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Prima la precisazione sulla sua assenza e poi l’affondo, nel merito delle diverse posizioni espresse dai sindaci e politici. «Sono oggettivamente fuori luogo - afferma - le dichiarazioni di una presunta pesante dequalificazione dei servizi ospedalieri nel territorio del Comprensorio Occidentale, che gli stessi siano in uno stato di degrado e di rassegnazione, completamente abbandonati a se stessi, come affermato dal sindaco di Laterza». «Al consigliere Lospinuso, a cui mi lega una vecchia amicizia, vorrei ricordare che l’Ospedale di Castellaneta fu “inaugurato” negli anni scorsi, pur sapendo che la radiologia non poteva “ospitare” le grandi macchine(TAC e RMN) e che i locali delle cucine non erano completati. Di conseguenza, almeno, la politica dell’epoca doveva sapere che i pazienti ricoverati dovevano essere trasportati presso il vecchio ospedale, creando un notevole disservizio per effettuare gli esami. Devo ricordare che la TAC e RMN sono attrezzature datate che necessitano di essere sostituite.È un degrado, un abbandono e una dequalificazione che vengono da “molto lontano”; così come da molto lontano viene la questione di una generale mancanza di programmazione della sostituzione dell’intero parco tecnologico e radiologico dell’Azienda». Colasanto, però, oltre a ricostruire i “particolari” delle scelte sanitarie precedenti, offre anche materia concreta per il dibattito sulla Sanità che verrà. E lo fa specificando i suoi progetti per i tre ospedali del polo occidentale:
«Questa Direzione Generale - spiega - per lo specifico degli Ospedali del Comprensorio Occidentale ha definito un piano complessivo di interventi. Per Castellaneta la sistemazione della “immensa hall” (esagerata!), ricavandone uffici amministrativi onde poter mettere a disposizione della U.O. Oncologia Medica ulteriori
nuovi spazi; acquisto di una nuova TAC ed una nuova RMN (era stato previsto di smontare la vecchia per rimontarla; operazione inutile e costosa); completamento dei lavori della radiologia e della cucina; completamento dei lavori di ristrutturazione
del vecchio ospedale con una richiesta di ulteriori fondi alla Regione per riconvertirlo in Distretto
Socio-Sanitario; selezioni concorsuali per la nomina dei Direttori di Struttura Complessa da tempo (!) vacanti; definizione di un modello di tipologia funzionale del P.O. nell’ambito del prossimo Piano della Salute». Per Mottola, Colasanto ha in programma «la riconversione del Presidio Ospedaliero da ospedale per acuti ad ospedale per riabilitazione non è stata accompagnata dalla definizione della dotazione organica dedicata alle problematiche riabilitative, per cui non è possibile in maniera sistematica, se non con provvedimenti “tampone” l’intera riconversione. Nel frattempo la Direzione Generale sta cercando, comunque, di potenziare le attuali funzioni riabilitative localizzate a Mottola e riferite essenzialmente a riabilitazione ortopedica post-traumatica ».
Infine, l’ospedale di Massafra, per il quale - continua il direttore generale - è previsto «l’acquisto di una nuova TAC per sostituire quella attuale che è, peraltro, l’unica funzionante nel Comprensorio Occidentale; procedono i lavori di messa a norma in attesa di conoscere la destinazione del PresidioOccidentale nel Piano della Salute». «Credo - puntualizza ancora Colasanto - vada ricordata l’attenzione dell’Azienda nei confronti di questo territorio proprio citando la questione della postazione del 118 presso il Comune di Laterza: il Piano del responsabile del 118 lo prevedeva, ma la Direzione Generale dell’epoca e le strutture tecniche dell’Assessorato Regionale alle Politiche della Salute la “cassarono”. Questa Direzione Generale, sentito il presidente della Giunta Regionale ha riconosciuto l’opportunità per la complessità geografica del territorio del Comune di Laterza della postazione medicalizzata e avviato le procedure per l’assunzione dei medici. Sempre in questo territorio mi piacerebbe conoscere dal sindaco di Ginosa se l’Azienda non ha dimostrato attenzione nei confronti delle problematiche sanitarie e socio-assistenziali del territorio». Una lunga disamina e l’affondo finale: «Bisogna trovare il coraggio - chiosa Colasanto - di riconoscere che i ritardi, le provvisorietà, le inadempienze, le carenzedi programmazione vengono da molto lontano: la Direzione Generale accetta le critiche puntuali agli strumenti operativi attivati, ma respinge con decisa fermezza le generiche accuse frutto solo di una sterile polemicapolitica in un gioco delle parti nel quale vittime sono i cittadini che non ricevono informazioni adeguate, finendo così per favorire la mobilità passiva».
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