venerdì 9 maggio 2008

Nani e Ballerine, il nuovo modello politico

La nomina a ministro di Mara Carfagna è la punta parossistica di un processo di spettacolarizzazione della politica iniziato ormai circa venti anni fa. Tale processo è stato causato da due fattori concomitanti: la perdita d’attrazione della politica e l’affermazione del dominio della televisione.
Il primo fenomeno è dovuto al crollo delle grandi ideologie e alla scomparsa dei partiti della prima repubblica travolti dall’onda lunga dello tsunami Tangentopoli, ed è esemplificato dal basso indice di partecipazione politica, misurato principalmente nel numero d’iscritti a partiti o movimenti politici in fortissimo calo. Il dominio televisivo, o meglio neo-televisivo per dirla alla Eco, si afferma con lo sviluppo della televisione commerciale che, durante gli anni ottanta, divulga uno stile di vita improntato ad un benessere immediato di pura matrice edonistica, a una felicità a basso costo ottenibile hic et nunc, al rinvio sine die dei sacrifici necessari al conseguimento del bene comune. Con l’implosione della prima repubblica, la politica, in crisi di credibilità, ripiega sempre più verso il medium televisivo, si conforma ai suoi stilemi comunicativi imperniati sulla semplificazione, sull’apparenza e sull’appeal. Gli uomini “nuovi” della politica italiana possono affermarsi specie se hanno acquisito credibilità in campi diversi e meno inquinati, agli occhi della pubblica opinione, rispetto a quello della politica: l’impresa privata, lo sport, lo spettacolo. E specie se dimostrano una certa telegenicità. L’azione combinata di questi fenomeni permette l’affermazione rapida e clamorosa di Silvio Berlusconi e del suo partito. La situazione negli anni si cristallizza. Il modello di politica rimane quello: personalizzato, spettacolarizzato, mediatizzato.

Ora a distanza di quasi venti anni ne raccogliamo uno dei frutti più maturi: la nomina a ministro di una donna che fino a due-tre anni fa sedeva tra Giancarlo Magalli e Paolo Fox ( con rispetto parlando) e si esibiva discinta in balletti. Poi rimane folgorata sulla via d’Arcore, si candida e viene eletta, grazie alle liste bloccate, senza una minima preparazione politica, forte solo della sua laurea in giurisprudenza. A due anni di distanza dall’ingresso in campo diviene addirittura ministro. Un vero portento, un luminare della giurisprudenza se in due anni ha bruciato le tappe in questo modo. Ma chi in venti anni ha bruciato le tappe in maniera altrettanto eccezionale è la politica italiana: si è passati dalle assemblee partitiche di “nani e ballerine” di craxiana memoria al governo nazionale di “(psico)nani e ballerine” di berlusconiana genesi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Un'analisi davvero strepitosa che mi trova pienamente d'accordo! Complimenti!!!

Franco Catapano ha detto...

Il pensiero debole ormai imperversa nella società italiana ed è la diretta conseguenza di fenomeni di degenerazione che dilagano giorno dopo giorno. I tuoi commenti sono di grande aiuto e ci aiutano a riflettere, ho la sensazione che la sconfitta del centrosinistra (ed in particolare del Pd) sia elettorale "ma anche" culturale.

akerfeldt ha detto...

Ringrazio per i complimenti. La mia analisi non è niente di trascendentale. E' un ovvia presa di coscienza critica, nata sulla scorta di determinati interessi e letture, di certi aspetti della situazione politica italiana. I complimeti io li giro ai gestori del blog per questo spazio utile all'approfondimento di certi temi e alla cresita civica.