venerdì 23 maggio 2008

Il Pd e le prospettive culturali

Il Partito Democratico esce frastornato dalla sconfitta elettorale ma reagisce con un dibattito tutto incentrato sulle forme organizzative invece che sui motivi della debacle e le varie anime e fazioni cominciano la loro risalita dopo il momentaneo inabissamento a scopo elettorale. E con queste risalgono a galla anche filoni culturali tra loro immancabilmente contrapposti:
- i post-moderni: i seguaci della lezione di Bauman, tra cui si iscrive lo stesso Veltroni, continuano a pensare che la liquidità di un partito sia condizione indispensabile per intercettare nuove forme di impegno e di vitalità politica.
- i moderni-riformati: da Bersani a D’Alema, passando per Fioroni e Marini, continuano a chiedere di non abbandonare il modello territoriale proprio dei partiti novecenteschi, pur riconoscendo comunque la necessità di una riforma che lo renda più agile e veloce.

Le prospettive culturali del Pd possono essere così sintetizzate:
neo-campanilismo: radicamento territoriale come esaltazione del particolarismo.Il dibattito sul partito del Nord è il frutto di questa impostazione.

Che fine ha fatto la campagna risorgimentale di Veltroni, tutta inno e bandiera?

  1. fine dell’ecumenismo: l’unica vera ideologia del loft, non solo non è servita a guadagnare consenso ma ha addirittura provocato un’estremizzazione nel profilo degli elettori del Pd.
  2. moralismo: ancora una volta la sinistra dimostra la sua incapacità di gestire i paradossi della realtà, cercando sempre una spiegazione etica, quasi morale, che la rinforzi nel sentirsi diversa, almeno potenzialmente migliore e proprio per questo non capita.
  3. fine del marketing politico, delle candidature-spot, delle community una tantum.
  4. elitismo: il divario elettorale che il Pd fa registrare tra città, dove convince, e provincia, dove sprofonda, significa che l’agenda tematica che sta a cuore all’Italia profonda è fatta di temi su cui la sinistra sconta un ritardo elaborativo e una sostanziale mancanza di credibilità.

G.C. - www.runningonline.org

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