venerdì 9 maggio 2008

Pd, punto e a capo

Il Pd ionico si guarda allo specchio, c’è da tenere sotto controllo un principio di rughe che mal si concilia con la giovane età del partito. Una situazione ancora non da chirurgo plastico ma da paziente che deve stare attento a non lasciarsi andare troppo, quello sì. Allora urge una seduta di gruppo che Donato Pentassuglia, segretario provinciale del partito, ha provveduto a convocare nel Salone di rappresentanza della Provincia.

E ieri sera c’erano proprio tutti a questo rendez- vous – anche Nicola Taurino, una vita spesa a far politica - a parlare dell’esigenza di costruire un partito pronto a ritornare tra la gente, a capirne gli umori, a interpretarne i desideri. Salvo poi a fare dell’emergenza Arsenale e di quella ambientale una sorta di desaparecidos dall’agenda politica e a bandire, e quelle volte che è stata pronunciata è avvenuto molto a bassa voce, la parola sconfitta.

C’è voglia di parlare tanto è vero che il presidente dell’assemblea, Cosimo Nume, ha oltre venti interventi prenotati. Alla fine parleranno in sette, tutti gli altri dovranno aspettare lunedì 19, alle ore 16, quando l’assemblea provinciale del Pd tornerà a riunirsi. Tocca a Donato Pentassuglia dare il la alla serata. E lo fa con tono pacato, quasi monocorde, anche quando c’è da richiamare all’ordine le voci fuori dal coro, che in questi giorni si sono esibite sulle colonne dei quotidiani locali, ricordando loro che, comunque sia andato il risultato elettorale, «il risultato del Pd a Taranto è stato il migliore della Puglia».

Tutto ciò a dispetto di una gestione dirigistica fatta dai livelli regionali del partito che hanno di fatto escluso il capoluogo ionico da rappresentanze più cospicue nelle liste in Puglia. Ma ieri c’era l’esigenza di far capire a tutti che «le polemiche non fanno bene» perché «il Pd ionico ha grosse potenzialità». Insomma, i panni sporchi, se ci sono, vanno lavati in famiglia e, soprattutto, sarebbe il caso di non mettere in difficoltà con esternazioni in libertà «amministrazioni e sindaci espressione del Pd» perchè a rimetterci «non è l’amministratore ma il partito». E in vista delle imminenti scadenze elettorali non è proprio il caso che il partito non si presenti con la consapevolezza che vanno combattute «una destra che si è ben organizzata» e la Lega Nord «che ha saputo interpretare i bisogni della gente e quei 9 punti percentuali sono davvero tanti». Poi c’è da affrontare la vexata questio dei rapporti tra il Pd e

l’amministrazione Stefàno. «Noi - ha ribadito Pentassuglia - non stiamo e mai staremo con il cappello in mano dietro la porta del sindaco. Ma il fatto che Stefàno voglia dialogare con noi all’indomani dell’approvazione del bilancio è politicamente scorretto perché la redazione di un documento così importante non può vedere estraneo il Pd».

Un argomento, questo, che vede in parziale disaccordo Gaetano Carrozzo, che della giunta Stefàno è stato vicesindaco e assessore al Bilancio, secondo il quale, viste la scarsità di risorse finanziarie «e i risultati fallimentari portati a casa dal sindaco», non sarebbe proprio il caso di andare a fare un accordo al buio. Semmai, ha sottolineato Carrozzo, sarebbe il caso che il Pd avvii «una discussione approfondita sugli 11 mesi dell’amministrazione comunale», e lo faccia presto «perchè il tempo stringe», assumendo posizioni chiare e univoche piuttosto che rimanere in mezzo al guado. Poi il Carrozzo che non ti aspetti, quello che veste i panni di Bossi e lancia l’idea della «Lega democratica che antepone a tutto gli interessi della comunità e del territorio».

Concetti che seguono a ruota quelli anticipati da Florido che invita a trarre insegnamenti dal voto della Lega Nord. «Da quel voto - dice Florido – dobbiamo imparare che c’è un rapporto stretto tra il radicamento territoriale e la rappresentazione degli interessi». Ma, vivaddio, se a Taranto e provincia «tutto è commissariato: lo è l’Asl, lo sono gli enti strumentali, lo sono diversi Comuni della provincia» come si può pretendere «che Vendola si interessi di noi visto che il nostro tasso di credibilità è vicino allo zero! Ecco perchè dobbiamo cambiare registro senza uccidere la speranza del cambiamento, senza dimenticare che il potere è tutto». Un assunto, quello sul potere che serve per poter contare, subito fatto proprio da nove componenti il direttivo che presentano, e si vedono votare all’unanimità, un ordine del giorno con il quale si chiede al presidente Vendola una maggiore visibilità della rappresentanza tarantina. Un assist all’ingresso in Giunta di Michele Pelillo o, quanto meno, un ruolo da capogruppo per colui che fino a un attimo prima del vagito del Pd era il portavoce regionale dell’Ulivo.

Alla fine, l’unica voce fuori dal coro è rimasta quella di Rocco Ressa. «Approfondire le questioni della sconfitta - dice - non ci farebbe certo male se vogliamo davvero costruire su fondamenta nuove il Pd. Alla gente era stato promesso un partito a piramide rovesciata e così non è stato; di primarie non si sente più parlare quando sarebbe il caso che vengano rispolverate in vista delle prossime scadenze elettorale, provinciali in testa», aggiunge volgendo lo sguardo a Florido non prima di aver ammonito tutti che «se sottraiamo al 32% il voto utile il Pd va sotto il 30%».

Punto e a capo. Appuntamento a lunedì 19 per la seconda manche.

Pierpaolo D’Auria – corriere del Giorno

Nessun commento: