lunedì 16 giugno 2008

ALTA PRESSIONE SULL’EOLICO

Al convegno del Pd “Parco ed Energia” si è parlato di compatibilità tra gravine e impianti eolici. Le richieste in salita: da 486 a 560 torri per oltre 1500 megawatt fra Laterza e Castellaneta.

Catapano: “La speculazione può costare cara”. Loreto: “Tra domanda e offerta c’è sproporzione: serve giudizio”

Piazzate una dietro l’altra, alla distanza di circa 300 metri prevista dalla legge regionale, farebbero una fila di 168 km. Un enorme “effetto selva” che ha come protagoniste le 560 torri eoliche che si vorrebbe impiantare tra Laterza e Castellaneta.

Due centri che, però, sono separati da appena 14 km e hanno in comune il Parco delle Gravine, attorno al quale questi grandi impianti che catturano il vento (a oltre 150 metri d’altezza) e lo trasformano in energia elettrica dovranno praticamente fare lo slalom per evitare aree protette regionali e nazionali, oasi di protezione, zone sic e zps, aree umide tutelate.

Argomenti spinosi che, l’altra sera, sono stati affrontati nella Cittadella della Cultura durante il convegno incentrato proprio sul tema “Parco ed Energia, chiavi dello sviluppo laertino”. A fornire le diverse sfaccettature dell’intera vicenda ci hanno pensato il consigliere Franco Catapano (Pd), l’ex senatore Rocco Loreto, Marinella Marescotti (coordinamento del Parco delle Gravine) ed Enzo Cripezzi (Lipu Puglia).

La tesi squadernata è suggestiva: natura e impianti eolici non sono incompatibili, ma serve una giusta misura. Catapano lo ha chiarito subito: “Le politiche ambientali – ha detto - e lo sviluppo sostenibile nel nostro territorio si identificano con il Parco delle Gravine, approvato il 13 dicembre del 2005.

I comuni della zona occidentale di Taranto all’interno della sub area vasta lo hanno individuato come elemento identificativo e unitario per uno sviluppo duraturo in grado di valorizzare le produzioni e gli imprenditori del territorio. La “cultura del Parco” ci impone di fare molta attenzione alla salvaguardia del territorio attraverso azioni intercomunali capaci di coniugare conservazione e sviluppo”. Di qui al centro del nodo-eolico il passo è breve: “Il tema della produzione di energia da fonti rinnovabili è compatibile con il Parco e il suo sviluppo a condizione che non sia calato dall’alto e sia dimensionato sulla base delle esigenze del territorio. Ciò non è accaduto per l’energia eolica ed è per questo che nel luglio 2006, in tempi non sospetti, abbiamo posto il problema dell’eolico all’intero Consiglio comunale di Laterza. Siamo stati noi della minoranza a chiedere che il nostro comune si dotasse di un Prie in grado di identificare le zone – possibilmente comunali - dove era possibile ubicare le pale eoliche.

Purtroppo non siamo stati ascoltati perché il centrodestra si è fatto abbagliare dalla speculazione eolica.

Oggi il numero spropositato di convenzioni e pale eoliche approvate dal Consiglio, il contenzioso che si è sviluppato con le imprese serie, il parere negativo della Regione Puglia, le indagini della magistratura rischiano di costarci molto caro”. La novità degli ultimi giorni, infatti, è che la Procura distrettuale antimafia di Lecce ha messo gli occhi sull’affare più grande mai visto da queste parti (e non solo qui).
Quelle 560 pale (gran parte ferma alla fase di richiesta di valutazione ambientale) possono sviluppare non solo 1500 megawatt e passa di energia, ma soprattutto un investimento di oltre 1,2 miliardi di euro con ricadute economiche notevoli. Un esempio: 100 megawatt installati, al minimo del funzionamento di 1600 ore annue, possono sviluppare introiti per oltre 33 milioni di euro tra vendita dell’energia elettrica e certificati verdi (l’incentivo statale previsto per le energie rinnovabili).
Volerci veder chiaro, su protagonisti, procedure, intrecci e interessi appare quantomeno un atto di buon senso, oltre che dovuto, visto il gran baccano che sul tema si è sviluppato soprattutto a Castellaneta, sponda Pd.
La ragione “politica” di questa presa di coscienza l’ha esplicitata Catapano: “L’eolico e il solare possono rappresentare una opportunità di sviluppo per il nostro Comune, che deve incentivare la sensibilità verso l’ambiente promuovendo il risparmio energetico per le abitazioni e incentivando il solare termico.
L’iniziativa di questa sera su ambiente, rifiuti, energia ed eolico tenta di far capire come è tutto intrecciato con il territorio che merita rispetto, attenzione e uno sviluppo pianificato”. Tutto ciò salvo verificare incongruenze e speculazioni, secondo la traccia segnata col circoletto rosso da Rocco Loreto. “Esiste una sproporzione enorme – ha sottolineato - tra domanda di installazione di torri eoliche e possibilità di offerta. In un fazzoletto di terra si vuole impiantare un numero enorme di pale eoliche e la popolazione ignora il problema a cui si va incontro. 560 maxitorri eoliche hanno avuto parere favorevole dalle amministrazioni comunali di Laterza e Castellaneta, una selva di acciaio vera e propria.
A Castellaneta sono previste 335 torri, mentre a Laterza 225, per un totale di 560 torri pari ad un’energia di quasi 1.600 megawatt. Tra i due paesi si arriverebbe a produrre quasi la metà di tutta l’energia eolica prevista nel Pear regionale”. Un trend peraltro in crescita. A novembre 2007, infatti, sul territorio di Castellaneta e Laterza erano localizzate richieste per 486 impianti, lievitate negli ultimi mesi sino a 560. Quante di queste poi diverranno “parco eolico” è una pagina che toccherà alla Regione Puglia scrivere, magari spulciando tra le convenzioni approvate dai Comuni e valutando qualche contenzioso (come la diffida spedita da Inergia Spa al Comune di Laterza). Bisognerà fare i conti, poi, con i parametri di legge ante-Prie, che permetterebbero solo ad una ottantina di impianti di sorgere tra Laterza e Castellaneta: una scrematura notevole; soglia che potrebbe salire intorno ai 220, invece, stando alla previsione del Piano Regolatore per gli Impianti Eolici appena licenziato dalla Comunità Montana della Murgia Tarantina.

