venerdì 25 aprile 2008

Caro rifiuti: «I sindaci sapevano»

MASSAFRA - “I sindaci avrebbero dovuto utilizzare il comportamento di buon padre di famiglia e mettere da parte le somme necessarie ad affrontare la maggiore spesa, perchè l’importo della tariffa era conosciuto dal 2004”. A parlare è Antonio Albanese, gestore della società Cisa Spa e della discarica di bacino di Massafra. Il suo monito è rivolto ai sindaci dei dodici Comuni che conferiscono i rifiuti in quell’impianto pubblico: Castellaneta, Martina, Laterza, Palagiano, Palagianello, Montemesola, Mottola, Crispiano, Statte, Ginosa, Massafra e Taranto. Una recente sentenza del Consiglio di Stato a favore della Cisa ha confermato l’importo della tariffa di smaltimento degli rsu in 83,73 euro a tonnellata, contro i 57 euro pattuiti prima del 2004, ovvero prima della costruzione del nuovo impianto.
“Una sentenza poco chiara del Tar - aggiunge Albanese -aveva parzialmente accolto il ricorso del Comune di Ginosa. Ma con questo non significava che la tariffa non sarebbe stata riconosciuta. Alcuni sindaci hanno messo da parte somme del bilancio per affrontare l’eventuale, poi confermata, nuova tariffa. Se poi qualcuno è scellerato perché, con la campagna elettorale, ha preferito non aumentare la Tarsu, allora non è colpa mia”. I sindaci, riuniti nel consorzio Ato Ta/1 stanno cercando ora di fronteggiare questa situazione ed hanno deciso di avanzare istanza di incontro alla Cisa per verificare la possibilità di rateizzare le somme da versare, fin dal 2004, per la differenza tra la vecchia e la nuova tariffa. “Non ho alcun problema ad incontrarli - fa già sapere Albanese - la nostra società si è sempre dimostrata disponibile. Non vogliamo fare guerra a nessuno, l’importante è che si rispetti quanto stabilito nella sentenza”.
La tariffa fa riferimento agli rsu smaltiti e che poi vengono trasformati in cdr, ovvero in combustibile che viene bruciato nel termovalorizzatore dell’Appia Energy, società di cui è partner anche la Cisa. “La titolarità del cdr è dell’Ato - tiene a puntualizzare Albanese - e nessuno impedisce all’ambito di indirizzarlo verso altri impianti disposti a bruciarlo a costi inferiori. Quel che posso garantire è che i sette euro versati sono un prezzo politico che non rispecchia quello di mercato. Un prezzo che consente ai Comuni di risparmiare circa due milioni di euro l’anno. L’Ato può decidere in qualunque momento di portarli altrove”.
Taranto Sera - 25 aprile 2008

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