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L’unica cosa che ci sentiamo di condividere nella lettera del Presidente del Consiglio al Presidente del Senato che riportiamo qui sotto è la frase che abbiamo scelto come titolo di questo post:«Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale».Ovviamente – manco a dirlo – in un senso completamente opposto a quello dato alla frase dal suo autore.Scriviamo questo post perché i lettori del blog non pensino che siamo assenti o distratti, ma in realtà non c’è quasi niente da dire, tanto tutto è assurdo.A noi sembra evidente che non stia arrivando il fascismo, ma questo è già il fascismo.A fronte delle banali obiezioni che vengono fatte sempre a questo punto, precisiamo: il fascismo contemporaneo.Nulla resta immutato nel tempo.Anche il fascismo – come tutte le cose della vita – assume le forme proprie del tempo in cui si realizza.Sta a chi ci vive dentro di riconoscerlo.Come c’è scritto in un libro di battute comiche di Gino e Michele: “La gente ai tempi del fascismo non sapeva di vivere ai tempi del fascismo”!Come scrive
Marco Travaglio, «l’altro giorno, fingendo di avanzare un’“ipotesi di dottrina”, Giovanni Sartori ha messo in guardia sulla Stampa dai “dittatori democratici” e ha spiegato: “Con Berlusconi il nostro resta un assetto costituzionale in ordine, la Carta della Prima Repubblica non è stata abolita. Perché non c’è più bisogno di rifarla: la si può svuotare dall’interno. Si impacchetta la Corte costituzionale, si paralizza la magistratura … si può lasciare tutto intatto, tutto il meccanismo di pesi e contrappesi. E di fatto impossessarsene, occuparne ogni spazio. Alla fine rimane un potere ‘transitivo’ che traversa tutto il sistema politico e comanda da solo”».E in un brano che riportiamo in un post citato qui sotto, Alexis de Tocqueville scrive che «Se un potere dispotico si insediasse nei paesi democratici, esso avrebbe certamente caratteristiche diverse che nel passato; sarebbe più esteso ma più sopportabile, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli. Un sistema che potrebbe sembrare paterno, ma che al contrario cercherebbe di fissare gli uomini alla loro infanzia, preferendo che si divertano piuttosto che pensare [...]».E per tutti quelli che a questo punto tirano fuori la storia del “destra” e “sinistra”, chiariamo che il fascismo non è “di destra” o “di sinistra”: è il fascismo. Punto.E, perchè non restino dubbi e alibi sulla nostra posizione, lo riteniamo ingiusto e dannoso tanto quanto lo stalinismo, il castrismo e tutte le altre forme di dittatura - “di destra”, “di sinistra”, “di sopra” e “di sotto” -, diverse fra loro ma uguali nel negare diritti assoluti della persona e uguaglianza reale ai cittadini in nome di un “progetto salvifico” prossimo venturo, di un futuro felice al quale si sacrifica il presente.Non a caso l’unica reazione della cosiddetta “sinistra” è: “Se continua così interrompiamo il dialogo”. Ma quale dialogo?E siamo nel fascismo non tanto perché qualcuno può pensare e dire dal posto che occupa le cose che pensa e dice il Presidente del Consiglio, ma perché quelle cose le può fare.Quando quelle cose si possono fare, è segno certo che il fascismo non è un pericolo imminente ma una condizione attuale.Non c'è più la separazione dei poteri (il Capo del Governo, imputato, decide per legge, dando disposizioni al Presidente del Senato, quali processi si fanno e quali no e l'informazione viene gravemente limitata).Sul ricorso alle promesse di paradisi futuri per fare accettare gli inferni presenti, rinviamo sul punto ad alcuni post del nostro blog:
Democrazia e principi. Il pericolo delle politiche eudemonisteLa “Giustizia” tradita e strumentalizzata dal “Potere”“Nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso ...”Frattanto, a fronte di tutte le promesse, l’unica cosa evidente è che ancora una volta e per molto tempo ancora il Governo e il Parlamento spenderanno mesi del loro lavoro solo per risolvere il problema di una persona, mentre le esigenze dei cittadini, della Giustizia e del Paese resteranno lì dove sono sempre: nelle promesse elettorali.E la domanda che sorge spontanea è: ma abbiamo ancora un Ministro della Giustizia o il Presidente del Consiglio lo ha esautorato e ne ha assunto i poteri?Riportiamo qui sotto, in fondo, la lettera di Berlusconi a Schifani, davvero impossibile da commentare.Per dovere di informazione, segnaliamo soltanto che non è vero che la collega Nicoletta Gandus, che l’imputato Berlusconi ha ricusato in mondovisione, abbia, come dice lui, «ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare».La collega Gandus, alla quale va tutta la nostra solidarietà di cittadini prima che di magistrati e avvocati, ha solo aderito ad alcuni appelli per la giustizia, firmati da decine di persone di ogni estrazione culturale, sociale e professionale, uno dei quali si può leggere
a questo link. E ciò ha fatto nel legittimo esercizio della sua libertà di manifestazione del pensiero riconosciuta, al momento, anche ai magistrati dall'art. 21 della Costituzione.
