Tre giovani arrestati per spaccio di droga. I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castellaneta hanno arrestato per detenzione a fini di spaccio Michele Leone del ’73, Stefano Bellomo del ’72 e Mario Bellomo dell’’80, di Laterza. A seguito di una perquisizione effettuata presso un’abitazione di proprietà dei Bellomo ma in uso al Leone, si legge nella nota, sono stati rinvenuti 15 grammi di cocaina e materiale vario per il confezionamento della sostanza. La droga era nascosta in una scatola di scarpe trovata in un ripostiglio. Nella pattumiera sono stati rinvenuti numerosi involucri sporchi di sostanza stupefacente, segno che il luogo era abitualmente usato sia per confezionare che per vendere la droga.
I carabinieri erano stati messi sull’avviso dall’insolito via vai di persone che si svolgeva in questo anonimo appartamento di via Sagrato a Laterza e sono intervenuti nell’abitazione quando hanno visto entrare Mario Bellomo. A perquisizione in corso è arrivato anche il Leone, sulla cui persona sono stati trovati e sequestrati 1460 euro in contanti provento dell’attività di spaccio. Stefano Bellomo è stato poi arrestato nella pizzeria che gestisce assieme a Leone dove sono stati rinvenuti numerosi involucri di cellophane evidentemente usati come confezione dello stupefacente.
Il Leone aveva già avuto a che fare con la giustizia mentre i due fratelli Bellomo erano ancora incensurati.
I tre sono stati portati presso in carcere a Taranto a disposizione del pm Matteo Di Giorgio.
Fin qui la scarna cronaca dell'arresto effettuato dai carabinieri. Ma questo episodio di ormai ordinaria amministrazione, cioè quasi usuale, stante la diffusione della tossicodipendenza, quindi di narcotraffico, spaccio e consumo, ha una particolarità: uno dei tre arrestati, Michele Leone, è consigliere comunale. Il partito del quale fa parte è l'Udc. Ed è uno dei due rappresentanti della maggioranza laertina nella Comunità montana.
In un piccolo paese, insomma, non un giovane qualsiasi è stato arrestato, né un giovane-bene, di quelli, si dice, che avendo tutto, osano tutto; ma è stato arrestato un giovane impegnato, un dirigente di paese, un capo di comunità: tale infatti, è un consigliere comunale in un paese di circa 15 mila abitanti, uno dei 21 eletti, uno che insieme con preti, professori, medici e maestri di bottega, se ancora ce ne sono, è responsabile delle sorti della sua gente.
Come reagisce un paese dinanzi a un fatto un po' più increscioso di un suo similare?
L'Udc, il partito del quale fa parte Leone, che sostiene l'Amministrazione, ha riunito la sezione, o il direttivo; il colpo è pesante, perchè l'Udc sta affrontando una difficilissima campagna elettorale, i suoi esponenti usano ancora fare il caseggiato. Il suo presidente Felice Rizzi, infatti, parla a nome del partito, non il politichese, il dire e non dire, ma quasi. “Abbiamo appreso la notizia stamattina (ieri), dice il presidente udiccino. Esprimiamo la nostra solidarietà alla persona e alla sua famiglia, perché l'episodio scalfisce gli equilibri personali e familiari, è un fatto destabilizzante. Siamo rimasti allibiti, non sospettavamo di nulla. Noi per altro con Leone avevamo rapporti politici, e l'episodio riguarda la sua sfera personale. Comunque abbiamo già informato la direzione provinciale che ha trasmesso il caso a quella nazionale per una momentanea sospensione ed eventuale allontanamento. Anche gli altri consiglieri comunali, continua il presidente udiccino, sono rimasti turbati e sorpresi e tutti si è in attesa degli sviluppi del lavoro della magistratura. Fra la gente, notiamo, riprende Rizzi, il solito disgusto della politica, in alcuni più accentuato per l'episodio del paese; ma i più dei cincittadini sanno distinguere. Alcuni elettori di Leone, per altro, hanno esclamato: “ma in che guaio si è andato a cacciare”, però, non si sono pentiti del loro voto. Comunque, ora che si calmeranno le acque, siamo certi che Leone saprà assumersi le sue responsabilità. In questo momento non gli saranno offerti incarichi di partito o istituzionali. Anche l'Amministrazione sospende il proprio giudizio e aspetta che lo dia la magistratura. Quanto al nostro momento politico, conclude Rizzi, non si è per nulla attenuato il nostro entusiasmo per la difficile e coraggiosa scelta fatta di andare da soli alle elezioni nazionali.
La campagna elettorale tiene indaffarato e lontano dai cellulari il sindaco Giuseppe Cristella. Risponde il vicesindaco, Leonardo Pugliese e premette: di Leone non posso dir nulla perché sono il suo avvocato. Domani (oggi) avremo i dettagli dell'arresto e sabato saremo a Taranto per la convalida dell'arresto. Posso solo dire che è un fatto personale. E' stata una sorpresa per tutti. Egli nega tutto. Aspettiamo di dare alla magistratura ogni chiarimento.
Il capo dell'opposizione, Franco Catapano dice: Abbiamo sempre considerato la legalità cardine della politica e fonte dello sviluppo e abbiamo fatto un convegno al proposito e anche per dire che a Laterza esiste un deficit verso il senso civico e al rispetto delle regole. E questo episodio è uno degli effetti di questo deficit. Al momento non vogliamo strumentalizzare il caso, perché siamo in campagna elettorale. Ma dopo le elezioni sarà necessario parlare del problema.
