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Le misure contenute nel decreto-legge 93 sono deludenti perché determinano effetti marginali sulla distribuzione del reddito e sulla crescita lasciando sullo sfondo le vere priorità: il livello troppo basso dei salari e l'aumento dei prezzi.
Le coperture del decreto inoltre infliggono un colpo molto duro al Mezzogiorno, al trasporto pubblico locale e alle politiche industriali, perché il decreto taglia drasticamente le risorse ad essi destinate dal Governo Prodi.
Il metodo che il governo segue, molto complesso e discutibile, è quello di far confluire quasi tutte le riduzioni di spesa, provenienti dalla revoca o dalla diminuzione dei contributi, nel Fondo per gli interventi strutturali di politica economica. Non ci sono, infatti, aumenti di entrata.
Le risorse che confluiscono nel fondo derivano da:
- risorse derivanti dal taglio degli stanziamenti per spese in conto capitale dei ministeri (tab B della legge Finanziaria 2008).
Oltre alle risorse del Fondo, la copertura prevede l'utilizzo degli accantonamenti allocati dalla legge Finanziaria 2008 nella tabella A per spese di parte corrente dei ministeri per 170 milioni per il 2008 (più elevato, oltre, 450 milioni, a decorrere dal 2010) e un taglio lineare della tabella C, della medesima legge Finanziaria, dal 2010 molto sostanzioso perché pari a circa 1 miliardo di euro.
Sono annunciati in queste ore ulteriori interventi di particolare gravità: si tratterebbe di una vanificazione dei crediti d’imposta per la ricerca e di quelli della Visco-Sud e di norme regressive sui temi dell’evasione fiscale e del lavoro nero. Seguirà una ulteriore nota.
Nota del Comitato economia e finanza del PD
1 commento:
Pentassuglia Presidente della Provincia
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