudicato ammissibile dal Tar di Lecce e sicura fonte di drammatiche spaccature fra i 13 mila dipendenti del siderurgico.Invece c'è soltanto una delibera del consiglio comunale di Taranto che chiede timidamente alla Regione «di fare come in Friuli».

Ma la Puglia non confina con l'Austria. Al di là del mare, c'è l'Albania.


Carlo Vulpio

PETIZIONE ON LINE contro 112/08 : FIRMATE !!!!

Al Presidente del Consiglio Sivio Berlusconi, Ministro Giulio Tremonti e Ministro Mariastella Gelmini
L’alta formazione, la ricerca e l’innovazione sono gli elementi-cardine della crescita e dello sviluppo di un paese nella società globale della conoscenza. Mentre i nostri competitors europei e mondiali investono in questi settori ingenti risorse e significative percentuali del PIL, in Italia, i finanziamenti, già scarsi, si sono via via ridotti ed il D. L. 112/08 del Ministro Tremonti peggiora la situazione. Il D. L. contiene articoli che impongono tagli pesanti e indiscriminati, che avranno effetti devastanti su università e ricerca pubbliche, e per conseguenza sullo sviluppo culturale e tecnologico del paese.
Nelle università e negli enti di ricerca siamo costretti da anni a lavorare in cronica carenza di fondi. Con il D. L 112/08 si è superato ogni limite. Vengono infatti introdotte misure, come il taglio dei fondi di finanziamento ordinario e il sostanziale blocco del turnover, che causeranno rapidamente la paralisi, azzerando le possibilità di crescita e rinnovamento degli atenei e le speranze di carriera di giovani migliori, che saranno costretti – come già avviene – ad andare a lavorare per i nostri competitori. Inoltre, l’art. 16 del D.L, che offre la ‘libertà’ alle Università di trasformarsi in fondazioni, appare un rimedio tecnicamente ben poco efficace e segnala un forte regresso culturale del Paese nel dichiarare la propria indisponibilità a investire nel sistema pubblico. L’università italiana rischierà così di trasformarsi in uno pseudo-liceo, contenitore di una didattica povera e minimale, esamificio da cui la ricerca scientifica sarà espulsa, come un corpo estraneo.
Un primo passo verso il risanamento avrebbe dovuto prevedere l’attuazione di un sistema serio, severo e trasparente di valutazione per tagliare le sacche d’improduttività, colpendo senza esitazione fannulloni e nepotisti. Con il D. L. 112/08 ed i suoi tagli ‘lineari’ (ovvero uguali per tutti), invece, si penalizza la parte migliore degli Atenei e dei centri di ricerca, quella che lavora, produce e studia, pur tra mille difficoltà. Si tratta di una reale emergenza, un colpo mortale per la cultura, l’istruzione e la ricerca pubblica nel nostro paese.
Per evitare che l’Italia scivoli irrimediabilmente verso un inarrestabile declino culturale, sociale ed economico, invitiamo il Ministro Tremonti ed il Governo a rivedere drasticamente gli articoli del D. L. 112/08 che riguardano l’università, introducendo allo stesso tempo strumenti di valutazione affidabili e internazionalmente riconosciuti per intraprendere un vero risanamento del sistema italiano dell’università e della ricerca.
firmate su :


venerdì 17 ottobre 2008

Sette leggi d'oro

Un aggiornamento del catalogo delle leggi su misura ideate del governo Berlusconi in carica. Così, per non perdere il conto e per non dimenticare.

1. Salva-Retequattro. Nascosta a maggio 2008 dentro un emendamento con cui il governo puntava a bloccare la procedura d'infrazione della Corte europea contro l'Italia sul sistema televisivo, a causa delle frequenze non assegnate a Europa7, che ne ha diritto, per non toglierle a Retequattro, che non ne ha diritto, come stabilito definitivamente dalla Corte costituzionale. Scoperto il trucco e denunciato l'inganno, l'emendamento è stato accantonato. Per ora. A dicembre 2008 si riunirà il Consiglio di Stato per decidere su Europa7.


