- ILLECITI: in totale quelli accertati dalle forze dell’ordine nel 2007 sono 30.124, il 27,3% in più rispetto al 2006; le persone denunciate 22.069, con un incremento del 9,7%; i sequestri effettuati 9.074 (più 19% rispetto al 2006);
- REGIONI: la Campania occupa stabilmente il primo posto seguita dalla Calabria al terzo posto si trova la Puglia, seguita dal Lazio e dalla Sicilia. La prima regione del Nord come numero di infrazioni è la Liguria;
- RIFIUTI: i reati accertati nel 2007 sono oltre 4800, il 36% dei quali commessi nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Sempre in testa la Campania, dove lo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, spesso di provenienza extraregionale, si è sommato alla catastrofica gestione commissariale di quelli urbani. Un balzo in avanti colloca, invece, il Veneto al 2/o posto (era 6/o lo scorso anno). La Puglia mantiene il 3/o posto e il foggiano si conferma una terra dove si scaricano illegalmente nei terreni agricoli i rifiuti prodotti dal centro nord, scorie spesso spacciate per compost;
- FATTURATO: 18,4 miliardi di euro (quasi un quinto del business totale annuo delle mafie) pur contraendosi rispetto all’anno precedente di circa 4,4 miliardi di euro in seguito all’ attività di prevenzione e repressione;
- INCHIESTE: il 2007 detiene il record di inchieste contro i trafficanti di veleni. Grazie all’applicazione dell’art.260 del Codice dell’Ambiente, che introduce il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, sono 96 le indagini condotte nel 2007 e nei primi due mesi del 2008 (a oggi le inchieste sono 103) e dal gennaio 2002 al marzo 2008 sono state 600 le ordinanze di custodia cautelare emesse, 2.196 le persone denunciate, 520 le aziende coinvolte.
- CEMENTO: sul fronte del ciclo illegale del cemento, cresce il numero d’infrazioni accertate dalle forze dell’ordine (7.978, il 13% in più rispetto al 2006), quello delle persone denunciate (10.074) e dei sequestri (2.240). Per l’abusivismo edilizio, le stime del Cresme parlano per il 2007 di 28.000 case costruite illegalmente contro le 30.000 del 2006 e le 32.000 del 2005;
- INCENDI BOSCHIVI: oltre 10 mila incendi, 225 mila ettari di boschi e foreste andati in fumo, 18 persone uccise dalle fiamme, 7 milioni e mezzo di tonnellate di Co2 rilasciate nell’aria;
- AGRICOLTURA: secondo le stime della Confederazione Italiana Agricoltura, il giro d’affari delle cosche nel settore agricolo si attesta sui 15 miliardi di euro, con oltre cento reati al giorno, e un agricoltore su 3 subirebbe gli effetti dell’illegalità;
- ARCHEOMAFIA: furti in leggero calo, dai 1212 casi del 2006 ai 1085 del 2007, con una flessione del 10,5%. Il Lazio, con 166 furti subiti, supera il Piemonte, tradizionalmente in testa;
- RACKET ANIMALI: stabile il mercato stimato dalla Lav nel 2007 sui 3 miliardi di euro circa, tra corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, traffici di fauna esotica e protetta, macellazione clandestina.
4/6/2008
1 commento:
LUBIANA - La centrale nucleare slovena di Krsko, dopo l'allarme per una perdita dal sistema di raffreddamento, resterà ferma prevedibilmente per alcuni giorni, secondo le previsioni dei responsabili. «Tuttavia non vi è alcuna conseguenza sull'ambiente, e la situazione è sotto controllo», ha detto alla Reuters Andrej Stritar, capo dell'Ente sloveno per la sicurezza nucleare. Stritar ha ribadito che si è trattato di una perdita d'acqua nel circuito di raffreddamento senza alcuna fuga di radioattività, e che la situazione non desta preoccupazione.
COMMISSIONE UE - «La situazione è sotto controllo» ha confermato un portavoce della Commissione europea. Bruxelles già mercoledì sera aveva assicurato che nessuna fuga radioattiva si era verificata e che tutte le procedure in caso di incidente erano state correttamente messe in atto dalle autorità slovene. Gli organismi della Commissione preposte a gestire emergenze simili comunque continueranno a seguire tutte le operazioni di completa messa in sicurezza della centrale. Anche il ministro degli Interni sloveno, Dragutin Mate ha detto che l'incidente «non ha posto alcun tipo di problema». Mate ha quindi spiegato che il reattore «è stato fermato solo per ragioni precauzionali».
