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La loro strada prenderà differenti direzioni, come risulta dal “dossier eolico” redatto dall’opposizione di centrosinistra in Consiglio comunale che la Gazzetta sta analizzando e che oggi giunge alla terza puntata.Quel che però va evidenziato prima di ogni altra cosa è la delibera di Consiglio comunale numero 78 del 27 novembre 2006, redatta dal commissario straordinario Paola Galeone (amministrava dopo la caduta anticipata della giunta Nicolotti), con la quale si regolamentava il procedimento per la presentazione delle proposte progettuali da parte delle ditte interessate alla realizzazione del parco eolico. E qui inizia una lunga serie di avvenimenti che il centrosinistra definisce «a dir poco anomali». Innanzitutto il fatto che il Comune, al fine di dare il proprio assenso ai progetti, chiedeva una sola condizione: quella della documentazione comprovante il possesso della disponibilità delle aree su cui costruire pale eoliche alte 110 metri. E qui, secondo il centrosinistra, verrebbe confermata quella che era stata denunciata come una corsa ad accaparrarsi lotti di terreni, tramite contratti di fitto con agricoltori e allevatori, di parti di territorio della Murgia da parte di «un gruppetto di soggetti »: «Un noto imprenditore laertino» (Giuseppe De Biasi, titolare delle due omonime ditte), di un «noto imprenditore di Ottaviano (Na)» (Francesco La Marca, parente di Cristina La Marca, presidente del consiglio di amministrazione della Gec) e di «un noto agronomo locale».
Il 13 dicembre 2006, sette giorni prima che la deliberazione divenisse esecutiva, questa viene resa nota alle ditte.E qui avverrebbero altri episodi oscuri. La ditta castellanetana C&C Elettric Business non avrebbe mai ricevuto tale comunicazione, mentre la Hydroser di Padova e la Inergia di Ascoli Piceno addirittura abbandonano il progetto. Restano in lizza la napoletana Gec e le due aziende laertine: per loro, è una delle numerose denunce dei consiglieri comunali di opposizione, le tre comunicazioni vengono consegnate a mano tutte ad u n’unica persona. Ma una ulteriore dimostrazione della presenza di una «corsia preferenziale» era arrivata qualche giorno prima, vale a dire il 29 novembre: con numero di protocollo 24917, Giuseppe De Biasi deposita in Comune i contratti stipulati con i proprietari dei terreni. Questo esattamente due giorni dopo la redazione della delibera del commissario Galeone, sei giorni dopo la pubblicazione dell’atto e addirittura due settimane prima del ricevimento della comunicazione con la quale venivano resi noti i criteri selettivi per l’assenso ai progetti. Come faceva De Biasi a conoscerli con tale anticipo? E’ la domanda che si pone l’opposizione di centrosinistra. Ma c'è dell’altro: perché il 5 febbraio 2007, con protocollo numero 2465, agli uffici del Comune arriva una lettera in cui il presidente del consiglio di amministrazione della Gec, Cristina La Marca, comunica di essere subentrata nell’intera posizione progettuale e contrattuale della ditta “De Biasi Giuseppe”. La Gec, insomma, accorperebbe i progetti di De Biasi. E si arriva alla scorsa estate, con la maggioranza di centrodestra guidata da Italo D’Alessandro in carica da poco più di un mese. Il giorno prima di Ferragosto l’amministrazione comunale stipula una convenzione con la Gec nella quale si legge: «Il Comune autorizza sin d’ora la società a cedere la presente convenzione a società di scopo già costituita o costituenda per la realizzazione e/o gestione del parco eolico». Anche in questo caso a denunciare il tutto fu il consigliere D’Ambrosio che oggi va anche oltre, perché spiega che «esistono sostanziali differenze tra la convenzione stipulata e quella poi firmata».In conclusione, l’opposizione di centrosinistra lamenta il fatto che sia stata costruita una corsia preferenziale solamente per alcune ditte e che, tramite questo groviglio di avvenimenti ma anche di società che si interconnettono come scatole cinesi, il Comune di Castellaneta stia stringendo rapporti con quella stessa ditta che, per lo stesso tipo di progetto eolico, nell’ottobre 2005 ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Vicari a causa di infiltrazioni mafiose.»
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno»
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