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«Per le aree ZPS (Zone di Protezione Speciale) - ricordano gli ambientalisti - al momento vige il Regolamento regionale 22/2007, adottato proprio per recepire le misure di tutela su tali aree ed evitare ulteriori procedure di infrazione comunitarie e conseguenti pesanti condanne della Unione Europea. Esso prevede l’interdizione per impianti eolici in una fascia di 500 metri (già insufficiente sul piano scientifico) dalle ZPS e comunque la Valutazione di Incidenza nel raggio di 5 km dai confini delle ZPS e delle IBA (Important Birds Area), ovvero di quelle aree candidate a divenire ZPS e per le quali la UE impone di rispettare le stesse misure di tutela».
La Valutazione di Incidenza, inquadrata da precise norme, rappresenta «una valutazione specifica per verificare gli interventi che si propongono e per garantire il mantenimento dei valori naturali di tali aree di estrema importanza per la biodiversità».
Il Regolamento regionale sulle ZPS - puntualizza la nota degli ambientalisti - «era stato oggetto di preventiva concertazione tra la Regione e le rappresentanze della società civile interessate al corretto governo del territorio. E pur tuttavia, le aspettative concordate su questo specifico punto non venivano pienamente garantite in fase di approvazione».
Il timore delle associazioni ambientaliste è concreto: «La Giunta regionale - sostengono - si appresta a modificare il Regolamento in questione depotenziandolo miseramente, escludendo l’obbligo della fascia di rispetto e della V.I. per tutti i progetti eolici presentati prima dell’entrata in vigore dello stesso regolamento, anche se il parere ambientale è ancora in itinere e non è stato emesso!»
In altri termini tale prescrizione diventerebbe «solo coreografica: i progetti eolici a ridosso delle ZPS rientrano nella valanga presentata speculativamente entro il marzo dello scorso anno, già per aggirare un altro vincolo che fu introdotto, quello della Pianificazione su scala comunale, ovvero il subordine ai Prie per i progetti successivi a quella data».
Nel caso tarantino, come noto, l'unico progetto di Prie, peraltro ancora in fase di realizzazione, è quello della Comunità Montana della Murgia Tarantina. Uno strumento che, alla luce dei sei mesi previsti dalle norme transitorie regionali, risulta di fatto inutile e difficilmente utilizzabile, giacchè le 486 richieste presentate ai Comuni di Castellaneta e Laterza sono state inoltrate in quel periodo, quindi non sottoposte alla pianificazione del Prie
Italia Nostra, LIPU, VAS e WWF prevedono che, «con la modifica prevista dalla Giunta regionale, si perderà la possibilità di utilizzare un prezioso strumento di valutazione, se non altro sicuramente meno discrezionale e sommario delle valutazioni ambientali sin qui operate dagli organi regionali: su 1450 torri eoliche (2100 MW) realizzate o approvate positivamente al parere ambientale ad oggi, ben 1350 torri (oltre 1900 MW) hanno goduto dell’esclusione dalla procedura di VIA»
Fino alla fine del 2007 nessun progetto «aveva ancora mai avuto un parere negativo, solo negli ultimi tre mesi hanno fatto la loro comparsa due pareri sfavorevoli, in seguito all’assoggettamento a VIA».
Come è evidente - sottolineano gli ambientalisti -«la Regione dovrebbe prendere atto della situazione di fuori controllo con cui la dinamica dell’eolico si è imposta e si sta imponendo sulle piccole comunità e sulle aree sensibili per effetto delle cospicue somme finanziarie in gioco. Tanto dovrebbe bastare, se non ad introdurre elementi normativi di maggiore garanzia (ad es. come la VIA obbligatoria), almeno ad evitare ulteriori declassamenti delle esigue norme disponibili».
Italia Nostra, LIPU, VAS e WWF, nell’esprimere «preoccupazione e forte contrarietà a questa modifica», evidenziano come «tale atto andrebbe a sancire anche l’inutilità delle “concertazioni” tra l’associazionismo e il governo regionale sull’adozione dei provvedimenti normativi. Provvedimenti che, subito dopo, vengono sviliti con la rimozione dei punti più qualificanti».
Corriere del Giorno - 18 aprile 2008
6 commenti:
gli ambientalisti non voglio il nucleare, non vogliono le nuove centrali a carbone, non vogliono rigassificatori, non vogliono niente. Questo sottintende che sono favorevoli solo all'eolico e al fotovoltaico. Ora non possono abbaiare anche quando, finalmente, anche da noi qualcuno cerca di mettere su qualche generatore eolico.
Queste associazioni ambientaliste "DEL NO" hanno davvero scocciato, fanno ridere!!!
E poi devo dire che le abbiamo solo in italia.
Prima di parlare, leggere attentamente l'articolo.
Siamo tutti favorevoli all'energia pulita, ma deve essere energia "PULITA", non dobbiamo creare ecomostri o alimentare traffici illeciti.
Cominciamo a ragionare con cognizione di causa e capire cosa ci circonda.
Rocco P.
ha ragione l'anonimo!!!
Gli ambientalisti italiani fanno ridere!
