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A forza di dichiarare ostilità nei confronti della società franco-olandese, di annunciare cordate al momento inesistenti, di ventilare una non meglio precisata convergenza con la compagnia Aeroflot (con buona pace della difesa della nazionalità), si è finito col creare una situazione che ora pesa sull’occupazione di decine di migliaia di persone che lavorano nella compagnia italiana, a Fiumicino, a Malpensa e nell’indotto.
Una situazione drammatica che pesa anche sull’immagine dell’Italia, che subisce un colpo consistente. Il governo attuale e quello che verrà devono cercare di operare per garantire la continuazione dell’attività di Alitalia per aprire nuove e reali trattative.
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A seguito della richiesta di Alitalia di chiarire la situazione legale successiva alla rottura delle negoziazioni Air France-Klm ha comunicato ad Alitalia che gli accordi contrattuali annunciati il 14 marzo scorso con l'obiettivo di lanciare un'offerta pubblica di scambio su Alitalia non sono più validi dal momento che non sono state soddisfatte le condizioni preliminari al lancio dell'offerta». Lo rende noto un comunicato della compagnia franco-olandese diffuso la sera del 21 aprile. Poche stringate parole per finirla con i negoziati mentre si staglia pesante l’ombra delle cordate italiane e di Aeroflot evocati pesantemente da Silvio Berlusconi in campagna elettorale prima e nell’incontro con Vladimir Putin poi. In conferenza stampa una settimana fa il vincitore delle elezioni si diceva pronto a pararne con il presidente francese, Sarkozy, ma forse la telefonata verrà fatta troppo tardi. Nel frattempo il prezzo del greggio è continuato a salire (+ 22% in poche settimane) rendendo difficilissima l’attuazione in tempi certi degli obiettivi dle piano industriale.
Una nota del PD ricorda che “Come avevamo previsto, dichiarazioni avventate e comportamenti non responsabili hanno fatto naufragare la trattativa con Air France, mettendo a repentaglio il destino di Alitalia e di decine di migliaia di lavoratori”, mentre Enrico Morando chiede uno sforzo per far tornare i francesi al tavolo delle trattative e Palazzo Chigi non commenta per il senatore Morando “quello che si temeva si sta avverando. Le strumentalizzazioni su una questione seria come quella che riguarda la compagnia di bandiera rischiano di aver precipitato la vicenda in un vicolo cieco. Bisogna fare un estremo sforzo per far tornare l’unico interlocutore in
campo al tavolo della trattativa Alitalia, in un contesto nel quale, malgrado siano passati diversi giorni, nuovi e più attendibili interlocutori non si sono allo stato palesati”.
La nota diffusa alle 22 dal PD ricorda come “a forza di dichiarare ostilità nei confronti della società franco-olandese, di annunciare cordate al momento inesistenti, di ventilare una non meglio precisata convergenza con la compagnia Aeroflot (con buona pace della difesa della nazionalità), si è finito col creare una situazione che ora pesa sull’occupazione di decine di migliaia di persone che lavorano nella compagnia italiana, a Fiumicino, a Malpensa e nell’indotto. Una situazione drammatica che pesa anche sull’immagine dell’Italia, che subisce un colpo consistente. Il governo attuale e quello che verrà devono cercare di operare per garantire la continuazione dell’attività di Alitalia per aprire nuove e reali trattative”. Intervenendo a Primo Piano, su Rai Tre, Giorgio Tonini, membro dell’esecutivo Pd ha spiegato di considerare la vicenda “molto grave,verrebbe da dire che il governo Berlusconi comincia a far danni ancora prima d’insediarsi, ad oggi non ci sono alternative , vedremo come risponderà alle promesse fatte in campagna elettorale”.
Nel frattempo si muoverà il governo uscente di centro-sinistra. Si dovrebbe svolgere mercoledì mattina una riunione del Consiglio dei ministri, che potrebbe varare il decreto per il prestito ponte. Una misura che dovrebbe assicurare la liquidità necessaria per la continuità di esercizio della compagnia di bandiera, in attesa delle decisioni che dovranno essere assunte dal nuovo governo.
Naturalmente il ritiro di Air France dalle trattaive per il salvataggio di Alitalia ha portato ad un crollo in Borsa del titolo della compagnia di bandiera italiana: il titolo che dall'8 aprile viene trattato solo in asta di chiusura fa segbare un teorico -11,3% all'avvio dei mercati. Borsa Italiana, per questo dopo quasi un'ora di asta, ha deciso di sospenderlo dalle negoziazioni. Il provvedimento riguarda azioni ordinarie, obbligazioni convertibili e strumenti derivasti. La sospensione sara' per tutta la seduta odierna in attesa di comunicazioni.
Michele
da www.partitodemocratico.it
Visitate il sito del fondo monetario :
Guardate qual'e' la nostra liberta' economica :
www.heritage.org/research/features/index/countries.cfm
e poi loro si chiamano popolo delle liberta'.
Mahh
Rocco P.
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