martedì 6 maggio 2008

Bombe ambientali e negligenza informativa

Un nuovo commento di akerfeldt mette in relazione la cattiva informazione con i disastri ambientali. Pubblichiamo integralmente il suo commento ed in particolare vi invitiamo a sottoscrivere l’appello di articolo 21 per una libera informazione.

La domanda è questa: la notizia sotto riportata è più o meno importante di quella dell’uccisione di un peruviano in una lite scoppiata tra connazionali all’uscita di una discoteca?
Come funzionano i criteri di selezione delle notizie in Italia?
E’ intuitivo che i criteri di notiziabilità, adottati dai Tg in particolare, privilegino le notizie più impressionanti, piene di particolari truculenti rispetto ad altre di vero interesso pubblico. E molte volte non ci si limita a riportare l’avvenuto, ma si seguono gli sviluppi “ulteriori”, specie se la vicenda assume i toni del giallo. Ed ecco il Tg1 fare la cronaca quotidiana del processo per la strage di Erba. Ed ecco spuntare plastici di luoghi del delitto e intercettazioni telefoniche tra familiari di presunti assassini in programmi che dovrebbero approfondire ben altri temi.
Come quello dei rifiuti tossici abbandonati nelle campagne dove a pochi metri ci sono coltivazioni e falde acquifere. Bombe ambientali per un attentato alla salute, oltre che all’ambiente, praticamente ignorate dai principali telegiornali e programmi d’approfondimento della televisione italiana . A meno che la vicenda non sia clamorosa, nel qual caso può essere riportata come nona-decima notizia all’interno di un Tg. Come il caso della discarica a cielo aperto di rifiuti pericolosi scoperta ieri alle porte di Assago vicino Milano e riferita dalle odierne edizioni meridiane dei tg nazionali. Ma non basta per dare dignità ad un tema importante come la tutela dell’ambiente.
A proposito apro una “parentesi” politica. Il ministero dell’Ambiente è, a quanto pare, conteso tra la Brambilla e la Prestigiacomo: a riguardo Studio Aperto potrebbe lanciare un televoto aperto al pubblico al fine di decidere chi debba andare in via C. Colombo e sciogliere l’amletico dubbio da consumatori di birra: Rossa o Bionda? Chiusa parentesi politica.
Tutti i Tg hanno fatto vedere, e continuano a farlo, i rifiuti accumulati nelle strade di Napoli e hinterland. Quasi nessuno indaga su cosa abbia veramente portato a questa situazione. Chi prova a farlo viene minacciato dalla criminalità organizzata che lucra sulla salubrità dell’aria. Come l’ex parlamentare di Rifondazione Comunista Sodano, nella scorsa legislatura a capo della commissione parlamentare sui rifiuti, a cui sono stati recapitati tre settimane prima del voto dei proiettili con annessi messaggi minatori. Sodano non è stato rieletto.
Così come i verdi.
C’è chi esulta, contento forse dell’elezione a presidente del Senato di Renato “Schifo” Schifani, il cui ritratto è abbozzato nell’articolo a lui dedicato da Travaglio e postato dai bravissimi gestori del blog. Ma in Italia tutto questo non conta. E la colpa è dell’informazione in stato semi-comatoso. Specie quella del (dis)servizio pubblico Rai, lottizzato dai partiti. Un’ informazione che, in tanti, troppi casi, narcotizza le civiche coscienze . Un giornalismo che non funge da cane da guardia dei cittadini ma da cane da compagnia dei politici. Che, se toccato nei suoi interessi, non replica sui contenuti, ma demonizza le forme con cui il messaggio viene fatto passare. Beppe Grillo ha ragione nel merito. Sbaglia i modi. L’istrionismo, l’invettiva, gli insulti, infatti, vengono decontestualizzati e offrono una visibilità strumentale agli attacchi dei suoi detrattori. Si parla degli insulti rivolti a Napolitano, a Veronesi ( esimio professore ma che deve dar conto di alcune cose) e ci si indigna, dimenticandosi del florilegio di raffinati versi poetici di cui fanno gran sfoggio i nostri politici.
Su finanziamenti statali alla stampa non una parola. Su un ordine dei giornalisti racimolatore di quote d’iscrizione e dormiente su casi di deontologia professionale clamorosamente violata, meno che zero. Su la legge Gasparri qualcosa si può dire, ma se lo dice Grillo non vale, non se ne parla. Se un giornalista sgradito ai politici si permette di riproporre i discorsi del comico genovese (come fatto tra l’altro da alcuni afoni megafoni del potere in occasione del primo V-day), viene attaccato con levate di scudi bipartisan capeggiate da Petruccioli, presidente Rai in quota Pd. I
l primo passo verso un’ informazione davvero libera è la cancellazione del duopolio televisivo Mediaset (Berlusconi) – Rai (Partiti). L’affrancamento dalla politica del servizio pubblico permetterebbe di recuperarne la vera essenza e avrebbe, inoltre, ricadute positive sull’intera programmazione televisiva attagliata ora alle esigenze di chi vuole cittadini non informati ma deformati. Per questo validissimo è l’invito a sottoscrivere l’appello di articolo 21 per una libera informazione, linkato dagli amici del blog.
akerfeldt

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