E' sera, pioviggina, in piazza non c'è nessuno, le tv assorbono ogni attenzione, di qua esce un candidato con la sua processione e un altra carovana di macchina parte per l'assemblea d'un altro candidato nel paese vicino. Il caso del consigliere arrestato perché sospettato di spaccio di droga s'è spento. Chi sa della vita di paese sa che questa fiammata spenta dalla pioggerellina di marzo e dalla campagna elettorale non si riaccenderà più, o sarà stato una caduta rovinosa, o nessuno avrà parole e forza.
I carabinieri erano stati messi sull’avviso dall’insolito via vai di persone che si svolgeva in questo anonimo appartamento di via Sagrato a Laterza e sono intervenuti nell’abitazione quando hanno visto entrare Mario Bellomo. A perquisizione in corso è arrivato anche il Leone, sulla cui persona sono stati trovati e sequestrati 1460 euro in contanti provento dell’attività di spaccio. Stefano Bellomo è stato poi arrestato nella pizzeria che gestisce assieme a Leone dove sono stati rinvenuti numerosi involucri di cellophane evidentemente usati come confezione dello stupefacente.
Il Leone aveva già avuto a che fare con la giustizia mentre i due fratelli Bellomo erano ancora incensurati.
I tre sono stati portati presso in carcere a Taranto a disposizione del pm Matteo Di Giorgio.
Fin qui la scarna cronaca dell'arresto effettuato dai carabinieri. Ma questo episodio di ormai ordinaria amministrazione, cioè quasi usuale, stante la diffusione della tossicodipendenza, quindi di narcotraffico, spaccio e consumo, ha una particolarità: uno dei tre arrestati, Michele Leone, è consigliere comunale. Il partito del quale fa parte è l'Udc. Ed è uno dei due rappresentanti della maggioranza laertina nella Comunità montana.
In un piccolo paese, insomma, non un giovane qualsiasi è stato arrestato, né un giovane-bene, di quelli, si dice, che avendo tutto, osano tutto; ma è stato arrestato un giovane impegnato, un dirigente di paese, un capo di comunità: tale infatti, è un consigliere comunale in un paese di circa 15 mila abitanti, uno dei 21 eletti, uno che insieme con preti, professori, medici e maestri di bottega, se ancora ce ne sono, è responsabile delle sorti della sua gente.
Come reagisce un paese dinanzi a un fatto un po' più increscioso di un suo similare?
L'Udc, il partito del quale fa parte Leone, che sostiene l'Amministrazione, ha riunito la sezione, o il direttivo; il colpo è pesante, perchè l'Udc sta affrontando una difficilissima campagna elettorale, i suoi esponenti usano ancora fare il caseggiato. Il suo presidente Felice Rizzi, infatti, parla a nome del partito, non il politichese, il dire e non dire, ma quasi. “Abbiamo appreso la notizia stamattina (ieri), dice il presidente udiccino. Esprimiamo la nostra solidarietà alla persona e alla sua famiglia, perché l'episodio scalfisce gli equilibri personali e familiari, è un fatto destabilizzante. Siamo rimasti allibiti, non sospettavamo di nulla. Noi per altro con Leone avevamo rapporti politici, e l'episodio riguarda la sua sfera personale. Comunque abbiamo già informato la direzione provinciale che ha trasmesso il caso a quella nazionale per una momentanea sospensione ed eventuale allontanamento. Anche gli altri consiglieri comunali, continua il presidente udiccino, sono rimasti turbati e sorpresi e tutti si è in attesa degli sviluppi del lavoro della magistratura. Fra la gente, notiamo, riprende Rizzi, il solito disgusto della politica, in alcuni più accentuato per l'episodio del paese; ma i più dei cincittadini sanno distinguere. Alcuni elettori di Leone, per altro, hanno esclamato: “ma in che guaio si è andato a cacciare”, però, non si sono pentiti del loro voto. Comunque, ora che si calmeranno le acque, siamo certi che Leone saprà assumersi le sue responsabilità. In questo momento non gli saranno offerti incarichi di partito o istituzionali. Anche l'Amministrazione sospende il proprio giudizio e aspetta che lo dia la magistratura. Quanto al nostro momento politico, conclude Rizzi, non si è per nulla attenuato il nostro entusiasmo per la difficile e coraggiosa scelta fatta di andare da soli alle elezioni nazionali.
La campagna elettorale tiene indaffarato e lontano dai cellulari il sindaco Giuseppe Cristella. Risponde il vicesindaco, Leonardo Pugliese e premette: di Leone non posso dir nulla perché sono il suo avvocato. Domani (oggi) avremo i dettagli dell'arresto e sabato saremo a Taranto per la convalida dell'arresto. Posso solo dire che è un fatto personale. E' stata una sorpresa per tutti. Egli nega tutto. Aspettiamo di dare alla magistratura ogni chiarimento.
Il capo dell'opposizione, Franco Catapano dice: Abbiamo sempre considerato la legalità cardine della politica e fonte dello sviluppo e abbiamo fatto un convegno al proposito e anche per dire che a Laterza esiste un deficit verso il senso civico e al rispetto delle regole. E questo episodio è uno degli effetti di questo deficit. Al momento non vogliamo strumentalizzare il caso, perché siamo in campagna elettorale. Ma dopo le elezioni sarà necessario parlare del problema.
E' sera, pioviggina, in piazza non c'è nessuno, le tv assorbono ogni attenzione, di qua esce un candidato con la sua processione e un altra carovana di macchina parte per l'assemblea d'un altro candidato nel paese vicino. Il caso del consigliere arrestato perché sospettato di spaccio di droga s'è spento. Chi sa della vita di paese sa che questa fiammata spenta dalla pioggerellina di marzo e dalla campagna elettorale non si riaccenderà più, o sarà stato una caduta rovinosa, o nessuno avrà parole e forza.
Michele Cristella - Corriere del Giorno - 4 aprile 2008
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