domenica 15 giugno 2008

Il Pd chiude la porta in faccia ai dissidenti che si battono per il voto

Inagibilità democratica?
Per il Pd le primarie sono un peccato mortale al punto che il partito organizza una serrata contro se stesso.
Ieri mattina il gruppo che si identifica nello slogan «Primarie sempre, primarie vere» ha trovato inopinatamente chiusa la sede dell’ex federazione provinciale dei Democratici di sinistra di Taranto (attuale sede del Pd insieme agli uffici di via Principe Amedeo già sede della Margherita).
Una saracinesca abbassata in faccia alla richiesta di ospitare una conferenza stampa nella quale i «dissidenti» - ma non chiamateli così! - avrebbero spiegato perché chiedono le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Provincia. Il gruppo ha una leadership a tre: il sindaco di Palagiano, Rocco Ressa, il capogruppo Pd al Comune di Massafra Mino Fedele e il consigliere comunale di Laterza Franco Catapano.
Occorre tuttavia un obbligatorio distinguo, sfogliando i pedigree personali: Franco Catapano, vicepresidente regionale della Cia, è punto di riferimento sul versante occidentale della componente veltroniana che alle primarie dell’ottobre 2007 si presentò con la lista «Agricoltura, ambiente, innovazione». Tra lui e le primarie c’è, quindi, un feeling antico, vero, e consolidato. Discorso diverso per Ressa e Fedele, saliti in corsa sul carro del dissenso dopo aver maturato, evidentemente, la progressiva emarginazione dalle scelte dell’oligarchia Pd. Ressa, parlando con i giornalisti, ha insistito: «Non chiamateci dissidenti. E’ il regolamento del partito a prevedere la raccolta di firme (basta il 15 per cento degli iscritti, ndr) per chiedere le primarie. Lo faremo e speriamo di convocarle a settembre. Noi non vogliamo sfiduciare Florido, ma invitarlo a dare prova di democrazia sottoponendosi alla consultazione popolare.
Quella stessa più volte negata negli ultimi mesi quando si andavano formando i quadri del partito». Il sindaco avrà certamente masticato amaro da ex enfant prodige diessino nel veder sigillata la porta di una sede che tante volte, in passato, ha varcato con orgogliosa sicurezza.
Una metafora della chiusura operata nei suoi confronti dal «quartier generale» alla quale Ressa ha replicato: «Ci costringono a fare la conferenza stampa sul marciapiede? Bene, non c’è immagine migliore per spiegare che noi rappresentiamo quella parte del Pd che sta con la gente, che parla alla gente, che non decide senza confrontarsi come fa Mazzarano (il vicesegretario regionale, ndr) chiuso nella sua scricchiolante roccaforte».
Ce n’è per tutti sotto questo cielo di baruffa color Pd. Persino il parlamentare tarantino Ludovico Vico finisce sotto il fuoco (ex) amico. Il gruppo lo accusa di «latitanza» - «aspettiamo da mesi una sua telefonata» - rispetto ai problemi del partito. E che sia Vita Surico, eletta nell’assemblea regionale, a dare il là alle critiche non stupisce ma offre una interessante cartina di tornasole del clima e degli orientamenti.
A proposito, la domanda finale: il gruppo delle primarie ha candidati da opporre a Florido in questa corsa che rischia di rivelarsi un pericolosissimo harakiri? «Ci sono tanti nomi spendibili, le primarie non sono quel supplizio divino che Florido vuol far credere», hanno concluso in coro i rappresentanti della nuova corrente del Pd. Sullo sfondo, si sussurra, una scelta eccellente, quella di Rocco Loreto, leader storico del centrosinistra ionico pronto, da vecchio combattente, a tornare in trincea.
Ma a che prezzo?
Fulvio Colucci - Gazzetta del Mezzogiorno -15/06/2008

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