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L'incremento della presenza femminile in Parlamento è stato il leit motiv della campagna elettorale del 2008, nonché tema tra i più dibattuti di questi ultimi anni, dopo che i sondaggi ponevano l'Italia in fondo alla graduatoria mondiale per la rappresentanza femminile in Parlamento: i dati davano il nostro paese al 67mo posto. Quest'anno nella stesura delle liste da parte dei partiti sicuramente c'è stata in questo senso una maggiore attenzione, soprattutto da parte del PD che da subito si dava come obiettivo un 33% di rappresentanti donne. Dopo le elezioni, osservando la composizione delle camere, il quadro generale è sicuramente migliorato ma non così tanto da poter far esultare tutti quei cittadini, più probabilmente cittadine, che volevano assolutamente far ribaltare quel dato così pesante per una democrazia come l'Italia. A conti fatti le signore che occuperanno gli ambiti scranni si aggireranno intorno al 20%, in tutto 178 tra deputate e senatrici. Solo il PD, l'unico a mantenere il proposito, può vantare 61 deputate, su 211 eletti, e 39 senatrici su 116, in pratica il 30% degli eletti nelle liste democratiche è donna. Al Senato il PDL conta solo 11 donne su 141 eletti, mentre alla Camera 42 su 272, un 20% in tutto. Per quanto riguarda le altre liste, alla Camera l'Italia dei Valori su 28 eletti 3 sono donne, il 10%, nella Lega 10 donne su 60 deputati, nell'Udc una donna su 36 deputati. Il Partito Democratico, quindi, con la sua quota di elette contribuisce nettamente a far salire la percentuale femminile in Parlamento, complice una campagna elettorale che ha incluso come capilista molte giovani, alcune provenienti dalla società civile, come Marianna Madia, neo eletta alla Camera nel Lazio, e altrettante che hanno già una buona esperienza politica alle spalle, come Pina Picerno, neo eletta in Campania. Il PD è riuscito nell'intento perché ha compreso che un Parlamento formato da uomini e donne è più democratico perché si avvale di un dato strutturale della società. Rispetto alle elezioni del 2006, alla Camera le elette erano 109, pari al 17,3, e al Senato 45, pari al 14%. Da questi risultati, dunque, l'Italia dal 67mo posto sale al 50mo. Un dato ancora modesto, specie se si rapporta il dato alle equivalenti rappresentanze internazionali, in particolare a quelle dei paesi nordici e di Spagna, che solo alla Camera superano il 36% di presenza femminile, ma è pur sempre un passo avanti verso il raggiungimento delle cosiddette quote rosa.
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