A questo link c’è il verbale di interrogatorio dell’avv. David Mills, che spiega come fu che Silvio Berlusconi gli regalò 600.000 dollari «a titolo di riconoscenza per il modo in cui io ero riuscito a proteggerlo nel corso delle indagini giudiziarie e dei processi».Per capire cosa sia la civiltà, i 600.000 dollari sono saltati fuori non a causa di una trama dei cattivi giudici italiani, ma perché il commercialista dell’avv. Mills, in Inghilterra, resosi conto che si trattava di operazione di dubbia legalità, ha denunziato la cosa alle autorità competenti.Come noto (uno dei tanti articoli di stampa è
a questo link) «nella lettera al commercialista del 2 febbraio 2004 l’avvocato [Mills], marito di Tessa Jowell, ministro della Cultura del governo Blair, scriveva: “Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione. Erano consapevoli, in particolare, di come i miei soci si fossero intascati la maggior parte del dividendo; sapevano bene che il modo in cui io avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato momenti difficili, per dirla in modo delicato) avesse tenuto Mr. B fuori da un mare di guai nei quali l’avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo”».Per un panorama completo degli articoli di stampa su ciò che sta accadendo, vi rinviamo alla ricchissima Rassegna Stampa di Vanna Lora, che Vanna aggiorna quotidianamente,
a questo link.
_____________Lettera del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al Presidente del Senato Renato Schifani. 13 Giugno 2008.
Caro Presidente,come Le è noto stamane i relatori Senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto “decreto sicurezza” un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale.In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato.Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al Governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali.I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica.Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria.Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare.Quindi, ancora una volta, secondo l’opposizione l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perché si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto.Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale.Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica.Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale.La informo quindi che proporrò al Consiglio dei Ministri di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato.
7 commenti:
“Non è un sistema giudiziario che può dare una risposta di legalità. E’ un sistema che ha finito con il non essere più efficiente nei confronti di nessuno che sia in grado di apprestare un minimo di difesa nei confronti del sistema. Siccome gli ultimi della società non sono in grado di apprestare alcuna difesa, è evidente che questi sono gli unici che ne subiscono la severità”.
“Abbiamo una legge penale in cui la pena è solamente finta. Anche quando un processo si conclude, supponiamo, con una sentenza definitiva, in realtà la pena che viene inflitta nella stragrande maggioranza dei casi non viene eseguita. E’ tutto finto”.
“La causa di tutto è l’insofferenza per il controllo di legalità da parte della classe dirigente del Paese. E’ questo che ha contribuito a creare un sistema giudiziario che ha queste caratteristiche. Perché è evidente che una giustizia razionale, efficiente e rapida può intervenire in maniera incisiva sui comportamenti delittuosi non solo degli ultimi, di chi ruba il formaggio al supermercato, ma anche dei vertici del Paese. E’ assolutamente indiscutibile; basta aprire un qualsiasi giornale alla cronaca giudiziaria, politica, culturale che fa seguito agli eventi di spicco che periodicamente si verificano nel nostro Paese per vedere delle reazioni micidiali da parte della classe dirigente e, in particolare, della classe politica all’ipotesi di essere in qualche modo coinvolti in un’inchiesta giudiziaria. Io continuo a ricordare con stupore, prima ancora che con indignazione, la frase del nostro Ministro degli Esteri (è inutile girarci intorno) che, stando ai giornali, ha detto: “Qui si vuole processare la classe dirigente”. Ma perché, la classe dirigente non va processata? Se mai, andrà assolta. All’esito di un processo nei suoi confronti come nei confronti di qualsiasi cittadino. Ma non si può pensare di avere un sistema processuale in grado di affrontare i gravi reati che vengono commessi in ogni società evoluta partendo dal presupposto che deve essere fatto in modo tale da assegnare il massimo delle garanzie alla classe politica”.
“E’ evidente che un sistema processuale efficiente per prima cosa metterebbe in qualche modo in discussione quest’area di impunità che circonda la classe dirigente del Paese”.
“Non possiamo dare la libertà a coloro che ne approfitterebbero per assassinarci”.
“Quando mancasse il consenso, c’è la forza. Per tutti i provvedimenti, anche i più duri, che il governo prenderà, metteremo i cittadini davanti a questo dilemma: o accettarli per alto spirito di patriottismo o subirli”.