2. Patteggiamento forever. Nel maggio 2008, nascoste dal governo dentro il decreto sicurezza, due norme con le quali si concede di accedere al patteggiamento per i processi in corso e iniziati prima del 31 dicembre 2001: un aiutino a Berlusconi per poter uscire dal processo Mills. Sarà superato dalle leggi salva-Berlusconi successive.


3. Blocca-processi. Disegno di legge che blocca tutti i processi che prevedono una determinata pena e sono stati commessi fino a un certo giorno. Se approvato avrebbe fermato migliaia di processi, pur di bloccare il processo Mills, ormai prossimo alla sentenza, in cui Berlusconi è imputato di aver corrotto un testimone per farlo mentire davanti ai giudici. Approvato al Senato, è poi sostituito dalla legge salva-Berlusconi successiva.


4. Lodo Alfano. Rende improcessabili il presidente del Consiglio e altre tre alte cariche dello Stato (che non ne hanno bisogno). Così Berlusconi si salva dal processo Mills di Milano; dal processo di Napoli sulla presunta corruzione ad Agostino Saccà (vallette Rai) e sulla compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi; e dal procedimento penale aperto a Roma a seguito della denuncia del marito di Virginia Saint Just per abusi vari nei suoi confronti legati a presunti favori alla signora. La costituzionalità del Lodo Alfano dovrà essere decisa dalla Consulta. Intanto Antonio Di Pietro ha iniziato la raccolta delle firme per un referendum abrogativo.


5. Legge bavaglio. Proibizione di usare le intercettazioni per reati diversi da quelli di mafia e terrorismo (dunque niente intercettazioni per la corruzione, né per i reati dei colletti bianchi che possono far scoprire i rapporti criminali che vanno oltre la mafia militare). Proibizione di pubblicare le intercettazioni e tutte le notizie provenienti da indagini giudiziarie fino al dibattimento (dunque censura sulle indagini per due-tre anni). Approvata dal Consiglio dei ministri e ora al vaglio del Parlamento, che potrebbe peggiorarla, introducendo per esempio le cosiddette intercettazioni preventive, fatte da polizia e servizi segreti senza alcun controllo e senza alcuna garanzia per l'intercettato e senza possibilità di usarle nei processi.


6. Salva-bancarottieri. Un emendamento al decreto Alitalia nell'ottobre 2008 salva i bancarottieri le cui aziende siano state salvate prima del fallimento definitivo: dunque Cesare Geronzi, Calisto Tanzi, Sergio Cragnotti. Se ne sono accorte due giornaliste di Report , Giovanna Boursier e Milena Gabanelli. E Tremonti ha disconosciuto l'emendamento, prendendosi lui (e non l'opposizione distratta) il merito di cancellare in Parlamento la norma.


7. Legge Carnevale. È una norma che cancella il limite d'età per accedere alle cariche direttive alla Cassazione, permettendo così a Corrado Carnevale (detto "ammazzasentenze" per aver cancellato decine di condanne in processi per mafia e per stragi nere, già condannato a 6 anni per concorso esterno in associazione mafiosa ma poi assolto) di diventare primo presidente della Cassazione. Se ne sono accorti due parlamentari del Pd, Gerardo D'Ambrosio e Felice Casson, e l'ha raccontata su Repubblica Liana Milella.

di Gianni Barbacetto

Ma il resto dell' Italia dalla Sanita' ai Trasporti protesta, come :




LA DIRETTA. Partita la manifestazione nazionale contro il ministro Gelmini. Il 30 sciopero generale. Il 14 novembre stop dei professori universitari. E' scontro Regioni-governo CRONACHE E IMMAGINI CITTA' PER CITTA'MANDATECI LE VOSTRE FOTO - GALLERIE 1- 2 - 3 - 4REPUBBLICA TV: MANDATE I VOSTRI VIDEO
LO STUDIO L'importanza del tempo pieno di R. AMATO