Ma le “bocciature”, c’è da giurarci, saranno tante. Come quella che è piovuta sulla testa della società Progetto Energia di Livorno, incappata nel parere sfavorevole alla compatibilità ambientale del suo impianto previsto in contrada Melodia (Laterza), così come “sentenziato” dal dirigente regionale del Settore Ecologia.

Resta, però, la “pressione” sul territorio, che evidentemente non è a costo zero: “Il punto – ha chiarito Loreto - è che si può anche decidere di trasformare il nostro territorio in un polo energetico, ma non è una decisione che deve essere presa alla leggera, va vagliata accuratamente.
Bisogna chiedersi: cosa accade quando un territorio diventa parco eolico?
Il paesaggio cambia la sua destinazione d’uso, i terreni agricoli adibiti ad ospitare le torri, fiscalmente non saranno più considerati terreni agricoli ma opifici e in base a tale utilizzo, verranno applicati i regimi fiscali”. I suoi dubbi, Loreto, li ha affidati ad un paio di osservazioni: “Il Pd, che è sempre stato d’accordo con lo sviluppo dell’energia pulita, chiede una riflessione per frenare lo scempio che in questo fazzoletto di terra si vuole compiere; la Pdl, che da molto tempo voleva porre un freno allo sviluppo dell’eolico, ha invece approvato 560 maxi torri. L’eolico, deve dialogare con il territorio, perché quello che sta accadendo oggi è un vero e proprio attacco al paesaggio”.
E ancora: “Dopo la liberalizzazione dell’energia elettrica – ha puntualizzato - sono molte le imprese che stanno entrando nel settore.
Noi stiamo assistendo invece ad un vero e proprio monopolio.
Su Castellaneta, due imprese hanno presentato progetti per l’80% della domanda. Su Laterza c’è un groviglio di società riconducibili tutte ad una: c’è qualcosa che non va. Quando qualcuno investe sul territorio bisogna vederci chiaro”. Infine, un’avvertenza: “Principio base per la programmazione deve essere la sostenibilità ambientale, quindi eolico sì ma con giudizio”.

Un metro fatto proprio dall’ambientalista Marinella Marescotti: “Il Parco – ha detto - è un sistema di valori che interagisce e che se correttamente utilizzato consente di creare sviluppo sul territorio. Oggi c’è un’opportunità importante da cogliere e per la quale ci stiamo battendo: intercettare i fondi dell’Area Vasta, per destinarli allo sviluppo del parco e pianificare gli interventi. Ci auguriamo pertanto che tali fondi, non diventino attrazione per appetiti e speculazioni.
Il parco potrebbe essere il volano per creare una rete di servizi da offrire in chiave turistica, il che avrebbe una forte ricaduta positiva sull’occupazione. Infine per ritornare alla tematica dell’energia, la legge istitutiva del parco prevede il risparmio energetico e l’utilizzo delle energie rinnovabili”.
Interessante la testimonianza di Enzo Cripezzi, esperto della Lipu: “La stessa situazione che si sta oggi vivendo a Laterza, si è verificata qualche anno fa a Foggia, quindi, il consiglio è quello di non commettere lo stesso errore. Diffidare da chi propone la luna nel pozzo ma ha conflitti di interessi. A Foggia gli agricoltori hanno visto perdere il valore immobiliare dei loro terreni. Eolico non è la risoluzione a tutti i problemi dei comuni, c’è una tale mancanza di regole sul settore, che crea investimenti senza rischio per le aziende che li realizzano, il che diventa un forte incentivo per la speculazione”.

E in coda, la provocazione. Anzi, il suggerimento: “Se su una proposta di impianto di 100 pale eoliche da parte delle aziende, il 3% va ai comuni come royalty, perché allora non si impiantano solo 3 pale eoliche, la cui produzione va esclusivamente ai comuni?

Quindi eolico sì ma a patti e condizioni concordate a priori, che non sono certo la capienza delle casse comunali”. È davvero strano, a pensarci bene, che in un territorio così appetibile - le 560 richieste di torri eoliche ne sono la prova provata - nessuna Amministrazione comunale abbia avuto il coraggio di scommettere in proprio.
«Parco eolico comunale»: sarà sembrata una pazza idea…

Massimo D’Onofrio

Nessun commento: