giovedì 8 maggio 2008

Paolo Giannico propone "La spesa a chilometro zero"

Il farmers market compie tre anni: gli agricoltori vendono i prodotti direttamente, i consumatori trovano qualità e risparmio. Così ci guadagnano tutti e in mezza Italia “copiano” il modello Taranto

Quando è cominciato tutto, tre anni fa, sembrava un’americanata. In realtà il farmers market lo è, ma solo nel senso che l’idea della vendita diretta di prodotti agricoli è a stelle e strisce da almeno trent’anni e la declinazione tarantina è una rivisitazione adeguata ai tempi moderni.Il primo farmers market d’Italia, ma chi lo ha fondato preferisce definirlo “mercato degli agricoltori”, ha aperto i battenti esattamente il 12 maggio 2005; un po’ per sfida un po’ per rispondere ad un’esigenza sempre più sentita: fare la spesa sì, ma comprando prodotti di qualità e a prezzi competitivi. Rigorosamente in chiave locale.Così nel cuore di Taranto, in corso Umberto 121, tre anni fa è partito un pionieristico esperimento di vendita fatta direttamente dal produttore al consumatore, cioè senza (costosi) passaggi intermedi.
Il vicepresidente della Coldiretti laertina Paolo Giannico, uno di quelli che ci ha creduto
assieme a Paolo Nigro e Giuseppe Scagliola (i vertici provinciali di Coldiretti, dove oggi siede Francesco Carbone), ha una sola parola per dire com’è andata la scommessa: «Un successo». Che, oggi, conta pure 12 dipendenti.Prima del “boom”, però, ci sono stati quattro anni di gavetta. «Tutto è cominciato con Campagna Amica – dice Giannico, che in azienda ha tutta la famiglia –, vendendo prodotti tipici e facendoli assaggiare a due passi da Piazza Immacolata, ma era un appuntamento occasionale, sotto le feste. L’idea di fare il grande salto ci è venuta quando la gente ha cominciato a chiedere: “E adesso dove veniamo a trovarvi?”».
Detto, fatto. Il farmers market è nato così; una novità capace di cambiare le abitudini di acquisto, ma anche i ritmi di produzione, visto che, ad esempio, per trovare la ricotta calda o le mozzarelle alle otto e mezza di mattina le mucche vanno munte alle 3 di notte. E l’acquirente, di contro, trova tutto quello che gli serve concentrato nello stesso posto. E’ il modello della spesa a chilometro zero, un freno rispetto ai prezzi galoppanti, ma anche la risposta tutta locale ai “pirati dell’agroalimentare”.Basta fare un giro tra i banconi per “ritrovarsi” nelle aziende di Laterza (pane, latticini e ortofrutta), passare per Martina Franca (salumi, pasta fresca e mele), fare un salto a Statte (olio e conserve di pomodoro), curiosare per Castellaneta e Foggia (conserve, salse e miele) e fare una capatina a Manduria (olio e sott’oli). In tutto una quindicina di aziende agricole con i loro banconi e le casse, simboli della filiera lunga che va in soffitta. Addio intermediatori, trasportatori, confezionatori e trasformatori. E, ovviamente, relativi costi. «Quel margine di guadagno in più – dice Giannico – lo dividiamo a metà, tra noi e i consumatori». Con soddisfazione e vantaggi reciproci.Soprattutto in tempi in cui ai picchi dei prezzi corrisponde un crollo dei consumi per i generi di prima necessità, pane e pasta su tutti. Nei primi tre mesi del 2008 - dicono le statistiche più recenti - c’è stato un calo, rispettivamente, del 3,5 e del 1,8 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Mentre i prezzi al dettaglio hanno proseguito la loro corsa: più 18,6 per cento per la pasta e 13,1 per cento per il pane nei confronti del primo trimestre del 2007.Nel mercato degli agricoltori, invece, il panorama cambia: «Il consumatore - conferma Giannico - viene da noi perchè trova mediamente un risparmio del 20 per cento. Le mozzarelle, ad esempio, costano un euro meno di quelle dei caseifici baresi e sono fresche di giornata e senza additivi». E poi ci sono le offerte a metà mese su prodotti specifici: un modo per combattere l’effetto «quarta settimana». «E a noi conviene stare assieme - aggiunge Giannico - perchè abbattiamo i costi di gestione o del fitto dei locali».Certo, la novità del farmer non è stata presa bene da tutti: «All’inizio fioccavano le multe per i parcheggi in doppia fila». Poi è arrivata la “salvezza”: «Una fermata del bus. La gente viene, fa la spesa e riparte». E, a quanto pare, anche gli altri commercianti si sono adeguati: «Hanno abbassato i prezzi per essere competitivi: è così quando la concorrenza funziona. Anzi, qualcuno vien pure a comprare da noi...». Potenza del rapporto qualità-prezzo.Insomma, quella del farmers market è la storia di un’idea vincente. Che Giannico vorrebbe contagiasse un po’ tutti i comuni (una legge targata Coldiretti-De Castro lo permette), ma che nel frattempo è stata già copiata nella vicina Bari ed è stata studiata dagli emissari delle regioni Toscana, Sardegna e Trentino. Per una volta, almeno, il modello che funziona siamo noi.»
da Corriere del Giorno di Massimo D’Onofrio

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti vivissimi al coriaceo Paolo Giannico, peccato non vederlo in consiglio comunale.
E' una delle migliori realta' imprenditoriale di Laterza.
E' l'esempio del self-made man, senza compromessi e senza furberie, un modello da seguire e un faro per molti giovani.

Filippo