E si potrebbe chiudere qui questo nostro intervento che quasi sembrava superfluo aggiungere ai fiumi di parole spesi ed alla costernazione di una Nazione intera. Si potrebbe chiudere con queste parole che Benito Mussolini pronunciò il 4 ottobre 1922 e il 7 marzo 1923 e che oggi rimbombano più cupe di allora quando ancora non si aveva contezza degli eventi che si sarebbero susseguiti. Oggi sappiamo , invece, e c’è da tremare o da combattere piuttosto. E combattere significa farlo senza buonismi, senza mezzi toni, senza attese, accordi, inciuci. Combattere significa fare opposizione con tutti i mezzi che la democrazia rende leciti anche quando, come in questo momento, la democrazia è un poster di un paesaggio bellissimo, è una meta.
“La democrazia ha tolto lo «stile» alla vita del popolo. Il fascismo riporta lo «stile» nella vita del popolo: cioè una linea di condotta; cioè il colore, la forza, il pittoresco, l'inaspettato, il mistico; insomma, tutto quello che conta nell'animo delle moltitudini”. E’ ancora il Duce che parla e lo “stile” è attuale. Mussolini era maestro nel riuscire a sollecitare un processo di identificazione del popolo con se stesso e lo faceva con i suoi tanti “travestimenti” che lo inventavano ora contadino, poi muratore o ancora maestro; uno qualsiasi tra gente qualsiasi, insomma. Il nostro Premier non è da meno; cammina tra la folla dispensando battute e sorrisi con tale affabilità da far esclamare ad una giovane donna intervistata per strada “Lui non fa parte della casta, è uno di noi”. Ma la fortuna di Mussolini fu quella di aver trovato una popolazione stanca, delusa, sostanzialmente già distrutta da una guerra e perciò stesso desiderosa di pace, di tranquillità ad ogni costo, alla fine disposta a sottomettersi a chiunque avesse saputo fargli sentire come un paterno senso di protezione di fronte alle tante paure che si sostanziavano, in fondo, in un’unica inconscia paura che ancora oggi necessita di essere esorcizzata: la paura della libertà.
La vittoria elettorale delle destre in Europa nasce evidentemente da un simile vissuto; certo è così in Italia dove l’uso sconsiderato e l’abuso che si è fatto della libertà, insieme al magma incandescente degli stravolgimenti globali, ha fatto rincorrere il miraggio di una società più ordinata benché meno libera e ha proiettato nell’immaginario collettivo uno schema sommario di nemici da cui guardarsi e di difensori a cui affidarsi. Da una parte stanno gli odierni Girolimoni ( extracomunitari, mendichi, prostitute, ma anche le famose “toghe rosse”) nei confronti dei quali il Governo intende con facile gioco dare prova di solerzia e massima efficienza, dall’altra ci sono persone e cose (esercito, ronde, ridde di ministri e di “pacchetti”) con cui si leniscono le insicurezze di un popolo attraverso l’ostentazione di un fine positivo che non è mai quello principale. E’ chiaro dunque che la riuscita di questo nostro Governo dipenderà in gran parte da quanto la gente comune sia disposta a credere che Angelino Alfano voglia tagliare il filo del telefono per proteggere la nostra innocua privacy e non piuttosto per garantire le sue/loro più “articolate” conversazioni, o che il Premier s’inventi norme immonde per combattere “i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato… per fini di lotta politica”. La partecipazione del popolo all’opposizione sarà dunque lo spartiacque tra la possibilità di uscire indenni da un quinquennio ed il pericolo di avviarsi a testa china ad un nuovo ventennio. Il popolo ha da comprendere che non c’è più tempo per la delusione e nemmeno per l’attesa. L’opposizione del popolo deve essere chiara, attenta, continua, capace di scegliere per coerenza. La forza dei cittadini oggi è l’unica politica possibile.
Anna R.G.Rivelli
I vostri tentativi di annientare Berlusconi non prenderanno mai vita, gli italiani lo hanno votato, lo vogliono, lo acclamano, lo esigono: Berlusconi darà forza all'Italia e dovrà continuare a governare. E se questa persecuzione da parte dei DS e della sinistra non si fermerà, gli italiani sono pronti a far scoppiare la rivoluzione in Italia perchè il Presidente Berlusconi sta finalmente governando come voi non siete stati e non sarete mai capaci di governare. L'unica speranza è che Berlusconi sia ancora in tempo a rimediare ai vostri disastri.
intanto oggi il governo è andato sotto 2 volte...grazie alla lega.
Ultime notizie: è stata trovata una nuova impronta nella villetta di Perugia dove è stata uccisa Meredith Kercher.
E' del premier Berlusconi.
Berlusconi mostro di Balsorano.
Berlusconi mente ideologica delle Bestie di Satana.
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