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UNA FORESTA D’ACCIAIO - Nelle scorse settimane l’Enel ha investito 100 milioni di euro in Texas per costruire, in aree sterminate, ventose e disabitate, pale eoliche dell’altezza di 110 metri, 28 mega-turbine che produrranno 3 MegaWatt di elettricità ciascuna, tanto da soddisfare il fabbisogno di 12mila famiglie americane. Nella zona di Castellaneta, che non è certo disabitata come i canyon dei film sui cowboys e che ricade nel Parco nazionale dell’alta murgia e nel Parco delle gravine, è giunta una richiesta di installazione di 450 mega-turbine, oltre dieci volte di più di quante l’Enel ne sta realizzando in Texas: un totale di ben 262 pale eoliche. Nei territori dei Comuni di Castellaneta e Laterza sono giunte richieste pari al 65 per cento di quanto è stato realizzato nell’intera Puglia (stando ai dati riportati dal quotidiano “La Repubblica”). Una foresta d’acciaio, è il caso di dire. Pale alte quanto uno stadio di calcio posto in verticale e dalla larghezza di novanta metri a due passi dalle gravine. Già questo basta a far rizzare le orecchie non solo agli ambientalisti, ma anche a quanti non vorrebbero vedere il panorama deturpato ma che invece vorrebbero puntare seriamente, e in maniera legislativamente corretta, sull'energia pulita prodotta dal vento. Perché le modalità con cui si è giunti alla formulazione delle proposte delle ditte interessate all’istallazione di aerogeneratori, e i precedenti in particolare di una di queste ditte, lanciano ombre sull'intera vicenda.
DUE I PUNTI OSCURI - I dubbi riguardano più avvenimenti e più livelli. A campagna elettorale per le elezioni comunali della scorsa primavera ancora in corso, il centrosinistra denunciò la corsa di “un gruppetto di soggetti” (vengono così dipinti) ad assicurarsi la disponibilità di terreni, tramite contratti di fitto con agricoltori e allevatori, di parti di territorio della Murgia. Questa denuncia troverà una conferma più avanti, quando l’inchiesta rivelerà i canoni richiesti dal Comune di Castellaneta per concedere l’assenso o il parere favorevole alle proposte progettuali. Il centrosinistra castellanetano sin dal primo momento ha parlato di un “noto imprenditore laertino” e di un “noto imprenditore di Ottaviano (Na)” (la città nativa dello storico boss della Camorra Raffaele Cutolo). Con loro si parlava anche di “un noto agronomo locale”. I nomi dei primi due verranno fuori ufficialmente una volta presentate le proposte progettuali per la costruzione delle pale eoliche. La seconda parte della denuncia dei partiti di centrosinistra in Consiglio comunale riguarda gli Uffici, in particolare quello tecnico, del Comune che negherebbero ai consiglieri comunali le carte riguardanti quello che è stato soprannominato “l'affaire eolico”. Sempre secondo le opposizioni, già dai primi tempi della vicenda le modalità del meccanismo avrebbero tagliato fuori dall’aggiudicazione delle “licenze” due ditte che da tempo operano nel campo dell’eolico, la Hydroser di Padova e la Inergia di Ascoli Piceno. Sono invece rimaste in ballo alcune ditte locali e una con sede a Napoli. Quali siano, in che modo stiano avendo il via libera a costruire gli impianti e in che modo la ditta napoletana abbia già portato allo scioglimento di un Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose verrà illustrato nella prossima puntata della vicenda sull'eolico a Castellaneta.
» Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
» Autore: Angelo Loreto
» Autore: Angelo Loreto
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