lunedì 16 giugno 2008

Assieme al mobile imbottito è in crisi il Made in Italy

C’era anche l’onorevole Ludovico Vico, ieri mattina nella sede del Pd a Ginosa per affrontare, con il vicesegretario regionale del Pd, Michele Mazzarano ed il consigliere regionale del Pd Paolo Costantino, la crisi del settore del mobile imbottito: “La vicenda del mobile imbottito è significativa dal punto di vista non solo impiantistico-strutturale ma anche sociale. Le dimensioni delle difficoltà sono date dalle cifre: da 14 mila dipendenti a 7 mila (tra Puglia e Basilicata, ndr.), dalle 500 aziende dell’indotto alle 137, proprio a dimostrazione che non solo i diretti dipendenti pagano per alcune scelte operate dai c.d.a delle aziende interessate. Certo i costi del petrolio hanno un loro peso in queste situazioni di criticità, ma anche la competizione con alcuni paesi dell’Est Europa e con la Cina, concorso di colpe che ha portato ad una rivalutazione del settore dell’imbottito che da fiore all’occhiello e quindi al primo posto nelle produzioni del Made in Italy è sceso drasticamente al quarto. La crisi del settore moda e del mobile imbottito sta divenendo una piaga sociale ormai da dover affrontare e negli stessi termini della crisi di Malpensa, ma nonostante siamo arrivati agli sgoccioli di una situazione difficile per tutti e che riguarda maggiormente le nostre comunità, vedo ancora una mancanza di sensibilità nei confronti di queste vicende. Il 17 ci sarà un incontro al Ministero del Lavoro dove si richiede la massima partecipazione di tutti per chiedere la costituzione di un tavolo tecnico di coordinamento, proposta già presentata attraverso l’on. Colaninno”.Un possibile strumento di aiuto, ha spiegato l’on. Vico, potrebbe essere visto nella legge 181. Una normativa che finanzia la reindustrializzazione e il rilancio delle aree industriali colpite da crisi di settore. Nata per far fronte alla grave crisi siderurgica degli anni ’80, la legge 181 si è dimostrata un efficace strumento per promuovere nuove iniziative industriali, rivitalizzare il sistema imprenditoriale locale e creare nuova occupazione stabile. “Quindi prevede una serie di incentivi e aiuti attraverso meccanismi che non sono di infrazione con la UE, inoltre auspico che venga al più presto indetto un Consiglio comunale congiunto tra Ginosa e Laterza, comuni da sempre interessati alla crisi del settore”.Quale il reale errore commesso sul territorio? “Certo la chiusura di aziende del calibro Miroglio, Natuzzi o TBM, rappresentano un vero trauma in un tessuto sociale che basa la propria ricchezza occupazionale proprio in questo settore, ma la mancanza di investimenti che diversificassero l’offerta ha peggiorato la questione. Dopo investimenti operati dal centrosinistra, il centrodestra non ha pensato ad arricchirsi investendo, così oltre al dramma della perdita di lavoro, queste migliaia di dipendenti del settore del mobile imbottito dovranno affrontare il trauma dell’assenza di altre possibilità di lavoro”. E concludendo una domanda circa alcune scelte di mercato: “Mi domando come mai le imprese di Martina Franca preferiscano comperare i filati da aziende del nord, piuttosto che rivolgersi verso questi territori”.No alle soluzioni protezionistiche ma un occhio alla vitalità delle aziende sul territorio è stato il filo conduttore dell’intervento del vicesegretario regionale del Pd, Michele Mazzarano: “La sensazione che il Sud non sia tra le priorità dell’attuale governo si fa sempre più forte, esempio ne è il decreto 93 del 2008, che ha messo in luce le prime contraddizioni. Ora però dobbiamo organizzare un’azione parlamentare e politica che sia il più vicino possibile ai lavoratori del settore in crisi, perché questo è compito delle rappresentanze del Pd di Puglia e Basilicata per un problema che dovrebbe avere eco nazionale”.Anche i segretari dei circoli di Ginosa e Laterza, Dino Caruso e Davide Bellini, hanno manifestato il loro sostegno nei confronti dei dipendenti di queste aziende ricordando che la perdita di queste aziende, non colpisce solo i diretti dipendenti ma il territorio tutto.In chiusura l’on. Vico ha lanciato un ulteriore allarme: “In ottobre entreranno in vigore le misure antidumping per ben 8 prodotti tessili, auspichiamo che però vengano ideate delle misure di protezione in entrata per questi beni”.»


Fonte: Corriere del Giorno»
Autore: Marilena Surdo

1 commento:

Anonimo ha detto...

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