venerdì 20 giugno 2008

Comunità montana, chiusura vicina?

Carrozzoni inutili, creati solo per spartire incarichi e garantire stipendi ai componenti de «La Casta». Il futuro delle comunità montane torna ad essere a rischio, tanto che già nelle prossime ore un provvedimento del Governo Berlusconi potrebbe decretarne l’abolizione.«Eppure - spiega Arcangelo Rizzi, presidente della Comunità Montana della Murgia Tarantina - la settimana scorsa c’era stato un incontro dagli esiti rassicuranti tra il premier e i nostri rappresentanti dell’Uncem. Davvero non capisco questa improvvisa accelerazione, sono senza parole».Rizzi guida un ente sul quale negli ultimi mesi si sono sprecati apprezzamenti e battute ironiche, oltre che articoli sui principali quotidiani nazionali (ultimo ieri Gian Antonio Stella sul Corsera).«Ma si tratta di una campagna di stampa basata sul nulla - replica con forza Rizzi - perché noi rappresentiamo le istanze di nove comuni (Castellaneta, Crispiano, Ginosa, Laterza, Massafra, Montemesola, Mottola, Palagianello e Palagiano) e veniamo invece identificati sempre e soltanto con Palagiano, un paese che certamente montano non è ma per il quale non riceviamo nemmeno un euro di contributo e dunque davvero non capisco come si possa imbastire una polemica solo e soltanto su questo dato meramente geografico».Le comunità montane già quest’anno fanno i conti con una cospicua sforbiciata voluta dal governo Prodi: indennità di carica dimezzate (il presidente porta a casa 400 euro lordi al mese, il consigliere circa 50 euro all’anno, sempre lordi) e trasferimenti governativi tagliati di un terzo.«Che senso ha - dice Rizzi alla Gazzetta - chiudere le comunità montane e aprire le unioni dei comuni? Le aziende del nostro territorio hanno cospicue agevolazioni grazie alla nostra presenza, al nostro lavoro. Da sempre sostengono che può essere più utile una circoscrizione che lavora rispetto ad un Senato che non fa niente. Non stiamo qua a prendere lo stipendio, non siamo un parcheggio per gli elefanti. Per trasferire le nostre competenze ai comuni e quindi anche il personale, si spenderebbe una cifra 10 volte superiore al presunto risparmio rinveniente dall’abolizione delle comunità montane».Proprio la settimana scorso, peraltro, alla Regione Puglia era stata formalizzata una proposta di razionalizzazione che punta a dimezzare le comunità montane pugliesi che passerebbero a 3 (Gargano, Monti Dauni e Murgia) rispetto alle attuali 6, con la fusione degli enti che ora hanno sede a Mottola, Gioia del Colle e Ruvo di Puglia.«Proponiano inoltre - aggiunge il presidente Rizzi di togliere dalle comunità i paesi pianeggianti e così passeremmo, almeno per la comunità montana della Murgia alla quale puntiamo da 20 a 14 comuni membri, da 60 a 14 consiglieri, da 18 a 2 assessori, da 3 ad un solo presidente. Se non è razionalizzazione questa.... Certo, per metterla in pratica serve una nuova legge regionale ma se c’è la volontà politica, si può fare agevolmente. Sempre che a livello nazionale non prevalga la mentalità ragionieristica che mal si coniuga con le reali esigenze del territorio».Il presidente Rizzi cita con orgoglio la recente nomina a componente del comitato esecutivo di Amphitionia, un organismo del quale fanno parte Italia, Grecia, Cipro, Serbia, Israele e Palestina.«L’obiettivo del progetto Amphitionia è quello di dotare le nostre aree rurali di grandi infrastrutture, dai collegamenti viari agli acquedotti, con lo scopo di recuperare il gap esistente tra città e campagne. Speriamo di non perdere questa opportunità».»

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno»

Autore: Mimmo Mazza

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