«Con la riforma della scuola, in Puglia 383 plessi sono a rischio chiusura»

Sono quelli con meno di 50 alunni. Penalizzate soprattutto le province di Lecce (-134 plessi) e di Foggia (-97), insieme a Bari-Bat (-78), Brindisi (-50) e Taranto (-34). Sono le ricadute dei provvedimenti del ministro Gelmini, denunciate dall'assessore all'istruzione Mimmo Lomelo e dai rappresentanti del centrosinistra in Consiglio regionale • Scioperi: il 30 la scuola, il 14 novembre l'Università

giovedì 16 ottobre 2008

Salva la scuola!

Oggi giovedì 16 ottobre, alle ore 18.00, presso il Salone degli Stemmi della Provincia di Taranto, il Partito Democratico provinciale presenterà il dibattito dal titolo "Salva la scuola!". All'iniziativa, introdotta da Anna Rita Lemma, parteciperanno, Michele Dentico, studente, Chiara Mastroserio, insegnante, Stefano Fabbiano, Vicepresidente della Provincia di Taranto, l'onorevole Ludovico Vico, deputato del PD e Donato Pentassuglia, Segretario Provinciale del PD.
Le conclusioni saranno affidate all'onorevole Emanula Ghizzoni, capogruppo PD commissione Cultura e Pubblica Istruzione della Camera.

Segnalazioni:
Scuole e atenei in rivolta
La protesta città per cittàNotti bianche, a Roma (video) Sapienza a rischio occupazione, a Bologna bloccata Lettere. Classi separate (testo) sotto accusa
MANDATECI LE VOSTRE FOTO - GALLERIE 1- 2 - 3

Noi, ignoranti come le pecore

Noi, ignoranti come le pecore
Un video sconvolgente della RAI, uno scandalo sollevato da PeaceLink, una petizione lanciata dall'AIL e la risposta dell'on. Paolo Guzzanti

Il disastro ambientale in Puglia e l'inchiesta di Primo Piano su RAI 3
L'Immagine della Puglia è oggi irrimediabilmente associata alla diossina, alle polveri sottili, alle morti bianche, al fetore delle discariche con un danno non quantificabile per l'economia agricola e turistica del territorio.
16 ottobre 2008 - Anna Montella


Bonifiche: fondi a rischio?
La preoccupazione espressa da Florido dopo il vertice al Ministero dell’Ambiente. «Bisogna assolutamente spingersi al di sotto di un nanogrammo, condizione imprescindibile per dare parere favorevole al rilascio dell’Autorizzazione Integrazione Ambientale».
15 ottobre 2008 - Alessandra Congedo

Taranto Sociale
Taranto, patron dell'Ilva condannato in appello
Due anni di reclusione per Emilio Riva e un un e otto mesi il direttore dello stabilimento Tarantino, Luigi Caporosso Accusati di getto pericoloso di cose, danneggiamento aggravato, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro nel reparto cokerie.
11 ottobre 2008 - Vittorio Ricapito

Taranto Sociale
Pecore alla diossina, la Puglia ordina: abbattetele
Stanziati 160 mila euro. Il Tar di Lecce ha giudicato ammissibile il referendum sull'attività dell'acciaieria. Delibera della Regione: 1.200 animali vittime dell'inquinamento dell'area Ilva. Le sette masserie «maledette » distano dall'Ilva non più di un paio di chilometri e ne respirano i miasmi.
10 ottobre 2008 - Carlo Vulpio

Taranto: negligenza dei politici e arroganza dei poteri forti
Colloquio con Vittorio Vespucci, l’autore tarantino del video “La città malata”. Taranto come il Vajont: Se Longarone fu spazzata via in pochi secondi, Taranto muore lentamente: un’agonia che dura da decenni.
15 ottobre 2008 - Maria Vittoria Zecca