FRANCESI IN CONTATTO CON LUBIANA - L'Autorità francese per la sicurezza nucleare (Asn) ha detto di essere in contatto con la sua omologa slovena dopo l'incidente nella centrale atomica di Krsko. Subito dopo l'allerta europea, i responsabili francesi hanno contattato l'organismo per la sicurezza nucleare sloveno, dai quali hanno ottenuto assicurazioni che non vi era stata alcuna fuga radioattiva nell'ambiente.
PAURA - Per qualche ora mercoledì sera in tutta Europa è tornato l'incubo di Cernobyl, dopo che un incidente nella centrale nucleare slovena di Krsko, a poco più di un centinaio di km dall'Italia, ha indotto la commissione europea a Bruxelles a mettere in moto il sistema di allerta europea sui rischi radioattivi. Secondo una portavoce della centrale, Ida Novak, la panne ha riguardato «una fuoriuscita di liquido nel circuito di raffreddamento primario» dell'impianto, ma non è stata riscontrata alcuna fuga radioattiva nell'ambiente circostante. La direzione ha precisato che la centrale è stata fermata a titolo precauzionale al fine di consentire al personale di stabilire le cause dell'inconveniente e di effettuare le opportune riparazioni.
(Ansa)
GREENPEACE - Nonostante le rapide rassicurazioni però la paura si è rapidamente estesa in giro per l'Europa, con gli ecologisti di Greenpeace che sono subito tornati alla carica, ribadendo il no al nucleare e parlando dell'incidente alla centrale di Krsko come di un avvertimento sui pericoli rappresentato dall'atomo. «Quelli che prevedono di costruire altri reattori nucleari devono tener conto di questo avvertimento e respingere la tecnologia nucleare», ha detto Jan Beranek, militante antinucleare di Greenpeace, citato in un comunicato diffuso a Bruxelles. «Una situazione che porta la commissione europea all'allerta di tutti i paesi menbri sulle possibili conseguenze di un incidente nucleare non può essere considerato come qualcosa del quale non ci si debba preoccupare», ha aggiunto Beranek, secondo il quale l'incidente a Krsko è «la prova della minaccia che tutte le installazioni nucleari in Europa pongono per la popolazione e l'ambiente».
GERMANIA - Il governo tedesco, che aveva subito mobilitato i suoi servizi di monitoraggio, ha detto che non vi sarebbe stata alcuna fuga radioattiva. Stando alle informazioni raccolte - ha detto il portavoce del ministero dell'ambiente Michael Schroeren - sembra che il sistema di raffreddamento della centrale sia «sotto controllo», e che non vi stata stata alcuna fuga di radioattività. «Al momento non vi è alcun segnale che possa essersi trattato di un incidente grave», ha aggiunto il portavoce.
AUSTRIA - Aspre critiche alla Slovenia sono venute dalla vicina Austria, dove il ministro dell'ambiente Josef Proell ha chiesto spiegazioni a Lubiana per non essere stato informato correttamente sull'incidente alla centrale di Krsko. Secondo Proell, gli sloveni hanno dapprima segnalato l'incidente come una «esercitazione» e non come una panne reale. «Ciò mette seriamente in discussione la nostra fiducia nel sistema di allerta sloveno», ha detto aggiungendo che solleverà la questione al prossimo consiglio dei ministri della Ue a Lussemburgo. Il populista austriaco Joerg Haider, governatore della Carinzia - regione vicina alla Slovenia - ha chiesto da parte sua la chiusura della centrale di Krsko, che viene sfruttata unitamente alla Croazia.
AIEA - L'Autorità francese per la sicurezza nucleare ha detto di essere in stretto contatto con la sua omologa slovena. L'Aiea, l'Agenzia internazionale dell'energia nucleare con sede a Vienna, ha detto che è stata allertata dalla Slovenia alle 18:20 ora italiana riguardo a un «evento inusuale» alla centrale di Krsko. Sulla scala di allerta della Slovenia , un «evento inusuale» è il più basso dei quattro livelli di allerta. In Italia il ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali ha reso noto di aver avuto rassicurazioni dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente che per l'Italia non vi è nessun rischio di contaminazione nucleare.
NESSUN RISCHIO ITALIA - «Nessun rischio di contaminazione nucleare nel nostro Paese»: il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali rende noto di aver avuto rassicurazioni in tal senso dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente (Apat), in merito all'incidente. «L'Apat - riferisce il ministero - conferma che l'incidente non ha riguardato emissioni nell'ambiente circostante di materiale radioattivo, ma si è trattato di una rottura dell'impianto di raffreddamento ad acqua del nucleo produttivo, con versamento dell'apposito liquido contaminato nella vasca esteriore al nucleo appositamente destinata. La vasca ha assorbito completamente il liquido di raffreddamento contaminato, senza alcuna emissione nell'ambiente esterno».
bbb
Posta un commento