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Ma dentro chi resta? «Solo i comuni montani, come dice la legge; quindi, per dirne uno, Palagiano non c’è». Già, perchè i 39 metri sopra il livello del mare che avevano tanto incuriosito il duo best seller Stella-Rizzo, altro non erano che la sommità del palazzo più alto di Palagiano (qualcosa meno di dieci piani). La montagna non c’entrava, il mare di Chiatona sì.
Sarà per questo che Rizzi, più che i “tagli” della Regione (che fa suoi) non ha mai digerito il “taglio” del libro e degli articoli a contorno: «Sono stato - confessa accalorandosi - il capro espiatorio della Casta. Eppure la comunità montana, così com’era, non andava bene nemmeno a me e ben prima di quel libro». A parziale consolazione, si può ricordare che Rizzi è diventato recentemente un “personaggio” da Porta a Porta. Bruno Vespa, un mesetto fa, si fregava le mani: «Allora maresciallo, che facciamo con le comunità montane?». Alla fine è andata come aveva previsto Rizzi, il maresciallo di marina presidente della Comunità montana: «E’ passata la nostra proposta, ma alla Regione chiederemo funzioni e competenze, per esempio la gestione del Parco delle Gravine: la legge ce lo consente ed è inutile creare altri carrozzoni. Stavolta l’hanno capito anche loro, in Regione, che le comunità montane consentono agevolazioni, vedi l’Ici esente sui terreni agricoli o l’accisa più bassa sui carburanti agricoli, e assicurano la premialità per i finanziamenti europei o i contributi per l’agricoltura». E poi entrano in gioco in tanti progetti, da Agriland all’Area Vasta.
Ma Rizzi, che è abituato a lottare, avverte: «Siamo in una fase di ebollizione. La legge regionale, che supera i criteri dell’ultima Finanziaria, andrà collegata al Codice delle autonomie che il Governo ha rimandato a settembre. E in quest’ottica bisogna andare». Come dire: aspettatevi sorprese. Nel frattempo, può bastare un consiglio per le letture sotto l’ombrellone: «La Deriva - Perchè l’Italia rischia il naufragio» dei soliti Stella e Rizzo. Certi libri hanno forse dimezzato le comunità montane, ma leggerli non ha mai ammazzato nessuno.
Sarà per questo che Rizzi, più che i “tagli” della Regione (che fa suoi) non ha mai digerito il “taglio” del libro e degli articoli a contorno: «Sono stato - confessa accalorandosi - il capro espiatorio della Casta. Eppure la comunità montana, così com’era, non andava bene nemmeno a me e ben prima di quel libro». A parziale consolazione, si può ricordare che Rizzi è diventato recentemente un “personaggio” da Porta a Porta. Bruno Vespa, un mesetto fa, si fregava le mani: «Allora maresciallo, che facciamo con le comunità montane?». Alla fine è andata come aveva previsto Rizzi, il maresciallo di marina presidente della Comunità montana: «E’ passata la nostra proposta, ma alla Regione chiederemo funzioni e competenze, per esempio la gestione del Parco delle Gravine: la legge ce lo consente ed è inutile creare altri carrozzoni. Stavolta l’hanno capito anche loro, in Regione, che le comunità montane consentono agevolazioni, vedi l’Ici esente sui terreni agricoli o l’accisa più bassa sui carburanti agricoli, e assicurano la premialità per i finanziamenti europei o i contributi per l’agricoltura». E poi entrano in gioco in tanti progetti, da Agriland all’Area Vasta.
Ma Rizzi, che è abituato a lottare, avverte: «Siamo in una fase di ebollizione. La legge regionale, che supera i criteri dell’ultima Finanziaria, andrà collegata al Codice delle autonomie che il Governo ha rimandato a settembre. E in quest’ottica bisogna andare». Come dire: aspettatevi sorprese. Nel frattempo, può bastare un consiglio per le letture sotto l’ombrellone: «La Deriva - Perchè l’Italia rischia il naufragio» dei soliti Stella e Rizzo. Certi libri hanno forse dimezzato le comunità montane, ma leggerli non ha mai ammazzato nessuno.
Massimo D'Onofrio - Corriere del Giorno
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