Sono insorti persino quando si stava pensando di installare torri eoliche in mare, a decine di km dalla costa, nell'adriatico.
Vogliono solo farsi sentire e i risultati si sono visti, pecoraro scanio è stato trombato di brutto.
I verdi degli altri paesi europei non contestano ogni cosa in questo modo.
Andate in germania e percorrete qualunque autostrada. Per la maggiorparte del percorso vedrete decine, centinaia di torri eoliche. E lo stesso accade in olanda, spagna ecc.
Sono d'accordo con il fatto che il paesaggio debba essere salvaguardato, ma penso anche che nel 2008 un pezzo di macchia mediterranea si possa sacrificare per una torre eolica.
Peppe Lattuga
Invito anche io a leggere attentamente. Le proteste ambientaliste, a quanto pare di capire, sono dovute al fatto che ci possa essere una “sanatoria” per i progetti eolici presentati prima del regolamento 22/2007, escludendoli dalla valutazione d’incidenza ambientale, cosa che contravverrebbe a normative europee approvate a tutela delle Zps. Questo esporrebbe a procedure d’infrazione da parte della Comunità Europea (un vero e proprio covo di ambientalisti, verrebbe da pensare!) l’Italia, già in vetta alla classifica dei paesi U.E. che hanno subito più procedure d’infrazione alle normative comunitarie sull’ambiente (nel 2006 erano addirittura ottanta). Un primato che la dice lunga sulla incisività delle associazioni ambientaliste e di una matura “coscienza verde” nel nostro Bel Paese. Nella citata Germania, al contrario, le procedure nel 2006 erano solo 22. Inoltre dobbiamo decidere cosa fare del nostro bellissimo (su questo mi pare possiamo essere tutti d’accordo) territorio laertino e limitrofo: se un’area di interesse paesaggistico a vocazione turistica, o una centrale eolica. Perché non si tratta di mettere due o tre torri.
L'eolico: energia pulito impatto ambientale inesistente
Scrivo dalla Spagna paese leader nel settore eolico di terra ma che conta specializzarsi anche in quello di mare(offshore), e dopo un tesi di laurea dedicata proprio a questo settore spagnolo mi chiedo quali sono i veri problemi che esistono per il suo sviluppo in italio o al sud...soldi (tanti) o ambiente?...perchè secondo le mie riceche l'impatto ambientale è praticamente nullo.
Mi spiego meglio, esiste un impatto sull'ambiete ma riguarda rumore e paesaggio, che sono rispettivamente superabili attraverso una certa lontanaza dai centri abitati e poi cosa vale di più energia pulita o il fastidio di vedere pale che girano???in quanto agli animali si adattano presto, il disagio per questi riguarda solo la fase di installazione del parco eolico (in Sapagna è stato progettato un parco eolico marino combinato con l'itticoltura).
Quello che non capisco e perchè gli ambietalisti si oppongono se si tratta di un forma di produrre energia che non ha bisogno di essere sperimentata, pulita e che con gli investori giusti può apportare più di un beneficio (energia, lavoro, sviluppo...).
Vorrei ricordare che l'Europa, in particolare Spagna e Germania, rappresenta nel mondo un esempio di svilluppo straordinario senza precedenti.
L'italia potrebbe crescere ma come ci mostrano gli esempi di spagna e Germania solo con un politica e una noramtiva attenta al problema energetico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili, ma sopratutto attraverso l'impegno a costruire una coscienza sociale energetica, praticamente inesistente in italia e figuarimoci al suditalia
Mi sento di dire volere e potere, sopratutto quando si tratta di in futuro migliore...
Premetto che non sono un ambientalista, non sono iscritto a Legambiente, Wwf o quant’altro, né sono un esperto in materia di energia rinnovabile. Ma se c’è una problematica che tocca il mio territorio, un minimo d’informazione la vado a cercare. Nessuno, penso, sia pregiudizievolmente contro l’installazione d’impianti eolici, produttori di energia pulita. Le contestazioni sono in merito ad un possibile atto della giunta regionale che esenterebbe dalla valutazione d’impatto ambientale (obbligatoria per le Z.p.s. secondo normative europee e comprendente anche vincoli paesaggistici)i progetti eolici presentati prima dell’adozione del regolamento 22/2007. Il che vorrebbe dire che anche quelli riguardanti la nostra zona di Laterza e Castellaneta godrebbero di questa specie di sanatoria. Vista la maniera non proprio limpida con la quale l’affare eolico è stato portato avanti (per la cui informazione rimando anche ad altri articoli presenti su questo sito), considerato che ci troviamo in un territorio di comprovato interesse paesaggistico ed avifaunistico, sollevare dubbi e perplessità su questa probabile scelta della regione, sulle ripercussioni sul nostro territorio e sulla violazione delle normative europee, penso sia legittimo. L’intervento di Elisabetta, che di sicuro è incommensurabilmente più esperta di me in materia, può dare l’impressione, in questo contesto, di una difesa acritica dell’eolico avulsa da una valutazione specifica della situazione locale. Ferma restando l'assoluta bontà dell'energia eolica in sè.
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